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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 3 del 2015

Titolo: REGIONI- Parola di Presidente

Autore: Giuseppe Cordasco


Articolo:
Il Presidente della Regione Lazio ci racconta problemi e progetti per una Regione accessibile
Nicola Zingaretti, 50 anni, è Presidente della Regione Lazio ormai da due anni, dopo la vittoria alle elezioni del febbraio 2013. In precedenza era stato dal 2008 al 2012 Presidente della Provincia di Roma, e in entrambe queste esperienze ha sempre dimostrato una grande sensibilità per le questioni relative alla disabilità. Non a caso, lo scorso 15 dicembre 2014 è stato insignito del Premio Braille, per il suo impegno profuso in particolare nella promozione dei diritti delle persone non vedenti. Abbiamo deciso allora di incontrarlo per farci raccontare quali sono stati finora gli sforzi da lui compiuti per favorire una migliore integrazione sociale delle persone disabili e in particolare dei non vedenti, e soprattutto per capire come per il futuro potrà ulteriormente concretizzarsi questo suo impegno.

D: Presidente Zingaretti, innanzitutto complimenti per il premio Braille che da poco le è stato conferito in segno della sua sensibilità ai temi della disabilità, e in particolare per quello che ha fatto per i ciechi. Considera questo riconoscimento un punto di arrivo o uno stimolo a fare meglio?
R: Sono felice di aver ricevuto questo Premio, lo considero un riconoscimento al lavoro svolto in questi anni alla guida del Lazio per garantire una vera integrazione sociale del non vedente. Troppo spesso la nostra società ha trascurato l'accesso all'informazione su carta stampata per il disabile visivo, relegandolo a semplice fruitore di mezzi di informazione come radio e televisione. In un quadro di grande difficoltà nella garanzia dei diritti fondamentali per le persone con disabilità, si corre il rischio di dimenticare che anche la cultura è un elemento determinante per la piena realizzazione della vita individuale e sociale. Credo che l'affermazione dei diritti passi anche da fatti come questo. Noi consideriamo le politiche sociali come politiche di sviluppo e quindi la spesa sociale non come un costo ma come un investimento umano ed economico. Stiamo lavorando con un obiettivo preciso: creare un welfare solidale e universalistico basato sull'uguaglianza di trattamento per ogni persona secondo il bisogno.

D: Quali erano i punti fondamentali del suo programma elettorale sui temi della disabilità e come si sono evoluti dopo questa prima fase di amministrazione? Quali sono le priorità che in generale ha individuato sul fronte dell'handicap e su cui ha deciso di impegnarsi nei prossimi anni di mandato?
R: Innanzitutto mi piace ricordare che il libro con cui ci siamo presentati ai cittadini del Lazio, il nostro programma di Governo, è stato stampato anche in Braille. Sono convinto che dobbiamo usare ogni strumento a disposizione per cancellare disparità, barriere, limitazioni con l'obiettivo di una piena inclusione sociale, culturale, politica e professionale di tutti i cittadini. Rispetto al passato abbiamo finalmente voltato pagina azzerando gli enormi debiti per i pagamenti nel sociale e impegnato una quantità mai vista di risorse. In questi due anni, infatti, abbiamo difeso con forza i servizi sul territorio e abbiamo messo i Comuni in condizione di progettare e gestire meglio gli interventi sociali, favorendo la spesa associata ed evitando gli sprechi. Anche quest'anno, per esempio, i fondi per la disabilità saranno assegnati ai Comuni già a marzo-aprile, anche se la Regione riceverà il riparto del Fondo nazionale solo a fine estate, questo significa garantire i servizi fin da subito senza incertezze.

D: Quali altre misure ha adottato la sua Giunta?
R: Più in generale abbiamo destinato 35,5 milioni di euro per gli interventi nel sociale in favore di malati gravi, disabili e delle loro famiglie per dare risposte concrete alle persone che nelle nostre comunità rischiano di rimanere più indietro degli altri, emarginate a causa della loro disabilità e della grande fatica che sono costrette a fare per ottenere anche i servizi essenziali. Stiamo lavorando in queste settimane alla definizione dello stanziamento per i servizi sociali territoriali di quest'anno e l'obiettivo è quello di confermare sostanzialmente il budget del 2014, che è stato di 134 milioni di euro, e di aumentare i fondi per la non autosufficienza.

D: Per quanto riguarda i ciechi in particolare, un tema molto caro è quello del diritto allo studio, a cui è legato il futuro dei ragazzi non vedenti. Con l'abolizione delle Province infatti, molti servizi che prima erano in capo a questi enti sembrano essere riamasti sguarniti. Lei se la sente di garantire che la Regione si assumerà l'onere, almeno finanziario, di garantire d'ora in avanti tali servizi?
R: La questione del passaggio delle competenze ci vede in attesa di avere maggiori informazioni, ma quel che è certo è che la Regione già adesso si occupa di sostenere l'integrazione scolastica degli alunni non vedenti e manterrà questo impegno anche in futuro. A febbraio è stata approvata la determinazione che trasferisce alle Province i fondi per garantire i servizi fino alla fine dell'anno scolastico. Con la ridefinizione dei compiti delle nuove Province vedremo quali competenze passeranno alle Regioni, ma sicuramente non lasceremo soli le ragazze e i ragazzi del nostro territorio.

D: Ritornando alla gestione più generale delle problematiche riguardanti la disabilità, che tipo di rapporto ha instaurato la sua Giunta con la Consulta della disabilità? Vi è stato e c'è un proficuo scambio di idee oppure, come accaduto purtroppo a volte in passato, il suo ruolo risulta del tutto marginale?
R: Appena ci siamo insediati abbiamo voluto rilanciare e sostenere l'esperienza della Consulta, uno strumento importante di partecipazione per le persone con disabilità, le loro famiglie e il Terzo Settore. Per esempio, abbiamo dato alla Consulta una sede fissa negli uffici dell'assessorato alle Politiche sociali, un segnale piccolo, ma che dice che per noi il dialogo e la collaborazione con queste realtà sono importanti. Finora abbiamo avuto un'interlocuzione costante su tutte le diverse questioni che riguardano la disabilità. Proveremo a valorizzare ancora di più la Consulta, specialmente sulle sfide più delicate che ci attendono, come la rete regionale del "Dopo di noi", che prevede l'apertura di nuove Case per disabili adulti senza famiglia, rivolta a Distretti socio-assistenziali finora privi di una struttura simile.

D: In conclusione, con l'esperienza maturata in questi primi due anni di amministrazione regionale, ritiene che il Lazio si possa considerare a livello italiano, e più in generale europeo, una realtà all'avanguardia nel rapporto con i disabili, oppure c'è molta strada ancora da fare?
R: Il Lazio negli ultimi due anni ha visto crescere e migliorare i servizi in tema di disabilità con un maggiore impiego di risorse, pensiamo ad esempio all'investimento di 6,2 milioni di euro per il raddoppio dei posti nella rete delle case famiglia per ragazzi disabili previsto attraverso il "Pacchetto Famiglia" 2014. Il nostro impegno continua e proprio in queste settimane stiamo presentando il progetto "Pronti sport via!" per la riqualificazione dell'impiantistica sportiva del Lazio con un ruolo fondamentale riservato all'abbattimento delle barriere architettoniche, specialmente nelle scuole. Lo sport è un diritto di cittadinanza fondamentale e uno strumento decisivo di inclusione sociale: permetterne la piena libertà di accesso ai disabili è imprescindibile. Con il bando faremo un grosso passo avanti e renderemo ancora più forte e credibile la candidatura olimpica di Roma 2024 che, come sappiamo, riguarda anche le Paralimpiadi.



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