Intervista.
Di Nicola Ferrando.
Intervista di Monica Landolfi a Nicola Ferrando della Commissione OSI.
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Monica:
Cosa è l'accessibilità di un sito web?
Nicola:
Il concetto di accessibilità dei siti web non è facile da definire. Poiché dal 2004 esiste in Italia una legge (L. 9 gennaio 2004 n. 4) che regolamenta la materia, conviene partire dalla definizione di accessibilità contenuta nell'art. 2 di questa legge.
"accessibilità: la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari".
Questa definizione non richiede molte spiegazioni. I siti web devono essere realizzati in modo tale che chiunque possa accedervi ed utilizzarli, reperendo le informazioni in essi contenute.
Esistono delle regole tecniche che, se rispettate, garantiscono la certezza di creare un sito accessibile, anche se non si deve mai sottovalutare l'importanza di effettuare una verifica sul campo, con il coinvolgimento di persone disabili, sebbene questo aspetto non sia obbligatorio per legge.
Monica:
Quali categorie di utenti ne beneficiano?
Nicola:
Le regole tecniche dettate per garantire l'accessibilità dei siti web si rivolgono anzitutto ai disabili ed in particolare:
ai non vedenti, che non possono vedere lo schermo e si servono di programmi per la lettura dello schermo o browser vocali, che interpretano il codice HTML e danno un riscontro vocale di ciò che appare sullo schermo, con indicazioni aggiuntive utili per cogliere la presenza di particolari oggetti, quali liste, tabelle, moduli, frames.
Agli ipovedenti, persone che presentano limitazioni più o meno gravi alla funzionalità visiva, i quali hanno difficoltà nel leggere caratteri molto piccoli, oppure utilizzano opzioni di personalizzazione dello schermo, che possono stravolgere il normale layout delle pagine, senza contare i problemi legati ai contrasti di colore.
Agli ipoacusici, che non possono sentire le parti audio del sito.
Ai dislessici e ad altri disabili cognitivi, i quali possono trovare difficoltà nel leggere ed interpretare correttamente il testo delle pagine web.
Ai disabili motori con problemi agli arti superiori, per i quali si deve garantire che l'interazione con il sito web sia possibile anche mediante dispositivi di input diversi da tastiera e mouse.
Gli accorgimenti che si devono adottare per rendere un sito accessibile risultano utili anche agli utenti normodotati. Basti pensare alla chiarezza dei testi, al mancato uso di colori sfumati o effetti grafici eccessivamente disturbanti, ecc.
Monica:
Quali sono i vantaggi di un sito accessibile?
Nicola:
L'accessibilità dev'essere tenuta presente fin dal momento della progettazione. Ciò consente di creare un sito ben strutturato, di separare nettamente gli elementi strutturali dal contenuto, il che rende più semplice la gestione del sito da parte del webmaster.
Molti sono i vantaggi per gli utenti, non solo per quelli disabili. Rimuovendo le barriere che ostacolano l'accesso al sito di una o più categorie di potenziali utenti, aumenta il numero di contatti, il che non è un elemento trascurabile soprattutto per i siti commerciali.
Monica:
Influisce sul posizionamento nei motori di ricerca?
Nicola:
Il rispetto delle regole tecniche dell'accessibilità migliora sicuramente il posizionamento del sito nei motori di ricerca. Sebbene non siano noti i criteri utilizzati dai diversi motori di ricerca per assegnare il ranking ai siti che vengono indicizzati automaticamente, è certo che l'uso di una
DTD (document type declaration) pubblica, l'uso di testi alternativi per le immagini, l'esplicita dichiarazione della lingua in cui è scritto il testo ed altri accorgimenti legati all'accessibilità influiscono positivamente sul posizionamento del sito.
Nella primavera del 2006 Google, il principale motore di ricerca, ha lanciato in via sperimentale un servizio chiamato Google Accessible Search (