VAI AGLI ARTICOLI


UICIECHI.IT: NOVEMBRE-DICEMBRE 2014 - Numero 11-12.

Il vaccino non uccide, lo spiega il virologo Pregliasco.

Di Marta Buonadonna.

Dopo le tre morti sospette in Sicilia e Molise e il ritiro di due lotti del vaccino Novartis, Panorama.it ha chiesto il parere di Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano e Sovrintendente Sanitario dell'Istituto Galeazzi di Milano.

Professore, le morti sono collegabili al vaccino?

Secondo la mia opinione personale alla fine si scoprirà di no, ma il ritiro dei lotti sospetti è un atto dovuto da parte dell'Aifa per garantire la massima sicurezza dei cittadini. E' la norma, quasi quotidianamente vengono ritirati lotti di farmaci o di dispositivi dietro segnalazione di effetti avvèrsi. E' quella farmacovigilanza che va fatta: spesso ci lamentiamo perché i medici sottovalutano gli eventi avvèrsi.

In questo caso però le segnalazioni sono state tempestive.

L'attenzione sui vaccini è più alta rispetto agli altri farmaci, anche le vaccinazioni infantili sono sempre sotto la lente. I medici hanno giustamente ritenuto di dover segnalare le complicanze per precauzione.

Cosa sappiamo del vaccino ritirato?

Si tratta di soli due lotti di un solo tipo di vaccino, ma ne esistono molti di marche diverse. Questa tipologia in particolare, il Fluad, è in commercio dal 1997 e da allora ne sono state vendute più di 65 milioni di dosi. Non ha mai causato eventi avvèrsi al di fuori di quelli tipici: febbre nell'1% dei casi, arrossamento e dolore nel punto di inoculo nel 10% e in alcuni casi la sindrome di Guillain-Barré, che comporta una paralisi progressiva degli arti che si risolve da sola e che comunque spesso è portata dalla stessa influenza.

C'è da preoccuparsi?

Purtroppo questo ritiro, invece di essere vissuto in senso positivo, come segno di un'attenzione spasmodica alla sicurezza, finirà col peggiorare ulteriormente una percezione generale già negativa dei vaccini. Chi li critica sostiene che si tratti di un enorme business, ma a 5-6 euro a dose per 15-16 milioni di dosi l'anno non si raggiunge di certo il giro d'affari dei farmaci che servono a curare i sintomi dell'influenza. Il costo è irrisorio, il risparmio effettivo. Dobbiamo anche ricordare che ci sono 8.000 morti all'anno per complicanze successive all'influenza.

La campagna vaccinale continua. Chi deve approfittarne?

Il vaccino secondo me è un'opportunità per tutti, diventa però una raccomandazione per chi può avere complicanze come gli anziani, le persone con problemi cardiaci e respiratori cronici. E poi i bambini anche quelli sani, perché finiscono per essere gli untori di casa e per contagiare gli anziani della propria cerchia. La stagione influenzale vera a propria inizierà da Natale, quindi c'è tempo fino a fine anno per vaccinarsi. Siccome però il vaccino dà la sua protezione solo a partire dai 10 giorni successivi all'iniezione, è meglio non tardare troppo.

Marta Buonadonna.



VAI ALLE RUBRICHE