IL BRAILLE E LE NUOVE TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E DELLA TELEMATICA

Problematica e prospettive

di Philippe CHAZAL, Direttore del Centro di Formazione e di Riabilitazione Professionale dell’Associazione Valentin Haüy - PARIGI

I- 1825-1975 NASCITA ED EVOLUZIONE DEL BRAILLE

I primi geroglifici fecero la loro comparsa in Egitto tra il 3.200 e il 2.778 avanti Cristo. I non vedenti invece dovettero aspettare quasi quattro millenni prima che Louis Braille, anche egli non vedente, inventasse per loro nel 1825 il sistema di scrittura e di lettura che viene conosciuto con il suo nome.

Alcuni anni prima, verso il 1780, Valentin HAÜY ebbe per primo l’idea di applicare sui ciechi il progetto di insegnamento della lettura ricorrendo a lettere in rilievo goffrate su carta, la cui identificazione era tuttavia lenta e fastidiosa, mentre i testi manoscritti restavano praticamente inaccessibili.

Durante le guerre napoleoniche, il capitano di artiglieria Charles BARBIER DE LA SERRE elaborò un metodo di scrittura in rilievo, veloce e segreto, per consentire agli ufficiali di decifrare i messaggi al buio, durante le campagne. Si trattava di sonografia, una tecnica che consisteva nell’inserire i segni in una matrice di dodici punti suddivisi in due colonne da sei; la scrittura era semplificata usando una tavoletta e un punzone. Nel 1821 questo sistema è stato sperimentato dall’ Institution des Jeunes Aveugles (Istituto per Giovani Ciechi) fondato nel 1784 e nazionalizzato con decreto del 28 settembre 1791. Il metodo di cui sopra aveva i tre principali difetti seguenti: essere di tipo sonografico e non alfabetico, con la conseguenza di rendere inaccessibile ai non vedenti l’ortografia; di non prevedere alcun segno per la punteggiatura né per l’indicazione dei numeri; di essere formato da segni troppo alti che non consentivano una lettura tattile sintetica.

Nel 1829, Louis Braille pubblicò una spiegazione del suo sistema di scrittura in rilievo. Una seconda edizione sarà stampata nel 1837 con delle modifiche relative alla scrittura della musica.

Teniamo a ricordare in questa sede che le 64 combinazioni realizzabili a partire dai sei punti di base non servono solo a rappresentare l’alfabeto completo, bensì anche le lettere accentate, i numeri e la punteggiatura, la scrittura della musica (in modo lineare), le formule matematiche e le lingue straniere. Numerose lingue realizzeranno dei sistemi di abbreviazione e di stenografia basati sulla contrazione delle parole per limitare l’ingombro del braille e per rendere più agevole scrittura e lettura.

Facciamo un esempio per dimostrare che uno stesso carattere può avere più significati: i punti 2-4-6 usati contemporaneamente significano:

Questo stesso carattere naturalmente avrà altri significati negli alfabeti o abbreviazioni stranieri. Soltanto la notazione musicale infatti ha carattere universale. Esistono due notazioni matematiche fondamentali e ciò non favorisce lo scambio tra nazioni. In uno stesso paese è ancora più problematico il fatto che la notazione braille non sia ancora del tutto unificata. In Francia, per esempio, alcuni indicano il carattere di punteggiatura "punto" con il punto 3, altri con il punto 2-5-6, rendendo così molto più complicato l’apprendimento del braille.

Nonostante queste ed altre difficoltà che analizzeremo qui di seguito, il sistema approntato da Louis Braille ha superato le frontiere e resistito all’usura del tempo ed oggi il nome del suo geniale inventore è entrato nel linguaggio comune. Nell’opera "L’Emploi du Braille dans le Monde" (L’uso del braille nel mondo) pubblicata dall’UNESCO nel 1990 sono citati 65 alfabeti diversi di cui 29 per le sole lingue europee. Il persistere del braille deriva non solo dall’autonomia che assicura ai ciechi nella loro vita quotidiana, sociale, culturale e professionale, ma anche dal fatto che il sistema non è rimasto immutato dal 1825, bensì si è costantemente evoluto:

II- 1975-1995 OTTO PUNTI ALL’AVANGUARDIA DEL PROGRESSO

Il braille continua ad adattarsi.

Dal 1975, l’informatica entra, lentamente ma inesorabilmente, nella nostra vita quotidiana. In Francia, nelle nostre famiglie, il minitel prende pian piano il posto del telefono per offrirci dei nuovi servizi (elenco elettronico, consultazione orari, prenotazione biglietti, ordini a distanza); la parola "informatica" dischiude tutto il suo significato man mano che termini quali computer, stampante, elaborazione testi e software entrano nel linguaggio comune. Una sola parola spaventa molto i non vedenti perché designa un oggetto puramente visivo: lo schermo. La sua introduzione negli uffici e nelle varie amministrazioni non rischia di gettarci in fondo alla scala sociale-professionale e di rendere ancora più difficile il nostro inserimento lavorativo?

Fortunatamente, i ricercatori si sono ben presto fatti carico dei nostri problemi. Degli universitari per esempio hanno elaborato dei programmi per la trascrizione di testi in braille, ma anche delle grandi compagnie hanno messo a punto e sul mercato i primi hardware specifici. Il costruttore francese SAGEM fabbrica delle stampanti braille che spesso, in mancanza di pc, vengono azionate dalla loro tastiera AZERTY, oppure attraverso le bande perforate inserite nel lettore. Consentitemi di evocare un ricordo personale. All’inizio della mia attività professionale, nel 1976, ero particolarmente fiero di avere nel mio ufficio una stampante come quella che ho appena descritto, che mi permetteva di riprodurre alcuni esemplari su carta dei testi in braille, cosa che preferivo decisamente rispetto alla possibilità di ricorrere al termostampaggio per la duplicazione di tali documenti.

Ma torniamo allo schermo. Con il DOS, era particolarmente facile leggere il suo contenuto sulla linea braille inserita nella parte inferiore della tastiera del computer, che riproduceva in rilievo il testo visualizzato sullo schermo. Tale testo era composto da 25 linee di 80 segni ognuna e per l’utente era facile spostarsi sulla pagina con l’ausilio di tasti della tastiera muniti di frecce.

In questa fase si presentarono due problemi che resero possibile una nuova evoluzione del braille:

In conclusione, ribadisco che è di particolare ostacolo ai nostri progetti l’assenza di un codice braille informatico standardizzato. Infatti, la mancanza di codici comuni fa sì che i costruttori e gli analisti ricorrano per le loro sequenze tattili in braille e per i loro programmi a codici scelti arbitrariamente, con il risultato che l’utente che passa da una macchina all’altra incontra particolari problemi.

Passiamo ora ad esaminare le ripercussioni della microinformatica sul braille e quindi le conseguenze non meno importanti della stessa scienza sulla vita quotidiana dei non vedenti.

Le ripercussioni della microinformatica sul braille

A. La scrittura del braille

Come osservava giustamente Christian COUDERT in una interessantissima relazione del novembre del 1991: "Fino a questi ultimi anni abbiamo avuto a nostra disposizione per scrivere in braille solo delle tavolette o delle macchine da scrivere PERKINS. Oggi possiamo avvalerci di microcomputer standardizzati e di un’ampia gamma di prodotti ideati a nostro specifico uso che, il più spesso, possono essere collegati a loro volta ad un microcomputer". Queste nuove possibilità di scrittura hanno cambiato le nostre vite: gli studenti possono prendere appunti nelle aule universitarie senza fare rumore, evitando di dovere registrare le lezioni per poi ricopiarle perdendo molto tempo. Ricordiamo inoltre che in molti paesi il costo per l’attrezzatura degli studenti e dei lavoratori ciechi viene coperto dallo Stato oppure da appositi Enti. Sottolineiamo altresì che su alcuni computer o portatili, il non vedente può digitare il testo sia a mezzo tastiera AZERTY che con una tastiera a sei tasti identica a quella delle macchine PERKINS. La seconda soluzione presenta il vantaggio di consentire l’annotazione abbreviata, se non addirittura in braille stenorgafico, con il risultato di ottenere una maggiore rapidità. Ultimamente sono stati ideati dei programmi che consentono la conversione di un testo digitato in braille abbreviato, onde consentire ad uno studente di prestare i suoi appunti ad un collega o i suoi elaborati ai professori.

Non è questa la sede per esaminare tutte le ripercussioni della microinformatica sulle tipografie in braille. Per farsene un’idea basti pensare alla loro proliferazione. Ogni scuola ha oggi una sua tipografia. Le associazioni locali, talvolta anche i privati, propongono nuovi titoli ogni mese. Venti anni fa erano in funzione in Francia meno di cinque grandi tipografie. Oggi la Francia ne annovera un centinaio, più o meno importanti. Il testo da stampare viene inserito mediante digitazione sulla tastiera oppure mediante scanner, viene poi corretto a video e preparato per essere elaborato da un software che esegue la sua trascrizione in braille abbreviato o integrale. Dopo aver compiuto queste operazioni, di solito il testo viene riletto da un correttore di bozze non vedente prima di essere stampato su carta o su supporto plastico o di metallo se la tiratura supera alcune decine di unità. Queste operazioni sono particolarmente semplici. Esse diventano più complesse per la produzione di testi scolastici per i quali è opportuno adattare i bozzetti e le didascalie nonché sostituire spesso i commenti ai diagrammi. E’ comunque un dato di fatto incontrovertibile che la diffusione del braille è aumentata considerevolmente sia per quanto riguarda la letteratura di riferimento che i romanzi, le riviste e i giornali, fino alle partiture musicali. Ricordiamo inoltre che una piccola società francese (BRAILLE-SOFT) produce ogni settimana una rivista su dischetto: "le monde hebdomadaire" (il mondo settimanale) con più di duecento abbonati. La stessa società ha curato più di 300 opere in questo formato e più di 500 lettori hanno acquistato il software, dimostrando così il successo di questa formula. Se la produzione del braille su carta è ancora relativamente onerosa, lo stesso non vale per la diffusione di opere su dischetto che risulta tanto più economica quanto più l’editore accetta di rendere noti i supporti informatici sui quali ha già acquisito il testo. BRAILLE-SOFT ha sottoscritto dei contratti con le principali case editrici e ci auguriamo che tali scambi si intensifichino ulteriormente nell’interesse dei non vedenti.

B. La lettura del braille

Come già accennato, la sequenza tattile è di facile lettura, consente un’esatta rappresentazione su video. Essa è in grado di segnalare al suo utente i parametri dei caratteri: colori, lucentezza, neretto, ecc. Il controllo di uno o più cursori può inoltre essere automatizzato e la velocità di scorrimento delle linee sincronizzate può essere adattata alla velocità di lettura dell’utente braille. Una stessa sequenza braille contiene diverse tavole di caratteri prestabilite o definite dall’utente. Sembra un sogno... Solo il prezzo di queste attrezzature ci riporta alla realtà: decine di migliaia di franchi.

Il testo letto può provenire da diversi supporti: dischetti e CD-ROM sono oggi i più diffusi, ma il non vedente può anche accedere direttamente all’informazione, attraverso il modem sul suo computer che gli apre le porte sulle diverse reti: minitel ed internet per esempio. Il braille ci pone sullo stesso livello dei nostri corrispondenti, possiamo scambiare dischetti, dialogare con loro su minitel o internet, anche senza che essi sappiano del nostro handicap.

Grazie ai lettori ottici o scanner, i cui software di lettura hanno fatto dei notevoli passi avanti questi ultimi anni, oggi è relativamente facile riprodurre in braille documenti stampati o battuti a macchina: lettere, estratti conto bancari opere di ogni tipo possono essere letti direttamente sulla sequenza tattile del computer, memorizzati, copiati sui vari supporti o stampati. Anche in questo campo, il sogno è diventato realtà.

Gli utenti ciechi sono diventati sempre più numerosi e regolari nell’uso di calcolatrici con schermi braille o sintesi vocali, nella loro vita personale o professionale. Basta con il pallottoliere per fare un’operazione elementare. Per quanto possa sembrare strano, per noi è stato un gran successo.

C. Memorizzazione e conservazione dei documenti

Tutti sanno che uno dei principali inconvenienti del braille è l’ingombro. Mentre i nostri amici vedenti mettono nelle loro borse un codice civile, un romanzo o un piccolo dizionario, le cose per noi sono un po’ più complesse. E’ raro che per un piccolo libro basti un volume braille. Per un dizionario è necessario un ingombro di più metri e ciò pone un limite anche al più vorace appetito di conoscenze di uno di noi. Oggi, grazie ai dischetti e ancor più ai CD-ROM, il problema è stato definitivamente risolto. La capacità di un solo CD-ROM di 12 cm di diametro supera 500 mega, 250.000 pagine di testo, 1.000 libri in braille di 200 pagine ciascuno. Anche se diversi CD-ROM contengono informazioni grafiche o sonore che occupano molto spazio nella memoria, la comparsa di questi nuovi supporti ha provocato una vera rivoluzione.

Inoltre dischetti e CD-ROM, in buono stato di conservazione, possono contare una vita lunga, se non lunghissima. Una durata che invece non sarebbe stata possibile per il braille su carta. Nessun punto schiacciato: la qualità delle cellule piezoelettriche delle sequenze tattili è ormai nota a tutti. Basta con i libri pieni di polvere che passano di mano in mano (mani più o meno pulite) di decine di lettori. Grazie a questi nuovi supporti è oggi possibile stampare su richiesta un’opera o una partitura musicale come lo fa l’Associazione Valentin HAUEY per ingrandire la biblioteca, per i clienti della sua tipografia o per i musicisti che richiedono il servizio di trascrizione.

Possiamo concludere dicendo che informatica ha fatto molto per il braille, ma anche e soprattutto per i non vedenti.

Le ripercussioni della microinformatica sui ciechi

Cominciamo questo capitolo citando nuovamente alcune frasi di Christian COUDERT: "L’apporto di più grande portata dell’informatica è indubbiamente l’elaborazione del testo che ci regala quella leggerezza nello scrivere che ben conoscono da sempre i vedenti. Con una penna è facile correggere, eliminare, sottolineare, stravolgere un testo. Un documento in braille, dopo essere stato scritto, con l’ausilio di una tavoletta o di una macchina PERKINS, non poteva più essere modificato senza rischiare di alterare la sua leggibilità e chiarezza. Il computer ci consente oggi di inserire o di eliminare parole, righe, frasi, di correggere gli errori, di invertire l’ordine dei paragrafi, di fondere più documenti in uno solo". Il fatto di avere accesso ai correttori ortografici come i vedenti è per noi di particolarissima importanza. Dato che i documenti ai quali avevamo accesso erano relativamente pochi, ci capitava spesso di commettere degli errori di ortografia anche su parole abbastanza in uso.

Abbiamo già ricordato la ricchezza delle informazioni o banche dati cui possiamo accedere oggi grazie alle diverse reti esistenti. Ci soffermeremo ora sugli sforzi intrapresi da alcuni giornali, in particolare in Svizzera, Italia e in alcuni paesi scandinavi, per consentire ai non vedenti un accesso immediato all’attualità. Ogni giorno, più precisamente ogni notte, le redazioni trasmettono i dati del giornale via computer, sul pc dell’utente che ne prenderà conoscenza quando vorrà, durante il giorno, sul suo visualizzatore braille o a mezzo della sintesi vocale. L’uso del programma di lettura è molto semplice e permette a chiunque di farne uso, anche se completamente a digiuno di informatica. Gli ordini vengono dati attraverso lo spostamento del cursore che consente di scegliere una rubrica o un articolo di una lista. Un utente svizzero ha così commentato questa novità "Oltre alle notizie di attualità politica, che mi interessano in modo particolare, posso disporre di una grande quantità di informazioni nei più diversi campi: previsioni del tempo, risultati delle partite di calcio, economia e finanza, ricette di cucina, oroscopi ecc. Per ottenere tutto ciò è bastato un pc ed il collegamento alla tv via cavo; l’apparecchio necessario è inserito nel computer ed occupa poco spazio". In Francia è veramente un peccato che esperienze del genere non siano state effettuate. Due quotidiani regionali diffondono sei giorni a settimana una versione braille delle loro edizioni locali. Il primo ad effettuare questo esperimento ha una sua tipografia e circa 200 abbonati, l’altro non più di venti. Tenuto conto del numero sempre maggiore di non vedenti che oggi hanno un computer, possiamo scommettere che un quotidiano teletrasmesso otterrebbe un notevole successo.

III - IL FUTURO IN CHAROSCURO

Se per il mondo dei ciechi le novità informatiche hanno significato un indubbio progresso, altri sviluppi potrebbero rappresentare invece una minaccia. Il futuro è dell’interfaccia grafica e tra gli ambienti DOS e WINDOWS il fossato culturale si fa ogni giorno più grande. Per un vedente infatti l’immagine parla di più che non la parola. E’ questa la filosofia della piattaforma grafica supportata dal programma MS-WINDOWS e il cui fine consiste nel rendere l’uso di un computer un gioco per bambini, anche per i meno esperti. Delle icone sullo schermo del pc stanno ad indicare quello che si deve fare e la funzione desiderata può essere facilmente selezionata e attivata con il mouse. Tutti noi sappiamo invece che la presentazione dell’informazione con la scrittura braille e nel linguaggio sintetico, resta strettamente lineare o sequenziale e non permette di puntare su un elemento particolare. Perché un cieco possa lavorare in ambiente WINDOWS o MAC è necessario che ciò che compare sullo schermo, la disposizione delle finestre e dei menu sia descritto in modo verbale e che le operazioni siano realizzabili attraverso delle operazioni alla tastiera. Ma con il raffinarsi delle prestazioni dei computer e delle tecniche grafiche, diventa sempre più difficile l’interpretazione del dialogo da parte dell’handicappato della vista.

Benché più ditte abbiano sviluppato programmi per consentirci di accedere a WINDOWS, oggi non esiste ancora una soluzione completa, in grado di funzionare senza problemi con tutti gli ausili supplementari e di consentire il perfetto funzionamento degli applicativi più diffusi, come per esempio WORD per l’elaborazione dei testi, EXCELL per la gestione di tabelle, ACCESS come data base, la POSTA ELETTRONICA per lo scambio di informazioni. La linea braille e la sintesi vocale sono aspetti complementari che ci forniscono solo una piccola parte di quanto una persona vedente osserva sullo schermo. Inoltre, questa piccola parte è fatta di soli caratteri e segni: niente grafici, niente immagini, colori, contrasti di luce né formattazioni diverse. Noi vediamo lo schermo come se leggessimo attraverso una piccola finestra che consente una visione molto limitata. Il nostro modo di operare con WINDOWS è quindi necessariamente molto diverso da quello che adotterà una persona senza problemi di vista. Noi non facciamo uso del mouse ma dobbiamo limitarci alla tastiera, non attiviamo i comandi dalla barra degli strumenti ma dai menu, non possiamo verificare se ciò che è sullo schermo corrisponde esattamente a ciò che sarà stampato e siamo quindi legati ad ulteriori informazioni descrittive.

In sintesi, diverse soluzioni consentono l’accesso a WINDOWS da parte dei non vedenti:

La scelta tra queste diverse soluzioni sarà compiuta in relazione alle caratteristiche cognitive dell’operatore, ma anche e soprattutto al lavoro che dovrà compiere. Si ravvisa comunque l’esigenza di una ricerca più approfondita mirata a fare sì che la trascrizione in braille e la riproduzione a mezzo sintesi vocale siano delle possibilità complementari e non solo delle tecniche utilizzate in parallelo.

E’ inoltre utile ridurre il numero dei produttori di sequenze braille per non vedenti, nell’interesse di questi ultimi. Sul mercato francese infatti ne troviamo quasi una decina: ALVA, BAUM, EUROBRAILLE, HANDIALOG, HANDYTECH, TECHNIBRAILLE, TELESENSORY, TIEMAN, per limitarci ai più importanti. Questa forte diversificazione avrebbe senso se il mercato fosse di dimensioni notevoli (fortunatamente non lo è) e presenta numerosi svantaggi. In primo luogo, ogni sequenza ha i suoi propri comandi e, quindi, l’utente non può passare facilmente da una all’altra. I nostri studenti abituati ad usare una determinata attrezzatura si trovano in difficoltà quando un’azienda li fa lavorare su un posto di lavoro che utilizza una sequenza diversa. Inoltre, ogni costruttore deve sviluppare i suoi propri "driver" affinché vari prodotti possano essere utilizzati con diversi programmi che consentono per esempio l’accesso a WINDOWS. Il nostro Centro di Formazione possiede per esempio una quarantina di sequenze braille di un tipo, che funzionano perfettamente con la prima versione di VIRGO, ma non con la seconda, in quanto il costruttore ha deciso di lavorare con JAWCE. Speriamo di convincerlo a sviluppare i nuovi "driver" perché in caso contrario per noi sarebbe una catastrofe e saremmo costretti a rinnovare tutte le nostre attrezzature.

Una profonda conoscenza dei programmi e delle loro funzioni per noi sarà sempre più indispensabile. I nuovi concetti di icona, bottoni e finestre di dialogo non aiutano il principiante. L’ambiente WINDOWS è caratterizzato tuttavia da leggi molto chiare e da processi standardizzati. Un aspetto di forza dei programmi WINDOWS consiste nel fatto che sono simili in molti elementi, cosa che facilita notevolmente l’apprendimento di un nuovo programma. E’ quindi molto utile esaminare con attenzione questi elementi ricorrenti ed imparare a lanciare un programma, ad uscirne, ad aprire un file, ad elaborare i dati in esso contenuti. Il buon formatore è in grado di proporre le esercitazioni adatte al risultato auspicato e ai soggetti in questione.

Oggi è quasi un dato di fatto che ci stiamo muovendo a passi da gigante verso "la totale graficità" che consentirà inoltre di eliminare la barriera della lingua e di proporre dei software direttamente a livello mondiale. Se speriamo ancora nel futuro è per via della standardizzazione e dell’obbligo imposto dalla legge americana ai costruttori di rendere i loro prodotti accessibili agli handicappati. In queste condizioni e tenuto conto del fatto che il numero di prodotti utilizzati tende a diminuire, gli adattamenti non saranno facili ma saranno utili a buona parte dei portatori di handicap della vista. Speriamo che questa standardizzazione, che deve tener conto incessantemente delle novità, si adatti alle minoranze ed in particolare alla minoranza costituita dalle persone portatrici di handicap.

Prima di finire questo excursus vorrei rivolgere la mia attenzione sull’adattamento di Internet ai non vedenti. La rete delle reti, nata negli anni ‘70, si è molto sviluppata da alcuni anni ed è oggi possibile stabilire una comunicazione immediata tra circa quaranta milioni di persone collegate in rete nel mondo intero. E’ una comunicazione di idee, di timori, speranze e delusioni, di passioni elevate o meno. Su internet si trova di tutto, dalle stelle alle stalle, informazioni che possono facilitare sempre di più la vita quotidiana dei non vedenti: giornali, televendite, operazioni bancarie, testi classici della letteratura francese, opere di consultazione, ecc. Fino ad oggi era possibile navigare in modalità testo nella maggior parte dei siti WEB. Pare tuttavia che con NETSCAPE 2.0 e con l’utilizzo di "frames" (finestre che dividono lo schermo) sempre più siti diventeranno inaccessibili. Ogni giorno di più possiamo infine sperimentare la "realtà virtuale" che consente di spostarsi in un contenuto come in un ambiente a tre dimensioni. Non è lontano il giorno in cui si avrà accesso al conto corrente simulando il modo in cui ci si reca fisicamente in banca o allo sportello automatico. In considerazione di quanto precede, i navigatori non vedenti dovranno fare pressione sul creatori di pagine WEB per renderli edotti dei loro problemi e cercare con loro delle soluzioni adeguate: visualizzazione di una breve descrizione al posto di un’immagine, concezione e produzione di un server telefonico che consenta un accesso sonoro al contenuto delle pagine WEB per tutti gli utenti del telefono, siano essi non vedenti o meno.

CONCLUSIONI

Il ruolo del braille ha conosciuto una profonda evoluzione da alcuni anni. L’informatica adattata ci ha aperto dei nuovi orizzonti nella nostra vita personale o professionale. Tuttavia, questa tecnologia geniale non è ancora utilizzata in modo ottimale. Per esempio, c’è ancora molto da fare per adattare le biglietterie automatiche, per dare ai non vedenti un accesso immediato ai documenti amministrativi, per stimolare gli analisti ad associare un testo alle immagini, per trascriverne il contenuto o avvertire l’utente che un’immagine è stata inserita. I siti che si avvalgono di sequenze animate composte da immagini, testo e suono non saranno accessibili con uno schermo braille. Essi lo saranno, forse, il giorno in cui il braille sarà efficacemente associato alla parola e alle indicazioni sonore. Siamo dell’avviso che il braille vivrà ancora molti anni.