Test sul Blackberry Bold 9700: provate a prenderlo.
Scritto da Roberto Catania.
Anche nella nuova versione, il portacolori di Rim si conferma un purosangue destinato al business man e all’utente medio che non ha tempo da perdere. Ecco i risultati di un particolare test di velocità.
Ho voluto saggiare personalmente la rapidità di questo smartphone in una prova da vero centometrista in cui, cronometro alla mano, ho calcolato i tempi di reazione del telefono di fronte a una dozzina di operazioni comuni. Ecco i risultati:
Chiarisco subito: il mio parrucchiere non è nella lista dei miei contatti preferiti (la mia ricrescita, per il momento, non ha ancora raggiunto livelli preoccupanti); è solo una delle tante voci della mia rubrica. Con un Blackberry Bold in mano, ad ogni modo, non devo fare molta fatica per contattarlo all’occorrenza. Anzi, non devo nemmeno entrare nella rubrica. Mi è sufficiente digitare le sue iniziali sulla tastiera Qwerty (direttamente dalla home) e far partire la chiamata. Barba e baffi alla concorrenza.
Quando si parla di posta elettronica, il Bold fa la voce grossa. Se Blackberry è ancora oggi sinonimo di accesso alla mail in mobilità un motivo ci sarà. Peccato non si possa far nulla per ridurre le spese condominiali.
Praticamente come leggere un messaggio di posta elettronica, visto che le notifiche di Facebook sono perfettamente integrate nel sistema di messaggistica Blackberry. Anzi meglio, visto che che il mio compagno di scuola non è prolisso come un amministratore di condominio.
Non esiste un tasto dedicato, dunque bisogna necessariamente passare dal menu gestione connessioni. Una volta sul “posto”, però, il gioco è fatto: basta dare la spunta sulla casella Wi-Fi e il Bold è connesso.
Un buon test per valutare la velocità sulla rete 3G: si parte dalla home, si apre il browser, si cerca su Google e si apre il collegamento. Per un sei milionario ci vuole più tempo (e fortuna).
In questi casi si capisce davvero quanto pesa avere una tastiera estesa (e fisica). Avessi scritto qualcosa di più umano, ovviamente, i tempi si sarebbero ridotti. E il mio migliore amico (che per inciso non è vulcanologo) non si sarebbe preoccupato.
Vedi sopra. La differenza sta solo nella destinazione: in questo caso si entra nel client di Twitter per Blackberry e si digita il tutto nel campo Cosa c’è di nuovo? Con qualche lezione di islandese si può fare anche meglio.
Il tempo di entrare in Google Maps, digitare il nome del ristorante, la città e premere invio. A quel punto non resta che aspettare che il Blackberry si agganci al satellite e visualizzi la mappa per arrivare a destinazione in auto, completa di indicazioni passo passo. Wasabi escluso.
Servono poco più di 15 secondi per mettere a fuoco il gatto, scattare la foto e inviarla a Flickr dal menu delle opzioni di imaging. Il resto è tutto tempo necessario per l’upload della foto attraverso il collegamento 3G.
Se pensate che solo un touch screen vi permetta di scorrere le immagini di una photogallery a colpi di polpastrello vi sbagliate di grosso. Con un trackpad fra le mani avrete quasi la stessa soffice sensazione tipica dei cellulari a sfioramento. Senza pinch-to-zoom ma con un pizzico di velocità in più.
Servono sei clic per arrivare a destinazione. Si può fare di meglio, ma se non altro non si rischia di sbagliare strada. Sarebbe interessante, piuttosto, capire come si comporterebbe un sistema di browsing degli album che sfrutti il trackpad, proprio come succede per le photogallery. Che Rim ci stia già lavorando per la prossima versione del suo sistema operativo?
Mettetevi comodi e aspettate, perché in questo caso il Blackberry è tutt’altro che rapido (fortunatamente). Merito di una generosissima batteria da 1500 mAh ma anche della parsimonia del Blackberry OS quando si tratta di far girare le applicazioni. Non a caso Rim parla di apps “efficaci”, concepite cioé per funzionare senza sprecare energia, utilizzando le risorse (anche quelle di rete) solo quando servono. Chapeau.
Roberto Catania.