Di Roberto Catania.
L’arrivo di un servizio cartografico alternativo a quello fornito fino ad oggi da Google Maps consente alla società di Cupertino di ridurre il gap da Android, soprattutto per ciò che riguarda i servizi di navigazione e geolocalizzazione.
Uno dei due motivi (l’altro è il prezzo) per cui nel mio taschino non c’è un iPhone è la mancanza di un software di navigazione preinstallato. Insomma, chiedete a chiunque abbia provato uno smartphone Andorid e vi dirà la stessa cosa: non esiste cosa più comoda di un navigatore satellitare dentro il telefonino. Soprattutto se – come quello di Google – è gratuito e così ben integrato con il resto dei servizi Web.
Con l’uscita di iOS 6 e l’annuncio delle prime mappe Made in Cupertino, però, mi sento di dire che Apple può finalmente scrollarsi di dosso quella sorta di inferiority complex che ha sempre accusato nei confronti della grande G quando il discorso cade sulla “geografia”. Al di là della fine di un vincolo contrattuale, la scelta di non dover più dipendere da Google e dalle sue Maps permette infatti a Tim Cook e soci di sviluppare una strategia sui servizi di geolocalizzazione che prima era gioco forza castrata.
Per quanto aperta, infatti, Google non concede libertà assoluta a tutti coloro che fruiscono dei propri servizi. Prendete Gmail, per esempio: tutti possono integrarlo, ma solo Google ha il controllo di certe funzioni a valore aggiunto (ad esempio la gestione degli account multipli). In fondo è il modo migliore per ternersi stretti i clienti: io ti do servizi gratis e di ottimo livello, ma per utilizzarli appieno non potrai avere altro Dio all’infuori di Google (e Android).
Bene ha fatto dunque Apple a investire parte del suo sterminato patrimonio nella creazione di un servizio proprietario di mappe. Che sia più o meno bello di quello di Android, che contenga più o meno esercizi commerciali, al momento non importa. Quel che conta è che la Mela abbia un terreno tutto suo dove coltivare i propri servizi e decidere come integrarli.
Qualcosa in questo senso si vede già, dagli accordi con Tom Tom, OpenStreet Maps e Yelp (che porteranno servizi cartografici, informazioni sul traffico in tempo reale e sulle attività locali) allo sviluppo di nuove funzionalità di interazione vocale basate su Siri. L’impressione è che Apple stia costruendo un ecosistema molto solido intorno ai servizi Gps-based per dare agli utenti un motivo in più per acquistare i propri prodotti.
Provate a immaginare come potrebbe essere il nuovo iPhone 5: uno smartphone con un navigatore gratuito e integrato, capace di guidarci a destinazione in base alle condizioni del traffico in tempo reale e gestibile a 360 gradi attraverso Siri. Non vi nego che sarebbe una forte tentazione anche per me. Certo, se poi costasse anche meno.
Roberto Catania.