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Corriere dei Ciechi

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Numero 2 del 2015

Titolo: ITALIA- Franco Bettoni è il nuovo presidente FAND

Autore: Carmen Morrone


Articolo:
Il futuro della Federazione e il rapporto con le associazioni che ne fanno parte
Trattamenti economici adeguati, assistenza efficace, abbattimento di tutte le barriere che impediscono il pieno sviluppo della personalità, che ostacolano l'autonomia, che pregiudicano la libertà e attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Queste alcune delle priorità scritte sull'agenda 2015 della FAND, la Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili, impegnata sui temi della disabilità che ha un nuovo presidente. Si tratta di Franco Bettoni, 54 anni, che da alcuni anni è a capo di ANMIL - Associazione Nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi sul lavoro e che dal 1980 è impegnato a difendere i diritti delle persone con disabilità. Anche come presidente di FAND Bergamo e Brescia e di FAND Lombardia. Bettoni è stato chiamato a presiedere la FAND a cui aderiscono queste associazioni: ANGLAT, ANMIC, ANMIL, ARPA, ENS, UICI, UNMS.

D. La FAND riunisce ben sette organizzazioni. Complessivamente quante persone rappresenta?
R. La FAND è una grande realtà che rappresenta complessivamente circa 3 milioni di persone con disabilità.

D. All'interno della FAND operano associazioni che tutelano interessi diversi: dalla mobilità ai diritti delle persone sorde, non vedenti, autistiche. Come si riesce a far convivere queste anime differenti?
R. Andiamo avanti insieme dal 1997 con piattaforme comuni previamente concordate dai vertici di ciascuna associazione aderente. La nostra missione è di difendere gli interessi delle persone con disabilità, scegliendo di volta in volta gli obiettivi più urgenti ed effettivamente realizzabili. Siamo sempre andati d'accordo perché siamo in grado di concordare risposte che puntino al raggiungimento di miglioramenti per tutte le persone con disabilità rappresentate dalla FAND.

D. Fra le associazioni che compongono la FAND, c'è anche l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Che tipo di rapporto c'è e ci sarà?
R. Personalmente conosco da molti anni l'Unione, ho lavorato insieme al presidente Tommaso Daniele e all'attuale, Mario Barbuto, apprezzandone le doti relazionali e le competenze. Come membro di FAND ho già sperimentato il lavoro con l'Unione, in particolare mi piace ricordare l'ottima sinergia con Luciano Paschetta in tema di inclusione scolastica.

D. Fra ANMIL e Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ci sono collaborazioni in atto?
R. Ricordo l'intesa che da due anni consente agli associati dell'Unione di usufruire dei servizi di patronato di ANMIL. Questa convenzione è attiva in alcune città, auspichiamo di poterla estendere ad altri centri.

D. Ora che è presidente della FAND, ha pensato a specifici progetti da ideare e attuare con l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti?
R. Proprio per le specificità rappresentate dalle associazioni, la Federazione ha una visione generale e programmatica che viene arricchita dai contenuti delle singole realtà associative. Posso anticipare che i temi su cui FAND porterà avanti le sue richieste saranno quelli relativi al lavoro, all'inclusione, all'aggiornamento del nomenclatore tariffario. Argomenti a cui ciascuna delle sette associazioni darà il proprio contributo.

D. ANMIL e ANMIC rappresentano rispettivamente gli invalidi del lavoro tutelati dall'INAIL e tutti gli altri disabili che non hanno questo tipo di tutela. Una differenza sempre molto criticata dagli invalidi civili. Come neopresidente prenderà posizione?
R. È chiaro che il presidente della FAND è il presidente di tutta la FAND e non prende decisioni verticistiche ed arbitrarie, ma raccoglie tutte le sollecitazioni del Comitato Esecutivo, nel quale sono rappresentate direttamente dai propri Presidenti Nazionali tutte e sette le Associazioni Federate, quindi sia l'ANMIL che l'ANMIC. Nessuno può decidere per tutti. La FAND rivendica tutto ciò che viene concordato dalle sette associazioni che ne fanno parte.

D. Ci sono nuove richieste di adesione alla Federazione?
R. Mi auguro che FAND abbia sempre più adesioni e quindi più forza. Lo Statuto prevede che le nuove associazioni siano ammesse all'unanimità dalle cinque Associazioni fondatrici. Per far parte di FAND, le associazioni devono avere rilevanza nazionale ed essere state costituite da almeno cinque anni.

D. Ci saranno interventi organizzativi come ad esempio riorganizzazione di sedi, diffusione di sportelli?
R. Innanzitutto lavorerò alla realizzazione di un nuovo modello organizzativo concordato con tutti i soci della FAND, per raggiungere obiettivi comuni e condivisi. A livello centrale rafforzeremo il ruolo dei Gruppi di lavoro tematici mentre a livello territoriale, dove la FAND opera tramite Comitati regionali e Comitati provinciali, auspico sia possibile ottimizzare i servizi a favore delle persone con disabilità, eventualmente anche con sportelli di ascolto e di consulenza.

D. Quali sono le richieste della FAND al Governo e al Parlamento?
R. Come presidente FAND mi batterò perché siano garantiti loro trattamenti economici adeguati, un'assistenza efficace e realmente commisurata ai bisogni, l'abbattimento di tutte le barriere che ne impediscono il pieno sviluppo della personalità, dell'autonomia, della libertà e della dignità completa di cittadini.
A partire dalla piena attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e del Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità, strumento quest'ultimo che già contiene indirizzi precisi, peraltro elaborati con il contributo diretto delle Associazioni di rappresentanza delle persone con disabilità.
Sarà sempre alta l'attenzione sul rafforzamento dei Fondi per le politiche sociali e la non autosufficienza, senza i quali non è purtroppo possibile programmare azioni concrete e migliorare le tutele attualmente previste.
La FAND sta poi affrontando alcune questioni particolarmente urgenti, come la rilevanza ai fini ISEE delle prestazioni economiche riconosciute alle persone con disabilità. Altro fronte d'impegno riguarda il miglioramento della normativa sul collocamento mirato che, dopo quindici anni di vigenza, non è più al passo con i tempi, sta evidenziando criticità e inefficienze che il legislatore deve rimuovere al più presto.

D. Quale sarà il filo rosso che guiderà tutte le azioni di FAND?
R. Dobbiamo crescere e realizzare concretamente i nostri obiettivi, collaborando costruttivamente con le istituzioni e con il mondo della disabilità, conquistando consensi e risultati che rappresentino un successo per tutte le persone con disabilità che vivono in Italia. L'obiettivo finale nel prossimo futuro, mio come di tutti i presidenti che operano nella Federazione, deve essere quello di garantire la presenza attiva della FAND in tutte le sedi istituzionali in cui si prendono decisioni in tema di disabilità, al centro come in periferia, dove peraltro si attuano le politiche più prossime alle persone e ai loro bisogni. Vedo la FAND con l'ottimismo di un presidente che vuole lavorare sodo e non fermarsi davanti a nulla.

D. Come si sostiene la FAND?
R. Le sette associazioni federate conferiscono un contributo annuale. Ci sono poi i proventi di iniziative promozionali. Il bilancio annuale di FAND si aggira attorno ai 50 mila euro. Per le attività e le iniziative contiamo sulla collaborazione delle strutture e del personale delle sedi centrali e periferiche delle associazioni federate.

D. La FAND fa raccolta fondi?
R. Non abbiamo finora fatto raccolta fondi. Possiamo però partecipare a progetti finanziati da enti ed amministrazioni pubbliche, nonché da società ed altri soggetti privati, come le fondazioni e le banche.

D. Come neo presidente introdurrà anche un programma di fundraising?
R. Abbiamo recentemente formato al fundraising i dirigenti e il personale degli uffici centrali, regionali e locali di alcune delle associazioni federate. Penso che incentiverò l'attività di fundraising per realizzare molte delle iniziative della FAND nei prossimi due anni. L'ideale sarebbe raggiungere l'autosufficienza finanziaria su ogni progetto nazionale e territoriale realizzato.

Chi sono le associazioni in FAND

ANGLAT. Dal 1980 offre una specifica competenza in materia di mobilità pubblica e privata, a propri associati, a Ministeri, Enti, Istituzioni, per la corretta interpretazione ed applicazione della normativa. Presidente: Roberto Romeo.
www.anglat.it

ANMIC. Fondata nel 1956, l'Associazione tutela e rappresenta gli invalidi civili.
L'ANMIC opera su tutto i territorio nazionale attraverso le sue 103 sedi provinciali presenti in ogni città capoluogo. Presidente: Nazaro Pagano. www.anmic.it

ANMIL. Con i suoi 70 anni di attività, l'associazione tutelando i lavoratori infortunati sul lavoro, ha attraversato i cambi epocali della società e del Paese. Opera con oltre 100 sedi distribuite in tutta Italia. Presidente: Franco Bettoni.
www.anmil.it

ARPA. È la prima associazione che in Italia comincia, nel 1983, a occuparsi di autismo. L'Arpa si propone di creare servizi per promuovere informazione culturale, sociale e politica riguardo le psicosi e l'autismo. Presidente: Sabina Savagnone. www.arpaonlus.org

ENS. Quando l'Ente Nazionale Sordomuti si è costituito era il 1932, le persone sorde erano equiparate a soggetti incapaci di intendere e di volere. Presidente: Giuseppe Petrucci. www.ens.it

UICI. Nata nel 1920, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, rappresenta e tutela le persone con disabilità visive. Ha creato il Centro Nazionale del Libro Parlato, il Centro Ricerca Scientifica, l'I.Ri.Fo.R. Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione. Presidente: Mario Barbuto.
www.uiciechi.it

UNMS. L'Unione Nazionale Mutilati per Servizio è un Ente Morale che tutela tutti coloro che alle dipendenze dello Stato e degli Enti locali hanno riportato mutilazioni ed infermità in servizio e per causa di servizio militare e civile. Presidente: Gr. Uff. Alessandro Bucci. www.unms.it



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