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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 11-12 del 2014

Titolo: SPORT- Pedalando per Gino

Autore: Angelo Grazzini


Articolo:
In Toscana, sulle strade di Gino Bartali, 100 anni dopo

Eccoci rientrati a Firenze, provati ma soddisfatti per come è andato il nostro tour dedicato ad un grande uomo, oltre che ad un grande e generoso campione del ciclismo.
Con il contributo del Consiglio Regionale Toscano U.I.C.I, proposto ed organizzato dal coordinamento della commissione sport, per onorarne il ricordo, a 100 anni dalla nascita, abbiamo percorso in 5 tappe circa 500 km, sulle strade che il campione percorreva in bicicletta, in compagnia del suo grande cuore e del suo coraggio, per portare i documenti agli Ebrei in Assisi.
Un grandissimo esempio di umanità da un uomo generoso, sia nella vita che nello sport, che abbiamo voluto ricordare nel modo migliore, pedalando per lui.
Il raduno dei ciclisti martedì 16 settembre, presso il circolo culturale Baragli a Firenze. Perché non di fronte alla sezione dell'U.I.C.I, come di consueto? Molto semplice! Presso i locali del circolo era stato allestito un sontuoso buffet per i ciclisti; grazie alla sezione fiorentina per averlo offerto e grazie a Francesca per averne brillantemente curato l'allestimento. Qualche spallata per guadagnare per primi il tavolo, la fame è brutta!
Quindi, una volta placati e raggiunta la meta, fra un panino e l'altro, fra un dolce e l'altro, i primi saluti, le prime chiacchierate fra noi, ci risiamo, eccoci ancora qui, però, siamo sempre i soliti? Ma ormai siamo da rottamare! Ma no, ci sono anche tre ragazzi fiorentini! Chiara, Alessio e Francesco, che per questa volta faranno solo la prima parte della tappa che terminerà ad Arezzo, accompagnati dagli amici di "Città ciclabile". Però ci hanno promesso che il prossimo anno ci seguiranno fino in fondo, e siccome ogni promessa è debito, io ci credo, è un impegno da parte loro e da parte mia; faremo il possibile per averli con noi, per offrire loro la splendida emozione di condividere qualche sana pedalata insieme.
Però intanto trascorre inesorabile il tempo, si avvicina l'ora prevista per la partenza. Posa quei panini! Basta con la crostata! Pesano sulle gambe! Che c'è? Vorresti anche un po' di vinello? Figurati, già sei anziano, hai da pedalare! Pronti? Aspettate, c'è la Rai! La Rai! Le prime riprese, le interviste. Antonio, parla tu, io non sono tagliato per questo, è già faticoso pedalare! Ancora riprese e... Va bè, se proprio devo... Quindi arriva anche Italia7, ancora interviste. Giulioooo! Zitto, è arrivata la giornalista di Italia7, uno spettacolo! Gli ha fatto anche le foto! Non si reggeva più, non voleva più partire! Finalmente si convince, via, in sella, inizia una nuova avventura insieme, con un peso da portare dietro, quello di aver organizzato la manifestazione, con la speranza che tutto vada bene, con la consapevolezza che probabilmente qualcosa non filerà come previsto, ma fa parte dei rischi.
10 Equipaggi sulle strade del campione, 7 determinati a percorrerle interamente, per tornare a Firenze in bici. Le 2 pattuglie della Polizia municipale che ci hanno scortato fino alla zona di loro competenza territoriale, ma è più che sufficiente, un saluto e un grazie a loro e agli amici fiorentini che nel frattempo rientrano in sede e, via, una novantina di km per raggiungere Arezzo.
Un gruppetto di ciclisti ci attende a San Giustina Valdarno, sono i cicloamatori della Fiab, Federazione italiana amici della bici, una ventina di km che percorriamo insieme per arrivare ad Arezzo, quindi l'arrivo della carovana all'hotel scelto per il pernottamento.
Però, ma non dovevano esserci anche gli amici aretini, i dirigenti sezionali? Dove sono? Eppure mi hanno chiamato 5 minuti fa, mi aspettavo l'accoglienza della banda, invece qui non si vede e non si sente nessuno! Va bè, andiamo a prendere possesso delle camere, poi li chiamerò. Oh Franco! Ma dove siete? Eppure abbiamo fatto anche parecchia confusione, sì, come al solito, bene, ma che siete anche sordi? Ok, scendo, ma almeno si beve qualcosa insieme? Noo? Allora che scendo a fare?
Ma siccome sono una brava persona, di solito molto disponibile, sono comunque sceso a salutare i nostri amici, quelli che avrebbero dovuto darci il benvenuto! Franco Pagliucoli, con Laura Tassinari ed il vice presidente Gianlorenzo Casini: baci e abbracci, si fa per dire, qualche discorso dei nostri e... fateci andare a fare la doccia!
Andate, andate, meglio che vi leviate di dosso tutta quella fatica, si sente che ne avete bisogno!
Il giorno dopo si riparte, direzione Gubbio. Sono anche questa mattina con noi gli amici ciclisti del giorno prima, per fare insieme la prima parte della tappa, per poi salutarci dopo una trentina di km. Anche oggi una novantina di km, un percorso ondulato e nervoso fra Toscana ed Umbria, che preme sulle nostre gambe, niente di troppo aggressivo, non è la tappa più impegnativa, come scopriremo nei giorni seguenti.
Gubbio è una bellissima cittadina, che visitiamo volentieri, essendo arrivati abbastanza presto all'albergo, quindi, tutto il tempo per goderci quattro passi su e giù per le strade della città umbra.
Eccoci a giovedì, si riparte, direzione Perugia, un centinaio di km, come scopriremo pedalando, piuttosto impegnativi. L'Umbria è favolosa, ma... le prime salite, quindi l'ascesa al Monte Subasio, ci ricongiungiamo in vetta, in attesa dei meno allenati, quindi giù, una lunga discesa verso Assisi, qualche brivido in più per un tratto di strada decisamente dissestata, quindi arriviamo davanti alla Basilica di S. Francesco.
L'atmosfera si fa incantata, strano ma vero, c'è qualcosa che preme sul cuore e sulla mente. Una splendida voce tenorile è come se ci avesse dato il benvenuto, intonando "Un amore così grande", con gli archi che lo accompagnano e vanno ad alimentare l'emozione che sta salendo dentro di noi, mentre ascoltiamo questa stupenda fusione di incanto.
Una breve doverosa sosta, qualcuno di noi va a Santa Maria degli Angeli, quindi si riparte verso Perugia.
L'ultima salita prima dell'hotel, quindi eccoci, fantastico! Già il nome è accattivante, il "Chocohotel", che è tutto un programma.
Sembra di essere in un luogo delle favole, tutto richiama la bontà del cioccolato, dal profumo che si avverte appena entrati in hotel, dai cioccolatini che ci vengono consegnati con le chiavi delle camere, alle testiere dei letti con gli intagli a forma di quadrettoni color marrone, tanto che li morderesti!
A questo punto è doveroso ringraziare gli amici del Consiglio Regionale Umbro dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, che ci hanno offerto il soggiorno in questo splendido hotel delle favole.
A sera l'incontro con il Presidente Regionale, Emilio Vantaggi, quindi tutti insieme alla conferenza stampa. Interviste di rito, le sensazioni dei ciclisti non vedenti, quelle ancor più importanti delle loro guide, domande e risposte, riprese per le tv, foto, i saluti, quindi a cena. Un momento che vale la pena di ricordare, anche se solo brevemente, tanto è stato gradevolissimo.
Emilio che rimane con noi per tutta la serata, che si conclude come naturale con un giro di buon rhum e cioccolato, e ve lo dice uno che di solito non beve altro che acqua! Quindi a nanna, con la mente un po' annebbiata, non per il rhum, cosa avete pensato, per la stanchezza della giornata e per la cioccolata!
Il giorno successivo pronti via, in direzione Buonconvento, una novantina di km, ancora su un percorso che non cambia, un collinare non troppo aggressivo, ma deciso, la minaccia della pioggia che potrebbe arrivare, gli ultimi 20 30 km che spingiamo un po' più decisi per evitare di bagnarci, e fortunatamente non ci bagnamo.
Siamo quindi in Toscana, Buonconvento è un piccolo paesello del Senese. Solo qualche passo intorno, alla ricerca di cosa? Qui non c'è troppo da vedere, le mura della cittadina, la piazzetta, qualche negozietto con le specialità del posto, negozietti che ovviamente prendiamo d'assalto per portare con noi la bontà dei prodotti che il luogo e le colline intorno ci possono offrire.
Sì, però manca ancora qualche oretta per la cena; oh Fabio, che facciamo? Va bè, li c'è un posticino, dice la Raffa, che è decisamente invitante! Detto fatto, non c'è bisogno di insistere, ci sediamo, ordiniamo appunto i prodotti del luogo, una vassoiata di salumi, buon formaggio pecorino e acqua! Io, acqua! Qualcuno gli dà di birra, poi arriva il buon Claudio, il nostro autista, un vero buongustaio, che non disdegna mai di farci compagnia, soprattutto quando c'è da bere un buon bicchiere insieme, naturalmente e rigorosamente quando non deve guidare.
L'incontro con Rao Mariotti, dirigente della sezione di Siena, la telefonata di scuse del presidente, Massimo Vita, per l'impossibilità di essere con noi a causa di imprevisti, ma va bene così, Massimo evidentemente proprio non può, è sempre stato con noi nei precedenti passaggi da Siena, del gruppo dei ciclisti.
Durante la cena si affaccia l'ipotesi che il giorno successivo probabilmente dovremo organizzarci per rientrare a Firenze con il treno, considerando le previsioni niente affatto buone che leggiamo sui nostri smartphone, ormai si fa tutto con questi marchingegni! Durante la notte infatti si scatena un temporale, sentiamo la pioggia che ci conferma che forse sarà più prudente non rischiare di ripartire in bici. Ma il mattino fortunatamente non piove più, soltanto l'asfalto bagnato, un caldo afoso, ma ce la facciamo a risalire in bici, con la prospettiva di dover, magari a Siena, salire su quel treno per non rischiare di bagnarci, o di scivolare sull'asfalto reso viscido dalla pioggia.
Aspetta Giulio! Rallenta! Che c'è, ora? Squilla il cellulare, chi è? Sono Claudio! Vi ho perso! Come ci hai perso, non eri dietro di noi? Sì, ma qui ci sono due indicazioni: a sinistra Siena, a destra Montalcino! Oh Claudio, non fare storie! Vieni a sinistra, verso Siena, lascia perdere Montalcino, non fare il furbo!
Fortunatamente il sole si riaffaccia fra le nuvole nere che ci sovrastano, per spingere la nostra carovana verso Firenze, il luogo del nostro rientro, doveva essere così, dovevamo chiudere la nostra pedalata là, da dove eravamo partiti.
La sosta, come da programma, al museo Gino Bartali a Ponte a Ema, una decina di km prima dell'arrivo a Firenze, una visita molto interessante, quindi ci organizziamo per la ripartenza e, arrivati! Senza nessun incidente, tutti insieme, come eravamo partiti per la nostra missione sulle strade del campione. Lo abbiamo degnamente ricordato? Lo abbiamo degnamente onorato? Credo di sì, c'eravamo anche noi, con i nostri tandem, insieme agli amici che, pedalando con noi ce lo hanno permesso, sulle strade che hanno scritto la storia di Ginettaccio, di quell'uomo senza tempo e senza fine, di quell'esempio di umanità e di forza fisica e mentale che ci ha spinto in questa avventura e a tratti ci pareva di udirlo urlare di spingere quando le nostre gambe bruciavano su per quelle salite che lui ha percorso, una pedalata dopo l'altra, in un'epoca che non deve più tornare, per lo scempio ed il dolore che ha portato con sé.
Fabio e la Raffa, Teresa e Giuseppe, Angelo e Giulio, Carlo e Giorgio , Sebastiano e Ezio, Gaetano e Orazio, Angelo e Pietrone e, naturalmente il nostro simpatico ed efficientissimo autista, Claudio.
Dal Veneto alla Sicilia, dalla Toscana e dal Lazio, abbiamo tutti simbolicamente pedalato con il campione, un esempio di vita e di umanità impareggiabile, che non dobbiamo e vogliamo dimenticare.



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