Numero 4 del 2017
Titolo: ITALIA- La tecnologia aiuta l'arte
Autore: Carmen Morrone
Articolo:
Il viaggio del Corriere nei musei della Torino accessibile
La tecnologia digitale ha cambiato l'accessibilità museale. Il Qrcode (un codice a barre leggibile da una app del nostro smartphone), l'Nfc (un tipo di connessione alla rete internet sempre del nostro smartphone) stanno contribuendo a rendere le opere d'arte fruibili a tutti. Si tratta di una tecnologia che aggiunge valore alla visita di tutti, senza creare bisogni speciali da soddisfare: arricchisce i contenuti, moltiplica l'esperienza. È Torino la città che da molti anni è impegnata a rendere for all i suoi musei. Un risultato ottenuto grazie alle sinergie create fra le associazioni che tutelano i diritti delle persone disabili, fra cui la sezione di Torino dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, i musei, le amministrazioni pubbliche, investitori. Proprio a Torino è in corso un nuovo fronte di sperimentazione che riguarda l'accessibilità anche delle mostre temporanee. Sta accadendo al Museo Nazionale del Cinema dove è stata inaugurata la quarta mostra allestita con un sistema che offre informazioni ad accesso facilitato, con un'attenzione innovativa verso il pubblico non vedente. La mostra è "Tonalità tangibili. Peretti Griva e il pittorialismo italiano" e si compone di oltre 250 fotografie esposte nella sala del tempio e lungo la scala elicoidale della Mole Antonelliana. Una sfida: far vedere le fotografie ai non vedenti.
"Dai primi feedback da parte dei visitatori pare che ci siamo riusciti - dice Paola Traversi Responsabile Servizi Educativi Museo Nazionale del Cinema - grazie al lavoro fatto in collaborazione con Francesco Fratta, componente della Direzione Nazionale dell'UICI e responsabile della Commissione Accessibilità ai beni culturali e servizi librari". Ogni fotografia è corredata da un pannello visivo-tattile posto lungo il percorso espositivo. Si tratta di un disegno che riproduce la fotografia in cui sono stati messi in rilievo gli elementi della foto: persone, animali, paesaggio. Su ogni pannello sono presenti Qrcode e Nfc riconoscibili al tatto, attivandoli con lo smartphone parte un'audio-descrizione. Queste foto si trovano lungo la scala elicoidale che caratterizza il Museo che, è noto, si trova all'interno della Mole Antonelliana, e la loro presenza è segnalata da etichette in Braille poste sul corrimano. Si tratta decisamente di un ulteriore passo verso l'accessibilità, un working in progress come lo definisce la stessa Traversi. "Stiamo raccogliendo le opinioni, i commenti dei visitatori per intervenire e migliorare". La mostra fotografica è una palestra per sperimentare innovativi testi per le audio-descrizioni. Come si fa, infatti, a descrivere una fotografia a una persona che non vede, quali sono le parole da usare per renderne il contenuto, l'atmosfera, l'emozione? La domanda non è nuova e ci sono già alcune risposte. È infatti un tema studiato, come spiega Francesco Fratta: "Il più importante studioso è Evgen Bavcar sostenitore del "diritto universale alla visione" da cui prendono il via tutte le applicazioni di questo concetto". Le prime informazioni circa un'opera d'arte devono essere una sorta di bussola. "Dobbiamo dare alcune coordinate fondamentali e partiamo dal piano spaziale dividendolo in parti precise. Non basta dire in alto, in basso". Poi le cose si fanno difficili. Come si fa a descrivere una luce crepuscolare? "Il processo immaginativo avviene per tutti attraverso il nostro corpo nella sua interezza" spiega Fratta. "Il corpo "vede" in base a un sentire che è il risultato di più input, sensoriali, emozionali, esperienziali. Ognuno si fa un'immagine delle cose indipendentemente da ciò che i suoi occhi vedono. In questa formazione dell'immagine mentale, la parola è fondamentale perché indica, mette in risalto elementi percettivi, sottolinea le relazioni. La parola richiama esperienze e conoscenze, eventuali valenze simboliche, evoca atmosfere ed emozioni. Ecco perché in questo momento siamo molto attenti ai testi. L'esperienza ci sta insegnando che solo l'unione intelligente di tecnologia, modello tattile e parole, fa fare il salto di qualità all'accessibilità delle opere pittoriche e fotografiche". Come è facile capire si tratta di un impegno di risorse importanti che riguardano un allestimento temporaneo. Un lusso che ci possiamo permettere? "È una sfida nella sfida" considera Traversi. "Lo possiamo fare perché abbiamo investitori illuminati, come la Compagnia di San Paolo, che hanno creduto nel nostro progetto. Poter allestire una mostra temporanea accessibile a tutti significa aver fatto un vero passo avanti. La nostra esperienza dimostra che i tempi sono maturi. Le mostre con questi requisiti attirano visitatori da tutta Italia. Le persone sono attente a capire come abbiamo superato alcune barriere comunicative. I complimenti più numerosi sono da parte di stranieri che apprezzano una novità sconosciuta nel loro Paese".
Torino, si diceva, è la città che da molti anni conta numerosi musei che si sono resi accessibili a diversi tipi di disabilità andando al di là dell'applicazione delle normative. "Una mentalità coltivata nel corso degli anni" ricorda Fratta. "Nel 2010, per iniziativa della Consulta per le Persone in Difficoltà di Torino e del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli - Museo d'Arte Contemporanea, è stato costituito un "Tavolo di confronto sul tema della cultura accessibile", dove istituzioni, associazioni e operatori culturali si confrontano sulle tematiche dell'accessibilità della cultura a tutti i pubblici. Fra questi, l'UICI, Fondazione Fitzcarraldo, Torino, la Fondazione Paidei, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Fondazione Torino Musei - GAM Torino, Museo Nazionale del Cinema, Torino, Tactile Vision Onlus, Parco Arte Vivente". Da quel tavolo nacquero molte iniziative che sono cresciute nel tempo. Il Parco arte Vivente, un Centro sperimentale d'arte contemporanea, da molti anni adotta didascalie in corpo sedici, traduzioni in Braille, mappe tattili degli spazi museali e delle opere in mostra, visite guidate che hanno trasmesso chiare indicazioni spaziali e oggetti concreti da esplorare attraverso il tatto. Francesco Fratta è stato consulente del PAV per la formazione dello staff per adottare le migliori modalità di accompagnamento del pubblico e per riuscire a evocare efficacemente le opere esposte attraverso l'uso circostanziato del linguaggio. Il PAV periodicamente realizza laboratori sui temi delle mostre temporanee che esaltano i sensi diversi dalla vista utilizzando profumi e suoni. Questo tipo di fruizione delle opere è aperta a tutti i partecipanti, i vedenti possono indossare una benda scura sugli occhi per sollecitare maggiormente sensorialità come quelle olfattive, uditive, tattili e soprattutto immaginifiche.
Collezioni e ambienti sono accessibili al pubblico non vedente, ad esempio, a Palazzo Reale, al Castello del Valentino, alla Galleria d'arte moderna, al Museo del Risorgimento, alla Reggia di Venaria, al Castello di Rivoli, alla Mole Antonelliana. "In particolare al museo di Palazzo Madama ci sono un percorso tattile e audioguide che nel caso dei non vedenti hanno descrizioni specifiche. Lungo il percorso espositivo sono presenti schede mobili di approfondimento e postazioni multimediali. L'audioguida permette inoltre di sperimentare un breve percorso tattile con la selezione di 10 opere collocate nei quattro piani del museo. In collaborazione con Tactile Vision Onlus è stato creato un percorso accessibile e in sicurezza del giardino con segnaletica in rilievo che permette di rendere comprensibili le tre aree del giardino: l'Orto (hortus), il Bosco e Frutteto (viridarium), e il Giardino del principe (iardinum domini). In corrispondenza di ognuno degli otto finestroni della torre è presente un pannello con la riproduzione fotografica della porzione di città visibile da quell'apertura: su ogni pannello sono messi in rilievo edifici, colline e montagne e luoghi di interesse", illustra Fratta. Grande sensibilità al tema dell'accessibilità per tutti da parte dei gestori del Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea che come mission ha la promozione dell'arte del nostro tempo sia attraverso la sua straordinaria collezione e sia con l'organizzazione di mostre temporanee prestigiose e di ampio respiro. Il Dipartimento Educazione del Museo nel corso di questi ultimi anni ha ideato percorsi specifici per persone con disabilità sensoriali, cognitive, psichiche, e giornate di formazione sul tema.
Fondazione Sandretto Rebaudengo organizza viste guidate alle collezioni di opere. Quando ci sono persone non vedenti, la guida aggiunge contenuti che si rivelano importanti anche per i vedenti. Come racconta Fratta. "Durante una di queste visite proponiamo ai vedenti di indossare una mascherina per coprire gli occhi e di ascoltare la descrizione dell'opera e una volta terminata li invitiamo a riconoscerla nella sala. Un momento giocoso che, a mio parere, lascia un ricordo indelebile circa la visione interiore che si diceva prima e una conoscenza del mondo dei non vedenti. Un'esperienza personale che parte all'interno di un museo e che sarà utile quando nella quotidianità, nella folla per strada, in metropolitana, si incrocia un non vedente. L'arte che diventa veicolo di conoscenza fra il mondo dei vendenti e quello dei non vedenti che è necessario si conoscano in maniera corretta, equilibrata, per una convivenza che sia fruttuosa per entrambi. Spesso i due mondi non dialogano perché non conoscono i rispettivi linguaggi. L'arte può aiutare in questo avvicinamento".
Un'importante intesa in fatto di accessibilità avviene anche per la biennale d'arte contemporanea Italia-Cina, l'ultima edizione è stata nel 2015. Anche in questo caso le associazioni sul territorio, fra cui l'UICI, sono state coinvolte per organizzare percorsi e visite guidate agli allestimenti.
"Un grosso cruccio" lo definisce Francesco Fratta. Stiamo parlando del Museo Egizio. Uno dei più importanti del pianeta, secondo alcuni il secondo per la ricchezza dei reperti dopo quello de Il Cairo.
Nel 2015 è stato riaperto dopo alcuni anni di chiusura in cui è stato portato a termine un lavoro di restauro dei reperti e di ristrutturazione degli spazi. Oggi, infatti, il museo è aperto con un percorso nuovo mantenendo la sua peculiarità di essere una delle massime collezioni di arte dell'antico Egitto. "Abbiamo invitato più volte l'attuale gestione del museo a incontrarci per poter avviare un progetto sull'accessibilità per le persone non vedenti. Non abbiamo ricevuto una risposta. Ovviamente non lasciamo perdere e continuiamo a tenere alta l'attenzione perché un polo museale di questo tipo non può non essere accessibile ai disabili sensoriali".