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Corriere dei Ciechi

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Numero 3 del 2015

Titolo: RUBRICHE- Sibemolle

Autore: a cura di Flavio Vezzosi


Articolo:
10 strumenti musicali più strani al mondo
Fin dall'antichità, è risaputo, la musica ha giocato sempre il proprio ruolo fondamentale nella vita quotidiana dell'essere umano.
Addirittura dal Neolitico vi sono testimonianze dell'esistenza di proto-strumenti musicali (conchiglie, corna di animali, ecc.) in grado di produrre suoni sia al di fuori che all'interno delle caverne. La continua ricerca e sperimentazione dei suoni nel corso dei secoli successivi ha permesso di affinare sempre più il rapporto uomo-musica: ad esempio gli egizi (V Millennio A.C. circa) consideravano la presenza stessa della musica incredibilmente importante, gli antichi greci (VII Secolo A.C.) la ritenevano fondamentale per coadiuvare gli spettacoli teatrali (dalla tragedia alla commedia) sviluppatisi in quegli anni.
Insomma, con la nascita della civiltà, è accresciuta in modo sensibile la cultura musicale. E con essa anche gli strumenti, che man mano son diventati sempre più particolari e sempre più variegati. Fino ai giorni nostri. La scoperta dell'elettricità (e quindi dell'elettronica) ha poi dato la definitiva spinta di accelerazione affinché si potesse arrivare ai livelli massimi di sperimentazioni di sonorità mai conosciute prima. Mezzi creati sia per accompagnare che sostituire il canto, ritenuto dai più come lo "strumento musicale perfetto", al mondo ne esistono migliaia di tipi (alcuni studiosi asseriscono che siano infiniti!), classificati principalmente per modalità di utilizzo (5 fondamentali: membranofoni, cordofoni, aerofoni, idiofoni ed elettrofoni), anche se all'interno di una stessa famiglia è possibile notare strumenti di forme diversissime fra loro (ciò dovuto soprattutto ad una questione di tradizione geografico-culturale), alcune molto particolari. La Top-ten che qui proponiamo è un pout-pourri di strumenti musicali tra i più strani esistenti al mondo (sia per forma che per sound sprigionati), alcuni abbastanza rinomati, altri rappresentanti una possibile novità agli occhi/orecchie del lettore appassionato.

Bufù (10° posto)

Questo strumento membranofono, tipico del Molise, è costituito da una botte di legno, ricoperta da una pelle di vitello o di capra sull'estremità superiore (lasciata aperta, mentre il fondo resta chiuso). Al centro di questa pelle, tenuta ben tesa a mo' di tamburo, viene inserita una canna piuttosto lunga, fino in fondo alla botte, che successivamente viene strofinata energicamente (di solito da un panno umido) dal suonatore: si ottiene così un rumore cupo molto particolare, che all'aumentare del numero di questi strumenti diventa un rimbombo ritmico pazzesco e coinvolgente.

Sitar (9° posto)
Lo strumento musicale cordofono indiano per antonomasia, famoso non solo per il suo suono inconfondibile, ma anche per la sua forma alquanto bislacca: la sua cassa armonica è costituita da una zucca tagliata a metà e chiusa da uno strato di legno; al manico sono attaccate circa 18 corde, divise in inferiori e superiori; di queste corde, solo 3 sono utilizzate per suonare la melodia, mentre le altre fungono da accompagnamento (il cosiddetto effetto di risonanza simpatica), in quanto vibrano a causa del vibrare dello stesso strumento. Curiosità: dalla fine degli anni '60 in poi, molte band occidentali moderne si avvalgono del suono del sitar in diversi pezzi più o meno famosi (ad esempio, i Beatles in Norwegian Wood oppure i Metallica in Wherever I may Roam).

Bianqing (8° posto)
Anche questo è uno strumento musicale abbastanza conosciuto. Idiofono (per cui il suono è prodotto anche dal vibrare della struttura stessa dello strumento), questo strumento tradizionale cinese si distingue per grandezza e particolarità di suono: formato da una struttura in metallo sulla quale sono appese, in fila, delle pietre piatte di grandezza variabile a forma di L, il bianqing, insieme al bianzhong (che utilizza campane al posto di pietre) è famoso per essere utilizzato nei riti in onore di Confucio. Viene suonato con apposite bacchette direttamente sulle pietre, che presentano una caratteristica armonia di note e donano allo strumento un suono simile ad uno xilofono ad ampio riverbero.

Didgeridoo (7° posto)
Nato in Australia tra le popolazioni aborigene, è forse uno dei più antichi strumenti musicali aerofoni mai inventati (si ipotizza infatti un'origine risalente fino a 15000 anni fa!). Pur essendo noto con il nome onomatopeico didgeridoo, sembra che in patria, a seconda delle etnie, venga chiamato con decine di nomi diversi. E diverse sono le forme e le dimensioni in cui si presenta questo strumento: costruito unicamente da un ramo di eucalipto accuratamente selezionato tra quelli scavati dal lavoro delle termiti al proprio interno, si presenta di solito sotto forma cilindrica o conica, e può raggiungere la lunghezza anche di un paio di metri. Il suono, provocato soffiando all'interno di esso con la tecnica della respirazione circolare (si usa la bocca come riserva d'aria che permette al flusso dell'aria stessa di non interrompersi, come in una zampogna) è inconfondibile: una via di mezzo tra un forte ronzio ed un mugolio in stile meditazione (il famoso Oṃ); utilizzando inoltre sillabe onomatopeiche durante la soffiata, la musica può assumere diversi ritmi ed ampiezze sonore.

Alboka (6° posto)
La prima caratteristica che salta all'occhio ammirando questo strumento aerofono di origine araba (trapiantato poi nei Paesi Baschi) è la forma: due corna poste punta contro punta e tenute insieme da un corpo centrale in legno o bambù. Anche l'alboka si avvale della tecnica della respirazione circolare, e produce un suono che ricorda le launeddas sarde.
Kangling (5° posto)
Senza ombra di dubbio questo strumento, aerofono, è di gran lunga il più inquietante tra tutti quelli ivi descritti. Di origine tibetana, il kangling era, in passato, ricavato da un autentico femore o da una tibia umani, decorato poi con pietre preziose, ciondoli et similia, e veniva usato dai monaci durante riti di purificazione per scacciare gli spiriti maligni. Piccola nota: il suono risultante non è particolarmente gradevole, sebbene sia associato anche a pratiche di meditazione.

Flex-a-tone (4° posto)
Nonostante sia stato collocato al di fuori della "zona-podio", di questo strumento a percussione idiofono non si può negare l'assoluta originalità rapportata alla semplicità con cui è stato costruito. Inventato nel Regno Unito nei primi anni Venti, il flex-a-tone assomiglia vagamente ad un pedale da grancassa di una batteria: interamente in metallo, possiede un manico che termina, assumendo una forma a V, con una flessibile lamina di metallo, ai cui lati sono attaccati due piccoli batacchi. Quando il suonatore preme questa lamina con il pollice e la agita facendola colpire dai due batacchi, ne scaturisce un suono stranissimo, modificabile a seconda della pressione esercitata sulla lamina. Questo sound risulta famoso per essere presente in diversi temi musicali di cartoons a sfondo paranormale (come Scooby-Doo).

Glassarmonica (3° posto)
Non tutti immaginano che i bicchieri (rigorosamente di cristallo!) abbiano un proprio sound e possano raggiungere diverse altezze musicali. È da secoli invece che il glasspiel, più conosciuto come "bicchieri musicali" (suonati sfregando lievemente con le dita inumidite i bordi degli stessi, riempiti d'acqua), viene utilizzato e continuamente sottoposto a sperimentazioni. Da una di queste, Benjamin Franklin (lo studioso che scoprì la corrente elettrica) inventò la glassarmonica, semplicemente disponendo dei bicchieri di grandezze diverse (per ottenere diverse note) su un piano orizzontale, dando a questo strumento idiofono l'aspetto di una tastiera da pianoforte cilindrica: le calottine di vetro, sono poi poste su un asse girevole, che permette al suonatore di appoggiare le dita bagnate e di ottenere immediatamente un suono cristallino e delicato. Curiosità: i Pink Floyd hanno usato la glassarmonica nella famosissima intro de "Shine on you crazy diamond". Terzo posto meritato: originalità mescolata a semplicità.

Dulcimer (2° posto)
Questo strumento cordofono rappresenta, soprattutto a livello di sound, un connubio di misticismo, purezza e polifonia: infatti, essendo uno strumento che morfologicamente ricorda una cordiera di un pianoforte (la versione "appalachiana" invece ricorda una viola più stretta), produce un suono che, a seconda della modalità di esecuzione (pizzicandone o percuotendo le corde con oggetti diversi, a volte anche utilizzando un archetto), può sembrare appartenente ad un piccolo pianoforte, un clavicembalo, o addirittura una chitarra resofonica! È per questo che non esitiamo nell'asserire che il dulcimer sia uno degli strumenti musicali più belli mai inventati, seppure così strano.

Pikasso Guitar (1° posto)
Ebbene sì, la palma come strumento musicale più strano al mondo va ad una chitarra. Ma cosa può aver mai di strano una chitarra? Per prima cosa si tratta di un tipo di chitarra-arpa, già piuttosto bizzarra come idea di strumento. In secondo luogo è bizzarro il numero di corde: 42. Ma non tutte allineate su un solo manico, sarebbe troppo banale. Distribuite invece su ben 5 manici di forme diverse ed altrettanti ponticelli, disposti su un'unica cassa di risonanza avente a sua volta 2 buche. Costruita nel 1984 dalla liutaia Linda Manzer per l'eccelso chitarrista jazz-fusion Pat Metheny, la Pikasso Guitar non ha bisogno di altre spiegazioni. Si deve solo guardare, ascoltare, ammirare. Medaglia d'oro.
(Alessandro Angiolillo)



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