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UICIECHI.IT: OTTOBRE 2016 - Numero 10.

One drive si riduce a 5 gigabyte.

Di Giovanni Clerici.

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One drive è il cloud messo a disposizione da Microsoft a tutti i possessori di un account collegato ai siti Microsoft.

Nel corso degli anni One drive ci aveva abituati bene e soprattutto in modo gratuito ci ha offerto molto.

Fino a poche settimane fa, luglio 2016 per la precisione, lo spazio gratuito era di 15 Gigabyte ma per alcuni aveva raggiunto anche i 30 e i 100 gigabyte che non sono certo pochi per archiviare foto, documenti e dati.

Come annunciato da Microsoft per tempo, da parecchi mesi tutti coloro che avevano un account che permetteva l’archiviazione sul cloud di One drive avranno ricevuto una e-mail con la segnalazione che a luglio 2016 sarebbe stato diminuito tale spazio a 5 gigabyte dovendo così trovare eventuali soluzioni al fine di non perdere dei dati nel caso lo spazio occupato fosse maggiore.

La possibile soluzione poteva essere quella di abbonarsi allo stesso One drive ottenendo dunque uno spazio superiore ai 5 gigabyte oppure spostare i propri dati su un altro cloud.

In rete a offrire spazio sui cloud sono parecchi, i più famosi sono Dropbox, google drive e iCloud per chi possiede un account Apple.

Lo spazio di questi non è che sia di tanto superiore a One drive, anzi, Dropbox per la versione gratuita offre 3 gigabyte, iCloud di Apple offre 5 gigabyte e la differenza la fa google drive con 15 gigabyte sui quali archiviare ciò che vogliamo.

Naturalmente tutti questi servizi cloud offrono la possibilità di acquistare dello spazio aggiuntivo, normalmente si tratta di abbonamenti mensili o annuali e i costi vanno verificati periodicamente sui siti di chi offre lo spazio.

Diciamo che affidandoci a tutti e quattro, google drive, One drive, iCloud, drop box, nella versione gratuita possiamo disporre di circa 28 gigabyte che per archiviare foto e documenti possono anche essere sufficienti.

Sicuramente poter disporre di un solo servizio con una certa capienza sarebbe meglio, ma dopo questo ritracciamento di One drive le soluzioni gratuite a parte google drive con i suoi 15 gigabyte non sembrano affacciarsi all’orizzonte.

Dropbox è il solo che ci permette di aumentare gratuitamente lo spazio di archiviazione e per farlo dobbiamo completare alcune fasi del profilo, a ogni completamento lo spazio aumenta e per ogni utente che invitiamo e che accetta di aprire un account su Dropbox ci viene riconosciuto un bonus, questo bonus si trasforma in uno spazio aggiuntivo.

Se da una parte quindi One drive ci ha tirato un colpo mancino riducendo il nostro spazio free, dall’altra possiamo ora essere spinti a cercare alternative che sulla rete non mancano, anche se il gratis suppone spesso qualche limitazione in termini di spazio, di banda, di sicurezza e per questo dobbiamo valutare attentamente ogni soluzione.

Attualmente molti servizi cloud dispongono sia di applicazioni per smartphone, sia di applicazioni per tablet e computer windows e mac, particolarità questa che è importante dato che rimanendo possibile accedere ai propri dati via web ci da la possibilità di consultare e sincronizzare i nostri contenuti direttamente da una cartella presente sul dispositivo.

Torno a ricordare quello che avevo già scritto in precedenza: l’importanza di utilizzare un servizio cloud per archiviare dei dati a cui troppo spesso non diamo molta importanza finché per un qualche motivo non li perdiamo.

Contatti, foto, posta, documenti vari, il cloud non solo ci permette di sincronizzare tutti questi contenuti su vari dispositivi ma soprattutto ce li mette al sicuro perché qualsiasi cosa accada al dispositivo i nostri dati rimangono sul server e non vanno persi.

In qualsiasi caso, sicuro da perdita non significa sicuro anche da sguardi indiscreti, a tale proposito bisogna porre molta attenzione ai dati di accesso del cloud, a mettere in campo la sebbene più remota possibilità che qualcuno possa violare questo spazio, in alcuni casi, anche coloro che offrono il servizio si riservano la possibilità di cancellare eventuali dati di dubbio contenuto.

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Per ulteriori spiegazioni, scrivere a: Giovanni Clerici



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