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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

 

Alla scoperta delle marche

Ravenna 15/09/2012 uicra@uiciechi.it

Alla scoperta delle Marche
Siamo partiti in 33 persone: non vedenti, ipovedenti, accompagnatori, familiari, in pullman da Ravenna al mattino di sabato 8 settembre alla volta delle marche.
La nostra prima tappa è stata Camerano, poco più a sud del conero, un paese di settemila abitanti sulle colline. Il tempo era buono e soleggiato, sul posto abbiamo incontrato la nostra guida che ci ha accompagnati a visitare qualcosa di molto interessante e particolare: le grotte di Camerano. Si tratta di gallerie e stanze sotterranee scavate dall’uomo in epoca preromana ad opera dei piceni, le popolazioni che abitavano le marche a quel tempo. È una testimonianza straordinaria della vita di quelle genti che abitavano sottoterra adoperando strumenti rudimentali alla luce delle torce. Più recentemente, tra l’800 e il 900 le grotte, che arrivano fino a 18 metri di profondità, sono state adoperate dalle famiglie benestanti di Camerano, che avevano le loro abitazioni sopra di esse, per conservare il vino nelle botti o per tenere al fresco gli alimenti. L’ultima volta che l’uomo se ne è servito è stato nel 1944 come rifugio per ripararsi dai bombardamenti. Ora le grotte di Camerano sono diventate una attrattiva per i turisti, peraltro ancora poco conosciute. La zona di Camerano ospita pure fabbriche di fisarmoniche, cartiere, mobilifici. La seconda tappa del nostro viaggio è stata Cingoli, un paese arroccato sulla collina a 631 metri da dove si gode una veduta di un’ampia zona di territorio sottostante fino al mare che comprende molte città. l’aria è stata tersa e buona durante tutto il viaggio, ho avuto l’impressione di posti tranquilli e di gente buona e operosa. Nei pressi di Cingoli abbiamo visitato una straordinaria mostra di sidecar che ci è stata illustrata dal collezionista in persona all’interno di un capannone. La strada percorsa dalla nostra corriera condotta da Guido, si è snodata tra i saliscendi di strade che passano tra verdi colline, campi coltivati, uliveti. Alla sera abbiamo raggiunto Camerino, dove ci siamo fermati in un albergo. Dopo cena abbiamo visitato, sia pure brevemente, il centro della città. Ci siamo soffermati sulla piazza del duomo, la cui facciata è adornata da un colonnato. Poi siamo entrati dentro l’androne dell’università, da qui abbiamo raggiunto una suggestiva balconata dalla quale si può vedere l’orto botanico.
Domenica 9 abbiamo lasciato Camerino e raggiunto Calderola, un piccolo paese con una storia interessante, che ha come fulcro il cardinale Giovanni Evangelista Pallotta, un prelato nativo del luogo che era divenuto molto influente a Roma e nello stato pontificio: siamo alla fine del 1500. Pallotta fece costruire importanti edifici nel centro di Calderola, in particolare il palazzo, che è l’attuale sede del comune, addobbato di soffitti a cassettoni e con stanze affrescate da artisti marchigiani emergenti dell’epoca. Così crebbe l’importanza di questo centro che in precedenza era molto piccolo. E ancora il cardinale Evangelista Pallotta fece ricostruire un castello del nono secolo presente in paese, che divenne la residenza della famiglia per oltre tre secoli. Il castello sovrasta il paese ed è molto ben conservato e arredato con i mobili dell’epoca, è dotato di ponte levatoio e vi è conservata una collezione di carrozze. Questo castello fu abitato dai discendenti della famiglia Pallotta dal 500fino al 1970, attualmente è utilizzato per ricevimenti e visite guidate. Nel pomeriggio abbiamo lasciato il castello di Calderola, dopo aver consumato un lauto pranzo nella sala d’armi, alla volta di Tolentino. Qui ci siamo fermati col pulman sulla piazza dove si affaccia la chiesa di san francesco affiancata da un bel campanile. Da qui è partita la nostra escursione in città, accompagnati da una guida. La visita si è concentrata sulla chiesa di san Nicola da Tolentino, il santo locale di cui ci è stata narrata la storia. La devozione della gente marchigiana,delle famiglie nobili e abbienti del luogo ha dato l’impulso per costruire la basilica dedicata a San Nicola, un imponente chiostro e una serie di edifici attigui e collegati che costituiscono la meta dei tanti pellegrini che venerano le spoglie mortali del santo di Tolentino. Nella basilica, tra laltro, vi è una tela del Guercino raffigurante sant’Anna che riceve la notizia dell’immacolata concezione della Madonna, sua figlia, da parte di un angelo. Nel cappellone attiguo al chiostro vi sono degli affreschi raffiguranti la vita di san Nicola che viene ricordato e raffigurato, tra l’altro, come esorcista, nell’atto di liberare dal demonio una giovane donna. Al cullmine della visita siamo entrati nella cripta dove sono conservate le spoglie mortali di san Nicola. Si è fatto tardi, è ormai tempo di rientrare a Ravenna, ci siamo diretti verso il nostro pulman, è stato un viaggio denso e interessante, organizzato, come sempre, dall’impareggiabile Antonietta.

Riccardo Satriano


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