Logo dell'UIC Logo TUV

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

torna alla visualizzazione del numero 3 del Corriere dei Ciechi

Numero 3 del 2015

Titolo: TEATRO- Ditegli sempre di sì

Autore: Ida Palisi


Articolo:
La Commedia di Eduardo messa in scena dalla filodrammatica UICI diretta da Bruno Mirabile
Un colpo di tosse, un soffio. Giusto per dare la direzione sulla scena. E poi tutto fila liscio, senza intoppi. Anzi, meglio. Sarà per la mimica facciale accentuata, ma gli attori non vedenti hanno una marcia in più e la trasmettono al pubblico, insieme con una professionalità che non t'aspetti da una compagnia di non professionisti. Così infatti si definiscono gli attori dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti che dal '96 portano nei teatri della provincia napoletana i classici della drammaturgia partenopea: Viviani, Scarpetta e, naturalmente, De Filippo. L'obiettivo è raccogliere fondi per l'associazione ma anche impegnare i non vedenti e gli ipovedenti in un'attività artistica e aggregativa. Loro lo fanno con gioia, e si sente: il motto è "Il vostro sorriso è la nostra luce", come spiega al pubblico l'intrattenitore della serata, un non vedente della filodrammatica U.I.C.I., compagnia teatrale amatoriale diretta da Bruno Mirabile e composta da attori non vedenti, ipovedenti e amici dell'Unione. L'occasione (l'8 febbraio scorso) è la messa in scena al Teatro "Summarte" di Somma Vesuviana (Napoli) di un classico in due tempi di Eduardo De Filippo: Ditegli sempre di sì. Una commedia degli equivoci basata sulla diversità di uno dei protagonisti appena uscito dal manicomio ma evidentemente non del tutto guarito (vedi box). Lo spettacolo, destinato a un pubblico di persone vedenti, è stato aperto da qualche minuto con il teatro completamente al buio, durante il quale una voce fuori campo ha descritto scena e personaggi all'affollatissima platea. Per la serata sono arrivate persone anche dal capoluogo partenopeo e un pullman dalla sezione dell'Unione di Isernia.
"Ci sono troppe persone non vedenti che vivono in uno stato di emarginazione. C'è ancora un certo disagio quando si incontrano o si incrociano a scuola, ad esempio. Invece noi vogliamo far comprendere che un non vedente può fare tutto, e che l'integrazione è una cosa possibile", spiega Mario Mirabile, vicepresidente provinciale dell'Unione, che incontriamo qualche minuto prima dell'inizio dello spettacolo (di cui è uno dei protagonisti, il dottor Croce, medico di famiglia).
"Alcuni di noi - racconta ancora Mirabile - non sono neanche saliti sul palcoscenico del teatro prima della rappresentazione vera e propria. Ma siamo talmente affiatati e collaudati da non avere alcun timore. Anche se siamo dilettanti allo stato puro, ci impegniamo molto: proviamo dopo il lavoro, alle nove di sera, in una piccola stanza ad Ercolano. All'inizio eravamo in pochi, sei-sette persone. Oggi siamo una ventina, tra non vedenti, ipovedenti e volontari, dai venti ai sessantacinque anni di mio padre, che fa il regista". L'idea del teatro nasce diciannove anni fa, proprio quando Mirabile diviene vicepresidente provinciale: doveva essere un'iniziativa per la festa di Santa Lucia - Giornata nazionale del cieco - e invece continua ancora oggi, con rappresentazioni in diversi teatri della provincia napoletana (le più recenti, oltre che a Somma Vesuviana, al prestigioso Mav di Ercolano, il Museo Archeologico Virtuale) sia d'estate che d'inverno, interrompendosi solo per un anno per mancanza di fondi. Tutto infatti è autofinanziato o messo a disposizione gratuitamente: dal teatro alle suppellettili di scena. "Qualche imprenditore ci sostiene - dice Mario Mirabile - perché sul territorio della provincia napoletana siamo molto conosciuti: la compagnia è stata messa su dalle rappresentanze di Portici ed Ercolano dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti".
Molti degli attori nella vita di tutti giorni lavorano come dipendenti pubblici, chi al comune di Ercolano, chi all'università come Mirabile e il padre regista, Bruno. Che sceglie sempre la recitazione in dialetto.
"Recitare in vernacolo per noi è dare lustro alla nostra teatralità napoletana" spiega Bruno Mirabile. "Per gli attori della compagnia nulla è impossibile, giacché in qualsiasi napoletano c'è una teatralità stupenda". E il regista (che è anche il protagonista della commedia, Michele) non si scoraggia neanche di fronte alle difficoltà di una compagnia tanto singolare. Spiega infatti: "Certo non è facile, con una compagnia mista di persone vedenti e non vedenti. Ma c'è tanta buona volontà e poi lo facevo già per hobby dal '72 e ora mi sento parte integrante dell'iniziativa, avendo un figlio non vedente e l'altro ipovedente". Come facciano a stare insieme sulla scena senza bloccarsi ma anzi, restituendo la naturalezza che occorre in teatro per arrivare al cuore dello spettatore, lo spiega Matteo Cefariello, fondatore della compagnia e responsabile della rappresentanza dell'Unione per i comuni di Ercolano e Torre del Greco, dal 1975. "Facciamo squadra sulla scena - dice - e c'è un supporto costante tra vedenti e non vedenti. Cerchiamo di contare i passi e di non guardare nel vuoto ma verso l'altro protagonista in quel momento con noi, che è vedente e fa un sospiro o un colpo di tosse per indicarci la direzione. Per uscire di scena invece il segnale è uno schiocco di dita". Per Ditegli sempre di sì sul palcoscenico si alternano quattro persone cieche, cinque ipovedenti e cinque vedenti. "Io sono stato sempre appassionato di teatro - dice ancora Matteo Cefariello, che nella commedia fa la parte di Attilio, il fratello dell'amico di famiglia Vincenzo - sono anche musicista e perciò sempre orientato a fare un evento musicale per sostenere l'Unione, fino a quando non ci è venuta l'idea dello spettacolo teatrale, ed è partita questa scommessa". Dieci euro il costo del biglietto, e qualche piccolo aiuto dalle istituzioni del territorio - magari il patrocinio, l'affissione dei manifesti - ma niente finanziamenti, che vengono perlopiù dai privati. Solo l'allestimento costa tra i 3 mila e i 3 mila e 500 euro. Perciò è difficile portarlo in scena a Napoli (solo una volta, al Teatro Cilea, e in periferia a Varcaturo): occorrerebbe trovare uno sponsor importante. "Nel passato abbiamo avuto una mano anche economica dalle istituzioni - conclude Matteo Cefariello - ma ora, con il pretesto della crisi, se possono evitare di dare contributi a iniziative come questa, lo fanno. Perciò ci basiamo sul sostegno del volontariato e sull'aiuto delle famiglie". Con i biglietti si coprono i costi e si ricava qualcosa per l'associazione, ma ci sono tante persone che contribuiscono gratuitamente, da Anna Iacomino - in scena la bravissima protagonista, la signora Teresa - che ogni volta porta per l'allestimento tutti gli arredi di casa sua, alla parrucchiera Susy De Luca che incontriamo con l'estetista Cira Capricano dietro le quinte mentre danno gli ultimi colpi di spazzola e di cipria agli attori e ci dicono: "È una bella esperienza, conosciamo tutti e ci fa piacere stare con loro. Sono bravissimi sulla scena". Nella compagnia ci sono infine anche mamme e mogli a tempo pieno, come Libera Cozzolino, nella commedia una strepitosa signora Gallucci, la moglie di Vincenzo. "Ho iniziato da bambina perché mia mamma era una non vedente - dice - e ora che non c'è più è un vuoto incolmabile ma anche il motivo per cui non lascerò mai la compagnia".

Ditegli sempre di sì
È una commedia in due atti scritta da Eduardo De Filippo nel 1927 per Vincenzo Scarpetta che la portò in scena l'anno successivo al Teatro Manzoni di Roma. Ebbe diverse repliche anche a Napoli e vi recitò, oltre ai fratelli De Filippo, anche Tina Pica. Fu trasmessa per la tivù dal Secondo Programma nel 1962, per la regia dello stesso Eduardo. La storia è basata sugli equivoci messi in moto dal ritorno a casa di Michele, appena uscito dal manicomio. Il protagonista si trasferisce dalla sorella Teresa che è la sola a conoscere i suoi trascorsi di pazzia e che viene, suo malgrado, coinvolta dal fratello in una serie di esilaranti episodi. Michele sembra infatti guarito, ma prende alla lettera tutto ciò che gli viene detto e, credendo che la sorella voglia sposare il suo padrone di casa, don Giovanni, ne parla alla figlia Evelina. Al pranzo di compleanno dell'amico Vincenzo Gallucci, un altro equivoco viene generato da Michele che invia un telegramma al fratello di Vincenzo per annunciare la morte dell'amico. Nel finale, la pazzia di Michele torna a farsi più evidente: diffonde la falsa voce che il giovane Luigi, il corteggiatore della figlia di don Giovanni, è pazzo, e quindi cerca di tagliare la testa al povero giovane, per guarirlo. Michele viene fortunatamente fermato in extremis dalla sorella e riportato in manicomio.

Personaggi e interpreti:
Teresa Lo Giudice - Anna Iacomino
Michele Murri, fratello di Teresa - Bruno Mirabile
Luigi Strada, inquilino di Teresa - Donato Lupinetti
Don Giovanni Altamura, padrone di casa di Teresa - Carmine Galano
Evelina, figlia di Don Giovanni - Tonia Sannino
Ettore De Stefani, amico di Luigi - Gaetano Orefice
Croce, medico - Mario Mirabile
Checchina, cameriera - Valentina Galano
Vincenzo Gallucci, amico di famiglia - Dario Mirabile
Saveria Gallucci, moglie di Vincenzo - Libera Cozzolino
Attilio Gallucci, fratello di Vincenzo - Matteo Cefariello
Olga, fidanzata di Ettore - Milena Castello
Nicola, cameriere - Luigi Schettini
Il fioraio - Massimo Prisco

I non vedenti in Campania
Con oltre 11.000 unità la Campania si colloca al terzo posto, dopo Sicilia e Lombardia, nella classifica delle regioni con il più alto numero di non vedenti (ISTAT, 2011). Per loro dopo l'abolizione delle Province, sono state ridotte le offerte formative, le opportunità culturali, la possibilità di muoversi liberamente. Tra i servizi che sono stati tagliati, quello di trasporto scolastico per i ragazzi delle scuole elementari e medie, ma anche l'assistenza tra i banchi di scuola e a casa, nelle ore dedicate ai compiti. Sul territorio, oltre all'attività teatrale della compagnia filodrammatica dell'Unione, sono in corso alcuni progetti per migliorare le condizioni di accesso al patrimonio archeologico, storico-artistico e architettonico della Campania. Tra questi, "Napoli Tra Le Mani", di cui l'università Suor Orsola Benincasa è capofila, per la creazione di una vera e propria rete che metta in condizione tutte le strutture museali napoletane di essere fruibili allo stesso modo da vendenti e non vedenti. Agli scavi di Ercolano si formano guide in grado di orientare il non vedente alla scoperta sensoriale dei reperti archeologici, e periodicamente vengono organizzate visite speciali per i non vedenti al Museo Archeologico.



Torna alla pagina iniziale della consultazione delle riviste

Oppure effettua una ricerca per:


Scelta Rapida