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Il Progresso

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Numero 10 del 2013

Titolo: Personaggi- «Ragazzi, tutti i nonni sono saggi»

Autore: Chiara Pelizzoni


Articolo:
(da «Famiglia Cristiana» n. 38-2013)
Lino Banfi è il più famoso in Italia della categoria, grazie al successo di «Un medico in famiglia». Ma lo è anche nella realtà e ha un bellissimo rapporto con i nipoti Pietro e Virginia, che da piccoli impazzivano per le sue favole. E dice: «Vorrei incontrare papa Francesco»
«O Lino Banfi c'è in tutte le puntate o «Un medico in famiglia» non si fa». Il nonno più famoso d'Italia è diventato un ingrediente fondamentale della serie, tanto noto che la città di Iesolo gli ha intestato una parte di lungomare. «Una volta ero a Cannes e mi fermò una persona per dirmi che aveva comperato casa proprio lì, in quel tratto di strada. Risposi scherzando che allora ero comproprietario».
Ha la battuta pronta come sempre l'attore pugliese, anche se ha appena finito le riprese dopo 10 ore di una lunghissima giornata di lavoro e ancora indossa gli abiti di scena. «A 77 anni la fatica comincia a farsi sentire. Per questa nona serie, in onda da marzo, stiamo lavorando tutti i giorni con sveglia alle 6. Ma non mi lamento. Amo il mio lavoro e proprio in questo compleanno il bilancio che ho fatto della mia vita è buono. Ho già in mente un altro progetto appena finito di registrare le puntate e sogno, alla prima pausa, di organizzare una tournée per incontrare i tanti italiani in America che mi amano. Chissà».
Là Banfi vorrebbe andare con un varietà «vecchia maniera», quel genere che l'ha reso tanto famoso all'inizio, e con la figlia Rosanna a cui è così legato. Nonno Libero, infatti, prima di tutto si sente papà «di Walter con cui c'è un ottimo rapporto e di Rosanna con cui il legame è viscerale», e marito di Lucia che da 50 anni è al suo fianco.
Attore da sempre, per lui ormai la vita si mescola senza soluzione di continuità alla carriera tanto che, racconta, «Milena Vukotic, nonna Enrica nella fiction e mia moglie in scena da più di 30 anni, mi dice le stesse cose della donna con cui lo scorso anno ho festeggiato le nozze d'oro. E viceversa». Nonno Libero e nonna Enrica nella nuova serie sono sempre più centrali: «In primavera ci saranno molti personaggi nuovi perché mia nipote Maria (Margot Sikabonyi, ndr) nel frattempo è andata a Parigi con il fidanzato, e mio figlio Lele (Giulio Scarpati, ndr) ha avuto un posto in Australia. Siamo rimasti io ed Enrica con i bambini che, nel frattempo, crescono. I nonni così diventano sempre più importanti». Un po' come nella realtà. E forse è questo il motivo per cui nonno Libero ha avuto così successo.
«Forse, ma anche perché, rispetto al format spagnolo da cui è tratta la serie, dove il protagonista è un giovane medico cantante mentre il nonno resta in secondo piano, qui la situazione, per volontà della Rai, si è ribaltata. Quando si è trattato di guardare al personaggio italiano sono intervenuto e me lo sono aggiustato addosso, rendendolo un nonno divertente e giovanile che ancora suona i citofoni dei portoni con il figlio e poi scappa. Ma quando in casa si solleva il caos, lui alza la voce e nessuno fiata. Perché nonno Libero resta il patriarca assoluto e indiscusso!».
E nonno Lino non ha dovuto fare troppi sforzi per disegnarsi così nella finzione. «In effetti è uguale a me, al punto che certe sere quando torno a casa non so più se recito o vivo davvero le cose. Con un'unica pecca: che ho passato molto più tempo con i nipoti «finti» che con quelli veri. Non sarà un caso se Annuccia (Eleonora Cadeddu, ndr) dichiara di essere più affezionata a me che ai suoi nonni naturali».
Eppure, il tempo non ha nulla a che fare con il sentimento. Nonno Banfi ha due nipoti che adora, figli di Rosanna: Pietro che oggi ha 14 anni e Virginia di 20. «Con i miei nipoti ho avuto lo stesso bellissimo rapporto che ho avuto con i figli. Pietro oggi è «passato di ruolo» e mi dà lezioni di tecnologia, ovviamente a pagamento!». Non è difficile immaginare quanto l'ironia sia stata, anche con loro, l'arma vincente di un uomo che ha esordito in Tv negli anni 60 come attore comico.
«Ho sempre amato inventare favole sul momento. Una volta era quella del ferroviere, l'altra del parrucchiere, quell'altra ancora del barbiere. I miei nipoti mi ascoltavano a bocca aperta. Ma poi le storie finivano sempre nello stesso modo: con qualcuno che provocava il protagonista e lui che per reazione «gli spezzava la noce del capocollo». E vissero tutti felici e... scontenti».
Banfi fece divertire anche il Papa emerito Benedetto XVI, suo fan, quando, invitato a Valencia per l'Incontro mondiale delle famiglie, unico attore europeo, gli si rivolse per tutto il tempo in italiano ma aggiungendo «os» alla fine di ogni parola. E oggi amerebbe incontrare papa Francesco.
«Per insegnargli il mio frasario: «una parola è troppa e due sono poche» è la saggezza di nonno Martini. Gli piacerebbe, ne sono certo. Lui, come me, viene dal popolo». Francesco che ha chiesto al Signore di benedire i nonni, anello saggio della catena della vita. «Lo dico sempre ai ragazzi quando li incontro nelle scuole: dovete tatuarvi sul braccio e sul cuore la saggezza dei nonni. Ricordatevi che voi siete quello che io ero, e quello che io sono voi sarete. E loro restano a bocca aperta».
Ma anche Banfi è stato nipote. «Ho conosciuto solo Giuseppe, il padre di mio padre. Mi chiamava Pasqualino e in tempo di guerra mi portava al riparo dalle bombe. Ricordo che mi faceva dire le preghiere dandomi una cifra per ognuna. Se facevo il «Requiem» che è breve mi dava mezza lira, ma se dicevo il «Padre nostro» o il «Credo» anche due. E allora sceglievo sempre queste anche se in realtà... dicevo le preghiere brevi messe di fila e cambiando le parole».



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