farmaci nel nostro corpo.
Di Angelo Piemontese.
Gli scienziati vanno a cercarli nel profondo degli abissi oceanici o nei reconditi anfratti del suolo nei posti più esotici del mondo. Non c’è bisogno di andare così lontano, loro sono proprio qui, addosso e dentro di noi: nell’intestino, in bocca, nel naso, sulla pelle e nelle zone genitali.
Parliamo dei batteri in grado di produrre molecole che hanno un effetto benefico per l’organismo e che sono perciò ricercati e utilizzati dalle industrie farmaceutiche: un terzo dei farmaci in commercio è infatti realizzato a partire da sostanze naturali ricavate da funghi, piante e batteri, come ad esempio gli antibiotici a base di penicillina.
Adesso ricercatori dell’Università della California di San Francisco hanno scoperto che anche le colonie batteriche che ospitiamo nel nostro corpo sono prolifiche fabbriche di medicinali che lavorano a ciclo continuo. Grazie al progetto Human Microbiome Project, gli scienziati hanno cominciato a studiare i microbioma, cioè le comunità di microbi del nostro organismo e il loro patrimonio genetico. E proprio analizzando i loro geni con un particolare e sofisticato software hanno individuato oltre tremila nuovi cluster, cioè gruppi di due o più geni che codificano per enzimi che a loro volta producono molecole biologicamente attive, le stesse contenute nei principi attivi dei farmaci.
Insomma, la ricetta di molti medicinali che troviamo sui bancali delle farmacie è già scritta nel Dna dei batteri sparsi in varie zone del nostro corpo.
La scoperta apre enormi potenzialità per lo sviluppo di nuove terapie farmacologiche perché “ci sono centinaia di specie batteriche, con migliaia di ceppi diversi e ciascuno di noi ne ospita un corredo specifico, differente per ogni persona“ spiega Michael Fischbach, autore della ricerca pubblicata su Cell dell’11 settembre.
”Significa che possiamo identificare migliaia di molecole prodotte dai nostri stessi microbi e potenzialmente sfruttarle al posto dei farmaci sintetizzati in laboratorio o per crearne di nuovi” continua lo studioso.
E il team californiano ha già acquisito un primo importante risultato. I ricercatori hanno infatti isolato un antibiotico che hanno battezzato “lactocillina” perché è generato dal Dna circolare che avvolge il Lactobacillus gasseri, un batterio che si trova nell’apparato genitale femminile. “L'antibiotico è simile ad altri già clinicamente testati dalle aziende farmaceutiche, inoltre distrugge gli agenti patogeni risparmiando i batteri innocui presenti in quella zona” afferma Fischbach, che conclude “ora dobbiamo studiare le proprietà di altri enzimi prodotti dai batteri e capire esattamente come agiscono queste molecole, in particolare quando si verificano cambiamenti nel nostro organismo che influenzano i microbioma”.
Angelo Piemontese.