UICIECHI.IT: NOVEMBRE-DICEMBRE 2008 - Numero 11-12.
Suonerie ingannevoli, la battaglia dell’Antitrust.
Di Giulio Boresa.
È una battaglia tra l'Antitrust e il Tar: al centro, le pubblicità ingannevoli delle suonerie per cellulari. Messaggi che portano a esborsi imprevisti a utenti spesso giovanissimi, poco cauti o disattenti.
Si sa che è un mercato da 800 milioni di euro l'anno in Italia, gonfiato però da pubblicità che traggono in inganno gli utenti: lasciano intendere che la suoneria è gratuita, senza mettere bene in evidenza oppure omettendo il fatto che il download faccia partire un abbonamento. Che silenziosamente sottrae al solito tre euro alla settimana dal credito dell'utente.
Non si discute sull'ingannevolezza del messaggio; il Tar però, a differenza dell'Antitrust, non considera corresponsabili gli operatori. È vero che questi ultimi traggono vantaggi dalla vendita di suonerie, che avviene sul loro network e tramite accordi che hanno fatto con i fornitori di contenuti; ma secondo il Tar non sono responsabili perché non gestiscono in prima persona la pubblicità in questione. E così ha annullato una vecchia multa inflitta a Telecom e Wind.
La sentenza è pesante, tanto che l'Antitrust intende opporvisi, andando al Consiglio di Stato. Il punto è che- come spiegato con soddisfazione dal legale di Telecom e Wind- se passa questo concetto, gli operatori potranno avere annullate anche altre multe inflitte in passato dall'Antitrust. Ed essere al riparo da multe future: per loro diventa un business senza rischi.
Pochi giorni fa l'Antitrust aveva multato Neomobile, Telecom Italia, Vodafone, Wind e H3G, per 1,16 milioni di euro (nel complesso), per pratiche pubblicitarie scorrette nell'offerta di suonerie. Anche queste multe potrebbero essere quindi a rischio, ora.
Di conseguenza, s'indebolisce la tutela dei consumatori: l'Antitrust potrà prendersela solo con i pesci piccoli, i fornitori di suonerie, mentre il suo potere di dissuasione è maggiore se può multare anche gli operatori. L'attività dell'Antitrust comunque va avanti, anche se è indebolita da sentenza come questa e dal fatto che può dare multe piccole, rispetto ai fatturati delle aziende coinvolte.
L'ultimo caso: una multa di 165mila euro a Tele2 (ora di Vodafone) per la pratica di attivare il servizio telefonico anche a utenti che non l'avevano richiesto. "In numerosi casi, infatti- spiega Aduc- i consumatori si sono accorti di essere passati al nuovo operatore solo al momento della ricezione delle fatture da parte di Tele2. La società non ha inoltre consentito ai consumatori di poter scegliere, in base ai propri interessi e alle proprie esigenze, tra l'immediato avvio delle procedure di attivazione a seguito del consenso telefonico e la possibilità di posticipare l'ordine ad un momento successivo". Aduc protesta però per la multa irrisoria e chiede una legge che consenta all'Antitrust di aumentare gli importi.
Giulio Boresa.