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U I C - Osservatorio Siti Internet - OSI -

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Intervista alla Commissione OSI.

Domande sull’accessibilità poste da una studentessa per la sua tesi di laurea

  1. Cosa è l'accessibilità di un sito web?

Il concetto di accessibilità dei siti web non è facile da definire. Poiché dal 2004 esiste in Italia una legge (L. 9 gennaio 2004 n. 4) che regolamenta la materia, conviene partire dalla definizione di accessibilità contenuta nell’art. 2 di questa legge. “accessibilità: la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari”

Questa definizione non richiede molte spiegazioni. I siti web devono essere realizzati in modo tale che chiunque possa accedervi ed utilizzarli, reperendo le informazioni in essi contenute.

Esistono delle regole tecniche che, se rispettate, garantiscono la certezza di creare un sito accessibile, anche se non si deve mai sottovalutare l’importanza di effettuare una verifica sul campo, con il coinvolgimento di persone disabili, sebbene questo aspetto non sia obbligatorio per legge.

  1. Quali categorie di utenti ne beneficiano?

Le regole tecniche dettate per garantire l’accessibilità dei siti web si rivolgono innanzitutto ai disabili ed in particolare:

  • Ai non vedenti, che non possono vedere lo schermo e si servono di programmi per la lettura dello schermo o browser vocali, che interpretano il codice HTML e danno un riscontro vocale di ciò che appare sullo schermo, con indicazioni aggiuntive utili per cogliere la presenza di particolari oggetti, quali liste, tabelle, moduli, frames;
  • Agli ipovedenti, persone che presentano limitazioni più o meno gravi alla funzionalità visiva, i quali hanno difficoltà nel leggere caratteri molto piccoli, oppure utilizzano opzioni di personalizzazione dello schermo, che possono stravolgere il normale layout delle pagine, senza contare i problemi legati ai contrasti di colore;
  • Agli ipoacusici, che non possono sentire le parti audio del sito;
  • Ai dislessici e ad altri disabili cognitivi, i quali possono trovare difficoltà nel leggere ed interpretare correttamente il testo delle pagine web;
  • Ai disabili motori con problemi agli arti superiori, per i quali si deve garantire che l’interazione con il sito web sia possibile anche mediante dispositivi di input diversi da tastiera e mouse.

Gli accorgimenti che si devono adottare per rendere un sito accessibile risultano utili anche agli utenti normodotati. Basti pensare alla chiarezza dei testi, al mancato uso di colori sfumati o effetti grafici eccessivamente disturbanti, ecc.

  1. Quali sono i vantaggi di un sito accessibile?

L’accessibilità dev’essere tenuta presente fin dal momento della progettazione. Ciò consente di creare un sito ben strutturato, di separare nettamente gli elementi strutturali dal contenuto, il che rende più semplice la gestione del sito da parte del webmaster.

Molti sono i vantaggi per gli utenti, non solo per quelli disabili. Rimuovendo le barriere che ostacolano l’accesso al sito di una o più categorie di potenziali utenti, aumenta il numero di contatti, il che non è un elemento trascurabile soprattutto per i siti commerciali.

  1. Influisce sul posizionamento nei motori di ricerca?

Il rispetto delle regole tecniche dell’accessibilità migliora sicuramente il posizionamento del sito nei motori di ricerca. Sebbene non siano noti i criteri utilizzati dai diversi motori di ricerca per assegnare il ranking ai siti che vengono indicizzati automaticamente, è certo che l’uso di una DTD (document type declaration) pubblica, l’uso di testi alternativi per le immagini, l’esplicita dichiarazione della lingua in cui è scritto il testo ed altri accorgimenti legati all’accessibilità influiscono positivamente sul posizionamento del sito.

Nella primavera del 2006 Google, il principale motore di ricerca, ha lanciato in via sperimentale un servizio chiamato Google Accessible Search (http://labs.google.com/accessible), che dovrebbe porre ai primi posti tra i risultati quei siti che rispettano le regole tecniche sull’accessibilità. Attualmente non è possibile esprimere un giudizio esaustivo su questo servizio, dato che i siti che rispettano le linee guida del W3C sull’accessibilità sono relativamente pochi rispetto allo sterminato numero di pagine web indicizzate da Google, quindi si possono ottenere buoni risultati solo su ricerche specifiche, come ad es. la ricerca di informazioni relative alle associazioni dei disabili o alle tecnologie assistive.

  1. Quando un sito si definisce accessibile?

Sia le linee guida del W3C per l’accessibilità dei siti web sia la Legge 4/2004 individuano diversi livelli di accessibilità, ai quali corrispondono regole tecniche sempre più stringenti. Il W3C ha individuato tre livelli di accessibilità, mentre la Legge italiana prevede due livelli: il primo, basato sull’applicazione di 22 requisiti ti dipo oggettivo, è obbligatorio per le Pubbliche Amministrazioni e per i siti di pubblica utilità o di aziende che ricevono finanziamenti pubblici; il secondo, basato su una valutazione di tipo soggettivo, è facoltativo.

Chi rispetta i diversi livelli di accessibilità può esporre sul proprio sito un apposito bollino, che ne attesta la conformità alle specifiche regole tecniche.

  1. Cosa sono i CSS?

I CSS (cascading style sheets, ovvero fogli di stile a cascata) sono il sistema adottato dal W3C per separare gli elementi strutturali e di formattazione delle pagine web dal contenuto delle stesse. Nei fogli di stile si possono definire vari aspetti della formattazione, quali il tipo e la grandezza dei caratteri, il colore del testo e dello sfondo, ecc. Tramite i div si possono creare dei rettangoli all’interno dei quali posizionare tutti gli elementi presenti nella pagina web.

Si possono definire più fogli di stile ed associarli ai diversi dispositivi di output (schermo, stampante, browser aurale), consentendo di formattare la pagina nel modo più appropriato al dispositivo di visualizzazione.

  1. Cos'è l'XHTML?

XHTML (extensible hypertext markup language) è uno standard definito dal W3C. Si tratta di una evoluzione del linguaggio HTML, per renderlo compatibile con la famiglia dei linguaggi XML, che stanno diventando lo standard per la scrittura di contenuti strutturati.

Esistono tre sottolivelli di XHTML, a seconda della maggiore o minore aderenza alle regole dei linguaggi XML, le quali prevedono, tra l’altro, che qualsiasi elemento che viene aperto deve essere chiuso. In caso di elementi nidificati, il primo che viene aperto dev’essere l’ultimo che viene chiuso.

  1. Cos'è il W3C?

Il W3C (World Wide Web Consortium) è una organizzazione internazionale senza scopo di lucro, costituita da enti governativi, centri di ricerca ed aziende. Il suo compito è quello di definire le regole che stanno alla base della rete Internet e e dei suoi protocolli. Senza queste regole, i diversi computer che costituiscono i nodi della Rete non potrebbero comunicare tra di loro.

All’interno del W3C, l’iniziativa WAI (web accessibility initiative) fin dal 1996 si occupa di definire delle regole che consentano la creazione di siti web, di editor di pagine web e di browser accessibili ai disabili.

Nel 1999 il WAI ha elaborato una serie di raccomandazioni, dette anche linee guida. Sulla base di tali raccomandazioni il parlamento degli Stati Uniti ha emanato la Section 508 del Rehabilitation Act.

Anche la Legge 4/2004 si ispira a queste linee guida.

Attualmente è in fase di scrittura una nuova versione delle linee guida, che tiene conto dei progressi tecnologici sia per quanto riguarda le nuove possibilità offerte agli sviluppatori dei siti web sia per quanto attiene ai progressi fatti dagli screen reader e dai browser vocali.

  1. Cosa sono le specifiche WAI? Sono a volte difficili da applicare?

Attualmente dobbiamo rifarci alla versione 1.0 delle WCAG (Web Contents Accessibility Guidelines) emanate nel maggio del 1999. Si tratta di 14 regole generali, che si sostanziano in diversi punti di controllo. Le linee guida sono scritte in modo tale per cui ce ne sono alcune il cui mancato rispetto pregiudica completamente l’accessibilità (livello A), altre sono considerate utili per evitare che alcune categorie di utenti risultino precluse dall’accesso a singoli contenuti delle pagine web (livello AA), ed infine altre sono considerate opzionali, in quanto il loro rispetto migliora ulteriormente l’accessibilità del sito (livello AAA).

A seconda del tipo di regole che vengono rispettate in fase di realizzazione del sito web, si possono esporre i corrispondenti bollini, ai quali sono collegati dei software per la valutazione automatica della conformità del sito al rispettivo livello di punti di controllo.

In generale l’applicazione delle linee guida WAI non è difficile, richiede solo un minimo di attenzione. Non si può tuttavia negare che alcune regole siano di difficile applicazione, vuoi per la loro genericità (es.: il testo dev’essere semplice e chiaro), vuoi per l’effettiva impossibilità di prescindere dall’uso di determinate tecnologie non standard, come Java e ActiveX, specie per i siti di commercio elettronico.

  1. Qual è la situazione attuale, a livello istituzionale e legislativo, riguardo le problematiche dell'accessibilità dei cittadini e in particolare dei cittadini disabili?

La legislazione italiana è all’avanguardia per quanto riguarda i temi dell’accessibilità. Limitandoci al campo delle tecnologie, i disabili hanno diritto di ottenere dal Servizio Sanitario Nazionale la fornitura totale o parziale di quasi tutte le tecnologie assistive oggi esistenti.

La Legge 9 gennaio 2004 n. 4, detta anche “Legge Stanca” dal nome del ministro per l’innovazione tecnologica Lucio Stanca che la propose, obbliga le Pubbliche Amministrazioni, le aziende che forniscono servizi pubblici e le aziende di trasporto e di telecomunicazione a prevalente partecipazione di capitale pubblico, a realizzare siti accessibili, cioè siti che rispettano i 22 reqisiti tecnici contenuti nel D.M. 8 luglio 2005 n. 183. Le aziende private escluse da tale obbligo sono incentivate al rispetto dei requisiti tecnici mediante la possibilità di esporre un bollino, che attesta il diverso grado di accessibilità del sito web.

La legge prevede delle sanzioni per chi non realizza o adegua i siti web alle nuove regole. In particolare, il contratto tra l’azienda proprietaria del sito e quella incaricata di realizzarlo è nullo se non prevede il rispetto dell’accessibilità o se comunque porta alla realizzazione di un sito non accessibile. Cè anche una responsabilità disciplinare del dirigente incaricato dell’attuazione della legge, che tutte le Pubbliche Amministrazioni devono nominare.

Non è, invece, previsto un diretto risarcimento per il singolo disabile che non può accedere ad un determinato sito. Tuttavia la Legge 1 marzo 2006 n. 67 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni) apre nuove possibilità in questo senso.

Naturalmente si spera sempre di non dover ricorrere a questi strumenti, ma che sia sufficiente diffondere a tutti i livelli la cultura dell’accessibilità per poter avere un numero sempre maggiore di siti web veramente accessibili e fruibili da tutti.

  1. E' elevata la quantità di siti web che dichiarano di essere accessibili anche se non lo sono?

In base alla nostra esperienza non è elevato il numero di siti web che dichiarano di essere conformi alle linee guida del W3C o alla Legge 4/2004, ma alla prova dei fatti non lo sono. Spesso ciò dipende da una frettolosa e meccanica applicazione delle regole tecniche, che consente di superare i controlli dei validatori automatici, ma non garantisce una piena accessibilità da parte delle persone disabili. Non mancano tuttavia neppure casi in cui il semplice controllo automatico mediante strumenti di valutazione assistita mostra chiaramente errori che inficiano l’accessibilità del sito. Evidentemente, non volendo pensare ad una ipotesi di malafede, dobbiamo ipotizzare che il sito web in origine era accessibile, ma poi un intervento successivo, magari per aggiungere un banner pubblicitario o una finestra pop-up per evidenziare un particolare evento, ha stravolto l’originaria accessibilità del sito web.

  1. Come si valuta l’accessibilità?

In base alla Legge 4/2004, la valutazione dell’accessibilità si effettua in due modi:

  • valutazione oggettiva: navigando nelle pagine web e controllando il codice HTML delle pagine si verifica il rispetto dei 22 requisiti tecnici contenuti nell’allegato A del D.M. 8 luglio 2006 n. 183; in particolare si devono utilizzare diversi browser, con e senza supporto di javascript, applet ed altre tecnologie non standard, con diverse risoluzioni dello schermo e provando ad utilizzare gli strumenti offerti dai browser per migliorare la leggibilità delle pagine da parte degli utenti ipovedenti;
  • valutazione soggettiva: condotta da un pull di esperti, comprendenti anche persone con diverse disabilità, consente di verificare la facilità d’uso e la piena corrispondenza delle soluzioni alternative predisposte in presenza di singoli contenuti o pagine non accessibili nella loro versione standard.
  1. Quali sono i veri costi e quali i benefici dell'accessibilità?

Se l’accessibilità è tenuta presente fin dal momento della progettazione, assieme all’usabilità ed alla veste grafica, non vi sono costi aggiuntivi, poiché il “costo” dell’accessibilità rientra nel costo globale di progettazione.

Il discorso è diverso se si deve adeguare un sito preesistente. A volte sarà meno costoso riprogettare il sito da zero, mentre in altri casi, se il sito è già ben strutturato e la presentazione grafica è ottenuta tramite i CSS, sarà sufficiente effettuare poche modifiche, quali aggiungere le descrizioni alternative per le immagini significative, aggiungere elementi di contestualizzazione, creare una mappa del sito, rendere accessibile il motore di ricerca e gli altri moduli presenti nel sito mediante la corretta marcatura delle etichette dei campi.

In alcuni casi, per rendere accessibile un sito particolarmente complesso, può essere opportuno elaborare una o più skin alternative. Si tratta semplicemente di creare uno o più layout differenti da quello standard, che però presentino gli stessi contenuti, soltanto disposti in modo diverso o con caratteri di dimensioni maggiori e con un contrasto cromatico più elevato. L’utente potrà scegliere la skin che meglio si adatta alle proprie esigenze.

I vantaggi dell’adeguamento del sito web alle regole tecniche che ne garantiscono la piena accessibilità sono evidenti, sia in termini di immagine, sia per l’aumento di potenziali utenti e per la loro fidelizzazione.

La creazione di skin alternative apre la possibilità di rendere navigabile il sito anche con strumenti diversi dal computer, quali palmari e smartphone, nei quali, date le dimensioni ristrette del display, è gioco forza necessario presentare i contenuti in modo diverso.

  1. Che cosa è il gruppo Osi? Quali le sue funzioni?

La consapevolezza dell'importanza di quanto può offrire internet, in termini di autonomia e comunicazione, ha spinto l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti a mettersi in discussione dal 2000 per dare una mano a capire i problemi dei disabili visivi e non solo di fronte all’esplosione del fenomeno world wide web, creando il gruppo OSI (Osservatorio Siti Internet).

Il gruppo, inizialmente costituito da qualche decina di volontari, utenti del web, tra vedenti, non vedenti ed ipovedenti, ha avviato un monitoraggio di accessibilità di siti ritenuti di pubblica utilità. I risultati di questa analisi furono presentati a Palermo nel corso di un convegno svoltosi nell’aprile del 2001.

In seguito ai risultati ottenuti, l'Unione Italiana dei Ciechi decise di dare al gruppo una struttura più organica ed istituzionale, per meglio affrontare la problematica e poter dare un valido supporto ai webmaster che avessero voluto avvalersene.

Fu così nominata la Commissione OSI, costituita attualmente da: Alessandro Baldi, Gaetano Contestabile, Luca Davanzo, Nunziante Esposito, Nicola Ferrando, Giuseppe Fornaro e Massimiliano Martines.

Il lavoro della Commissione OSI viene coordinato da Franco Pagliucoli, attuale membro del Consiglio Nazionale dell’U.I.C. e Presidente della Sezione provinciale di Arezzo.

La Commissione coordina e partecipa all'attività del Gruppo, tiene i contatti con i webmaster e le istituzioni esterne.

Attualmente il gruppo conta circa 30 volontari e fornisce dei test gratuiti a tutti i webmaster che vogliono avvalersi dei nostri controlli, i quali non si limitano a verificare l'accessibilità per i disabili visivi, ma si spingono anche ad esaminare il codice delle pagine web, per valutare l'accessibilità rispetto alle raccomandazioni del W3C, che sono state recepite in massima parte nei 22 requisiti tecnici di cui al D.M. 8 luglio 2005 n. 183.

La richiesta dei test può essere fatta inviando una e-mail con la URL del sito alla Commissione OSI, all'indirizzo di posta elettronica: commissioneosi@uiciechi.it.

Trattandosi di un lavoro gratuito svolto da volontari, viene evaso in ordine di data di ricevimento delle richieste e dando priorità a quelle che ci pervengono dalla Direzione Nazionale o altri organi dell'Associazione.

La valutazione avviene navigando nei siti web, analizzando il codice delle pagine web e compilando un questionario appositamente predisposto, per evidenziare non solo il rispetto dei 22 requisiti tecnici, ma anche altri accorgimenti facoltativi, che migliorano l’usabilità da parte dei disabili visivi, quali l’uso di tasti di accesso rapido per i link più importanti, la possibilità di raggiungere tutti i link mediante la tastiera, la possibilità di ottenere informazioni di contestualizzazione della pagina corrente ed informazioni relative alla strutturazione dei contenuti all’interno della stessa.

  1. Quali sono i lavori realizzati dal gruppo OSI?

In quasi sei anni di attività il gruppo OSI ha valutato qualche centinaio di siti web realizzati sia da Pubbliche Amministrazioni sia da aziende ed associazioni private, non limitandosi ad indicare i problemi riscontrati, ma dando anche utili indicazioni per la loro rimozione.

Nel 2003 abbiamo intrapreso una collaborazione con l’ABI (Associazione Bacaria Italiana), che ha portato alla redazione di una serie di linee guida che dovrebbero garantire la piena accessibilità dei siti che offrono servizi di home banking.

In tale occasione abbiamo collaborato direttamente con la Banca Popolare di Sondrio e la Banca Popolare di Milano, per rendere accessibili i loro siti web.

A partire dal 2004, in collaborazione con l’I.Ri.Fo.R. (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione), abbiamo iniziato a testare i dispositivi per la firma elettronica, sia per valutare l’accessibilità dei dispositivi e del software ad essi collegato, sia per verificare l’accessibilità dei siti web degli enti certificatori. Attualmente stiamo collaborando con Infocamere per eliminare i piccoli problemi che avevamo riscontrato nel loro software di gestione della firma digitale, mentre stiamo iniziando a cooperare con Poste Italiane per valutare anche il loro dispositivo di firma elettronica.

Il tema della firma elettronica riveste particolare importanza per i disabili visivi, i quali, pur potendo apporre una valida sottoscrizione ai documenti cartacei, non possono avere il pieno controllo di ciò che stanno firmando.

  1. Quali sono i prossimi progetti del gruppo?

Il gruppo OSI si propone anzitutto di continuare a svolgere i test di accessibilità dei siti web per i quali ci sarà richiesto sia da parte della Presidenza nazionale e delle strutture periferiche dell’U.I.C., sia da parte dei webmaster. Siamo consapevoli di non poterci sostituire al lavoro di progettazione e verifica, che deve essere svolto da professionisti del settore. In particolare la Legge 4/2004 ha istituito un elenco di valutatori, nel quale possono iscriversi le società che abbiano determinati requisiti e dispongano di figure professionali specifiche, quali l’ergonomo e l’esperto di fattori umani. Tuttavia, consapevoli che soprattutto gli enti pubblici territoriali di piccole dimensioni non potranno ricorrere ad un simile strumento di valutazione, contiamo di poter continuare ad offrire un valido contributo per diffondere la cultura dell’accessibilità a tutti i livelli.

Un secondo impegno che ci sta molto a cuore è quello di favorire lo sviluppo di CMS (contents management system) accessibili sia per quanto riguarda il pannello di gestione sia per quanto riguarda il codice XHTML da essi prodotto. Ciò consentirà ai disabili visivi non solo di navigare nelle pagine prodotte da questi CMS, ma aprirà nuove prospettive di lavoro, mediante la possibilità per i disabili di divenire essi stessi creatori di siti web.

Siamo particolarmente attenti allo sviluppo di CMS open source o dal costo non elevato, che potrebbero essere utilizzati proprio da quegli enti pubblici le cui risorse economiche non consentono di affidarsi a società specializzate nella creazione di siti web.

Consapevoli che le problematiche legate all’accessibilità del web da parte degli ipovedenti, categoria assai eterogenea di persone che presentano difetti più o meno gravi all’apparato visivo, sono complesse ed ancora poco dibattute, consapevoli altresì che le regole tecniche dettate dal W3C e dalla Legge 4/2004 in questo campo sono carenti e scarsamente applicate, la Commissione OSI, in collaborazione con la Commissione Ipovisione dell’U.I.C., ha dato vita ad un gruppo di lavoro per l’elaborazione di un nuovo algoritmo per il calcolo del contrasto cromatico.

Tale gruppo vede la partecipazione di centri di ricerca, enti universitari, specialisti del web e rappresentanti di altre associazioni di disabili visivi. Lo scopo finale è quello di migliorare l’attuale algoritmo elaborato dal W3C, il quale si è rivelato insufficiente a coprire tutte le possibili disfunzioni dell’apparato visivo. Ciò è dovuto sostanzialmente al fatto che l’algoritmo è stato elaborato senza coinvolgere i destinatari finali, cioè gli ipovedenti.

Infine continueremo i test dei dispositivi di firma elettronica, in collaborazione con l’I.Ri.Fo.R.

La Commissione OSI
Osservatorio Siti Internet
Dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

commissioneosi@uiciechi.it

http://www.uiciechi.it/osi/