Logo dell'UIC Logo TUV

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

torna alla visualizzazione del numero 11-12 del Corriere dei Ciechi

Numero 11-12 del 2014

Titolo: MOBILITÀ- La mobilità urbana dei cittadini disabili

Autore: Carmen Morrone


Articolo:
Milano, Napoli, Roma e Venezia sono le città che abbiamo preso in esame

La mobilità urbana, intesa come veicoli pubblici e privati che attraversano le nostre città, è fra i settori chiamati a trasformarsi per rispondere alle sfide del nuovo Millennio. Il programma di sviluppo Horizon 2020 promosso dalla Unione Europea, ad esempio, invita gli Stati membri a tendere verso una società inclusiva, smart, green, passando anche attraverso l'innovazione dei trasporti. Nuove modalità che riflettono politiche pubbliche e stili di vita che combattono sprechi, inquinamento, discriminazioni. Dove la mobilità cittadina è priva di quegli ostacoli che ne limitano l'utilizzo, in particolare da parte delle persone con disabilità sensoriali o motorie, temporanee o permanenti. Perché la circolazione delle persone è una libertà e allo stesso tempo un diritto. In Italia, il trasporto urbano pubblico è al passo con questi cambiamenti? "Il Corriere dei Ciechi" ha rivolto la domanda alle sezioni dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di quattro grandi città italiane: Milano, Napoli, Roma, Venezia.

MILANO
Il 1° maggio prossimo si apre EXPO2015. Per l'occasione sono state realizzate nuove opere, fra cui metrò e strade. La mobilità urbana è diventata più accessibile?
"Come Unione abbiamo due rappresentanti che partecipano a un Tavolo operativo del Comune" racconta Rodolfo Masto, presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Milano. "Un'iniziativa che è figlia di un'attenzione che Milano ha riservato e sta riservando alla mobilità in occasione di EXPO2015. Fra gli obiettivi di questo Tavolo c'è l'eliminazione delle barriere architettoniche. Un traguardo certamente difficile nel centro storico della città, ma sul quale possiamo riscontrare un rinnovato interesse". In questi ultimi anni, sono stati effettuati molti interventi sulla rete del metrò. A Milano ci sono 4 linee ATM (l'apertura della quinta è in programma entro l'anno e collegherà la città con lo Stadio di San Siro) utilizzate, ogni giorno, da quasi 3 milioni di persone. A questa rete si aggiunge quella dei treni urbani Trenord (in particolare il Passante e le Suburbane) che collegano il downtown milanese con le città che si trovano in un raggio di 40 km. "ATM sta introducendo treni di nuova concezione dove, ad esempio, i vagoni sono collegati fra loro, senza avere quello spazio fra uno e altro che genera equivoci. Quello spazio, infatti, rilevato dal bastone, porta a pensare alla persona non vedente di essere davanti all'ingresso del vagone, ma in realtà se dovesse continuare il suo cammino in avanti cadrebbe sui binari", spiega Masto. Le nuove stazioni del metrò sono ampie. "Tutte caratteristiche, però, che non aiutano chi si muove con il bastone bianco e che ha bisogno di punti di riferimento. Una progettazione che non ha tenuto conto di queste esigenze", aggiunge Masto. Per quanto riguarda il trasporto con i mezzi di superficie, ci sono ancora lacune. "Non sempre ci sono i segnali sonori che annunciano le fermate" conclude Masto. "Gli autobus sono già dotati di questo sistema, quindi basterebbe metterlo in funzione in maniera costante".

ROMA
L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Roma è reduce da una battaglia per migliorare la mobilità. "Nel 2013 la Giunta capitolina ha introdotto un sistema di pullman sharing (un trasporto collettivo di una decina di persone) in sostituzione del tradizionale car sharing (trasporto individuale con un veicolo, servizio comunale esistente da 20 anni a Roma)" racconta il presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Roma, Giuliano Frittelli. "La sperimentazione ha rivelato subito le grandi difficoltà di un simile servizio. L'Unione da quel momento ha invitato l'amministrazione pubblica a ritornare al servizio precedente e solo qualche settimana fa la situazione si è risolta". Il pullman sharing non ha funzionato per via della congestione stradale di Roma. "Le persone non vedenti che utilizzano il servizio comunale di trasporto vanno al lavoro, all'università, o per eseguire esami medici e terapie. Con il pullman sharing, per via del traffico e per il meccanismo di accompagnamento multiplo, arrivavano sempre in ritardo. Si tratta di un paradosso: vogliamo tanto l'integrazione, poi però abbiamo un servizio di trasporto che ci mette a disagio, in difficoltà. Dopo l'intervento dell'Unione, oggi a Roma è stato ripristinato il servizio di trasporti individuale e quindi si può scegliere fra il pullman e il car sharing", considera il presidente dell'Unione di Roma. Una delle cose che migliorerebbe la mobilità urbana di Roma a favore anche delle persone con disabilità, secondo Giuliano Frittelli, risiederebbe in una nuova conoscenza, in una nuova consapevolezza di tutti gli autisti, pubblici e privati. Eccola: "Pensiamo che per migliorare la mobilità si possa partire proprio nel momento della scuola guida sia per i conducenti di mezzi di trasporto pubblici sia per i comuni cittadini. Le persone non vedenti potrebbero raccontare la loro esperienza da pedoni e da fruitori dei mezzi pubblici indicando i comportamenti utili e quelli dannosi. Così una volta alla guida del mezzo, autisti e automobilisti adotteranno i corretti accorgimenti con ricadute positive sulla mobilità urbana in generale".

NAPOLI
Il problema attuale riguarda la linea numero 6 del metrò. "Stiamo incontrando diverse difficoltà perché la direzione dei lavori, che si sta occupando della nuova stazione della metropolitana, sta pensando di istallare percorsi podotattili diversi da quello Loges, il sistema di "piastrelle speciali" prodotto da molte ditte italiane ed estere e ampiamente utilizzato nei luoghi pubblici", afferma Enrico Mosca, referente per la mobilità dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Napoli. "Una mobilità accessibile prevede anche l'uniformità dei segnali" continua Mosca. "Nel resto della città ci sono i percorsi Loges. Non capiamo perché adesso si vuole cambiare". La perplessità dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Napoli riguarda alcuni elementi. "Il tipo di percorso podotattile annunciato è interattivo e richiede l'utilizzo di uno speciale bastone elettronico che invia le informazioni per l'orientamento al telefono cellulare della persona non vedente. Si tratta quindi di un percorso utilizzabile solo da chi acquista questo nuovo ausilio". Un altro motivo che preoccupa è che "questo sistema richiede che la persona si concentri ad ascoltare i messaggi sonori, distraendola dal resto che le sta intorno. Ci troviamo però in una stazione con treni e passeggeri: un contesto dove il non vedente deve stare allerta e non chiuso ad ascoltare in cuffia". Una vicenda che sta segnando il passo e che poteva prendere una piega diversa se l'Unione di Napoli fosse stata consultata, come altri soggetti hanno fatto. "L'Unione ha potuto portare i suoi suggerimenti con riguardo alle ristrutturazioni della stazione ferroviaria di Napoli, della linea circumvesuviana, di alcune stazioni del metrò, della Banca d'Italia, di alcuni uffici postali", precisa Mosca. Per un problema nuovo, uno che invece è storico. "Penso che Napoli sia l'unica grande città d'Italia a non aver ancora i segnali sonori sulle linee di autobus", considera amaramente Enrico Mosca.

VENEZIA
In fatto di mobilità accessibile rappresenta una sfida continua. Quella che da anni è in discussione si chiama piazzale Roma. Qui si trova la stazione degli autobus che collegano Venezia con la terraferma. Uno snodo importantissimo che manca di un'organizzazione. Il passeggero, normodotato e non, deve vagare sul piazzale per cercare il veicolo che fa al caso suo, facendo la gimkana fra un mezzo e l'altro. Non ci sono banchine di sosta rialzate, il parcheggio è a raso e regna una grande confusione fra gli stessi cittadini e ovviamente fra i turisti del tutto spaesati. In questo scenario si muovono anche le persone non vedenti. "A Venezia nessun cieco è mai caduto in un canale. Il vero rischio per la sua vita lo corre se va a piazzale Roma e cerca di prendere un autobus", esordisce Graziella Zuccarato, presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Venezia. La soluzione c'è. E a costo davvero ridotto. "I ciechi potrebbero prendere gli autobus non nel piazzale Roma, ma poco più avanti, lungo la strada che porta fuori Venezia percorsa già normalmente dagli autobus. Piazzale Roma è, fra l'altro, collegato con questa strada da un marciapiede che il non vedente percorre in tutta autonomia per raggiungere la fermata dedicata". Non una fermata qualsiasi. "Qui, secondo la nostra proposta, la persona non vedente troverà un apparecchio con la barra braille dove scrive la linea che deve prendere, esempio linea 6 per Mairano. La palina ha uno schermo in alto dove è pubblicata la richiesta "linea 6 per Mairano". Gli autisti leggono e sanno che c'è una fermata a richiesta. Se contemporaneamente ci sono più richieste, il non vedente chiederà all'autista del bus di quale linea si tratta". Venezia, come si diceva, è un grande laboratorio per la mobilità inclusiva e per rendere accessibili le fermate dei vaporetti sono state realizzate nuove banchine. Ora sono spazi larghi con scivoli e pedane che hanno eliminato gradini e falsi piani, tuttavia non sono davvero accessibili perché male organizzate. "Non si capisce dove devo entrare per prendere il vaporetto che sale piuttosto che quello che scende. Commettono questo errore anche i turisti, italiani e stranieri, figuriamoci chi si muove con un bastone", spiega la Zuccarato. Non solo. "Le obliteratrici non sono mai istallata nello stesso posto, in certe fermate sono a destra, in altre a sinistra. Non ci risultano ragioni per queste differenze. Per noi ciechi è importante che l'obliteratrice stia sempre in una certa posizione, così sappiamo rintracciarla sempre". Ammesso di riuscire a convalidare il biglietto, l'ingresso in banchina non è semplice. "Anche il posizionamento dei tornelli non segue una regola e quindi vanno cercati, spesso ci si sbatte addosso. Poi alcuni hanno una sbarra in cui il bastone non riesce a passare. Insomma, bastava interpellarci e adesso non saremmo qui a porre questi problemi".

Una mobilità progettata insieme ai fruitori. Questa è la soluzione. Anzi, l'approccio che previene i problemi. È fondamentale il coinvolgimento delle persone con disabilità sin dal momento della progettazione dell'opera. In questo modo le soluzioni andranno concretamente verso la mobilità accessibile. L'esperienza quotidiana di una persona non vedente è utile e preziosa: gli accorgimenti consigliati, infatti, molto spesso non si trovano sui testi accademici. Inoltre, la loro applicazione al momento della realizzazione non comporta costi maggiori. Diverso quando si interviene su di un'opera già eseguita: ammesso di poterlo fare, ci sono costi di smantellamento e di ricostruzione.

La mobilità autonoma è un diritto inalienabile

Durante i lavori dell’Assemblea Nazionale dei Quadri Dirigenti, svoltasi il 27 e 28 settembre u.s., è emersa la necessità di inviare alle autorità competenti e agli organi di stampa una lettera aperta sul diritto alla mobilità delle persone non vedenti e ipovedenti.
Si trascrive di seguito il testo.

- Preso atto delle difficoltà d'uso del trasporto ferroviario, segnalate di frequente da molte parti d'Italia relativamente alla mobilità autonoma delle persone non vedenti e ipovedenti,
- sottolineato che occorre una ulteriore e più vigorosa azione delle istituzioni e delle autorità preposte, volta ad assicurare per tutti e per sempre il pieno diritto alla mobilità autonoma di ciechi e ipovedenti nell'uso del trasporto ferroviario, anche nelle condizioni meno agevoli quali le piccole stazioni,
- rilevato che parecchi episodi di disservizio segnalati negli ultimi mesi hanno leso gravemente il diritto alla mobilità delle persone, mettendo a rischio, in alcuni casi, perfino la sicurezza e l'incolumità personale degli interessati,
- considerato che a tali disservizi, per quanto a nostra conoscenza, non ha corrisposto da parte delle istituzioni responsabili un'adeguata risposta organizzativa e addirittura è mancata spesso perfino una qualsiasi spiegazione o giustificazione, l'Assemblea Nazionale dei Quadri Dirigenti dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, riunita a Tirrenia (Pisa) nei giorni 27 e 28 Settembre u.s., intende richiamare energicamente l'attenzione sul diritto alla mobilità delle persone non vedenti e ipovedenti in tutte le sedi adeguate, invitando le autorità competenti in materia di trasporto ferroviario a voler intervenire con la massima tempestività mediante l'adozione di misure concrete, efficaci e stabili, atte a garantire l'effettivo esercizio di tale diritto per tutti sull'intero territorio nazionale, con particolare riguardo per quelle situazioni periferiche considerate marginali che necessitano invece di un presidio affidabile del servizio di accompagnamento e di assistenza.
Troppe volte, in questi mesi, si sono verificati disservizi e si è registrata addirittura un'assenza totale di servizio, con grave lesione di un diritto fondamentale delle persone, con un danno serio per il viaggiatore che, in alcuni casi, ha dovuto patire un concreto pericolo per la propria sicurezza e incolumità.
L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti esige certezza e sicurezza in questo specifico settore, attendendosi pronte ed efficaci misure che assicurino un definitivo superamento dell'attuale situazione di disagio e che diano a tutti la certezza dell'esercizio del proprio diritto alla mobilità personale.



Torna alla pagina iniziale della consultazione delle riviste

Oppure effettua una ricerca per:


Scelta Rapida