Logo dell'UIC Logo TUV

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

torna alla visualizzazione del numero 4 del Corriere dei Ciechi

Numero 4 del 2017

Titolo: TV- Standing Ovation per Alessia e Mario

Autore: Ida Palisi


Articolo:
Lei è un mezzo soprano, lui un baritono e canta quasi totalmente al buio. Insieme sono stati un duo canoro molto applaudito nel talent show di Raiuno Standing Ovation, condotto da Antonella Clerici per cinque serate (dal 17 febbraio al 17 marzo scorsi) in cui ragazzi dagli 8 ai 17 anni si sono esibiti in coppia insieme con i loro genitori, di fronte a tre grandi star della musica leggera italiana - Loredana Bertè, Nek e Romina Power - che componevano la giuria di qualità e un pubblico di trecento persone chiamate ad esprimere le proprie preferenze con il sistema, appunto, della "standing ovation": una forma di applauso per la quale i membri del pubblico si alzano in piedi mentre applaudono. Un gioco televisivo che, mettendo in gara coppie canore semi-sconosciute, li sottoponeva a prove di bravura anche in coppia con i big della musica. Mario Dileo e la figlia Alessia sono arrivati in finale e hanno duettato, tra gli altri, con Gigi D'Alessio, Giusy Ferreri e Patty Pravo. Anche se non hanno conquistato il podio, si può dire che padre e figlia siano tornati a casa con una piccola, grande vittoria, conquistando tutti con la semplicità e l'amore comune per il canto. In una società dove essere primi è tutto, hanno insieme restituito senso al principio di De Coubertin, colui che nell'Ottocento fondò le Olimpiadi moderne: l'importante è partecipare. E non perché Mario abbia un palese handicap e Alessia sia poco più di una bambina, ma perché insieme rappresentano la purezza antica della famiglia, la genuinità di una passione senza compromessi e senza orpelli di sorta: quella per la musica.
Se non fossero padre e figlia, assomiglierebbero ad Albano e Romina.
Dice Mario: "Questa di Standing Ovation è stata un'avventura durata per un mese e mezzo e cinque intensissime puntate, in cui sono stato a stretto contatto con mia figlia. Ci ha aiutato a conoscerci meglio di quanto non ci conoscessimo già ed è stata un'emozione indescrivibile".
Dice Alessia (in un altro momento): "Con papà è stato un mese intenso. Stando così tanto insieme ho imparato a capirlo meglio. Già si fidava di me: siamo riusciti a fidarci uno dell'altra di più".
Vengono da Grassano, un piccolo paese della provincia di Matera di poco più di cinquemila anime, posizionato su una collina tra due fiumi e a pochi chilometri dal capoluogo lucano. Carlo Levi nel suo libro lo definì "una piccola Gerusalemme immaginaria nella solitudine del deserto". Da qui il 13 maggio, in occasione della festa dedicata alla Madonna di Pompei, partirà il tour di Mario e Alessia Dileo che, dopo il programma della Clerici, hanno deciso di puntare sulla musica più che mai. "Il nostro impresario ci sta fissando delle date" racconta Alessia. "Un manager ci ha contattato anche prima della trasmissione, aveva creduto in noi sin dall'inizio di questo progetto. Saremo in tournée con i Jaskared, la band di mio padre".
"Io canto da sempre - racconta Mario - e insieme con mia figlia già da quattro-cinque anni, non aveva nemmeno compiuto i tredici anni. La portavo con me a qualche concerto, o a serate di piano bar. Sono contento che si sia appassionata come me al canto. Sono abituato ad esibirmi in pubblico - dice - nel 1995 ho avuto una grande opportunità, partecipando al Festival di Castrocaro. Poi ho fatto altri tipi di manifestazioni nelle mie zone e all'estero, in Svizzera presso la famiglia lucana di Zug. Il gruppo attuale, la Jaskared acoustic band, è nato circa due anni fa: prima ho avuto altre esperienze di gruppi musicali, con esibizioni a 360 gradi, dal piano bar alla piazza. Mi piace cantare prevalentemente cantanti italiani - dice ancora Mario Dileo - come i Nomadi, Vecchioni, De Andrè, Rino Gaetano, fino ai giorni nostri e a Max Gazzè, Mannarino e i Modena City Rambles. Di straniero interpreto solo "My way" di Frank Sinatra, riattualizzandola. Con la mia band prendiamo alcune ballate di questi artisti e le riproponiamo con la chitarra acustica, la filarmonica e il cajón, uno strumento musicale peruviano. C'è poi il nostro musicista addetto ai fiati che suona di tutto, dai flauti alle ocarine, ai sassofoni, clarinetti. Ri-arrangiamo e portiamo in strada".
La partecipazione a Standing Ovation è arrivata come una sorpresa inaspettata: la moglie di Mario, dopo aver visto la pubblicità del programma in tivù, decide di fare la domanda, d'accordo con la famiglia (oltre ad Alessia, che diventerà maggiorenne a maggio, c'è il fratellino Nicola di quattordici anni) e con la consapevolezza che avrebbe potuto non essere neanche presa in considerazione. "Invece ci hanno chiamati da Roma - racconta Mario - e ci hanno invitati a fare il provino. Alessia è un'ottima accompagnatrice, sin da bambina mi portava sottobraccio come i grandi. Ha sempre vissuto la mia condizione con la massima serenità e consapevolezza. In questa avventura di Standing Ovation è stata la mia stella guida: di solito in famiglia è mia moglie che mi sopporta, invece per un mese e mezzo ho fatto tutto solo utilizzando lei".
"È stata un'esperienza molto impegnativa - racconta Alessia - però ci ha formati, non solo dal punto di vista canoro. Abbiamo avuto modo di entrare in contatto con persone del nostro stesso livello e mi sono divertita molto, come se fossi stata con una seconda famiglia. Con tutti i ragazzi si è creato un bellissimo rapporto". Mario ha 47 anni e lavora come centralinista alla Asl di Matera mentre Alessia fa ancora il liceo: non ci hanno pensato un attimo, quando li hanno chiamati per i provini.
"Partivamo il martedì e ritornavamo il sabato" ricorda Mario. "Era come vivere in un frullatore ma abbiamo imparato a fare televisione però, che non è poco. E non importa non aver vinto! L'unico rimpianto che ho è quello di non aver duettato con Romina, che nelle prove invece aveva cantato in coppia con me ed espresso apprezzamento, si vedeva che era abbastanza orientata nei nostri confronti". Sin dalla nascita Mario soffre di una retinite pigmentosa che oggi l'ha portato quasi alla cecità. "Alessia è stata sempre abituata ad avere un papà come me" spiega. "Una delle cose più belle che ricordo di lei da piccolina è quando faceva qualche disegno all'asilo: consapevole della mia difficoltà, non diceva mai "guarda il disegno" ma mi prendeva il dito e lo portava sul foglio, dicendomi "guarda cosa ho disegnato". Descriveva i contorni del disegno e me li faceva immaginare".
"Per me papà è assolutamente normale come gli altri" dice Alessia. "Sin da piccola mi hanno abituata ad accompagnarlo in vari posti, non ho mai avuto problemi. Lo vedo sempre come una colonna portante e devo ringraziarlo perché mi ha accompagnato in questa avventura che è stata anche un suo sogno, realizzato attraverso i miei occhi, che ha rinsaldato la nostra sintonia e la nostra complicità. Siamo una famiglia molto unita, dove ognuno ha un ruolo". Una forza, quella del legame familiare, che ha permesso a Mario Dileo di vivere con serenità la sua condizione di grave ipovedente.
"Per me non ci sono mai state barriere" afferma. "Io mi sento una persona fortunata, nella vita non mi sono mai fatto mancare nulla. Trovo le strategie per superare qualsiasi tipo di barriera, non solo quella data dal fatto di non vedere bene ciò che mi circonda. La mia condizione di disabilità visiva cerco di farla diventare il mio punto di forza. Ho cercato di insegnarlo ai miei figli: non devono vergognarsi mai ma portare il loro papà come esempio positivo, anche con gli amici con cui ho un bellissimo rapporto".
"A Standing Ovation - ricorda Alessia - abbiamo ricevuto solo commenti positivi e complimenti e questa è la cosa più importante: siamo riusciti a trasmettere il vero significato dell'amore, della felicità e del divertimento. Perciò vorrei lanciare un messaggio ai figli delle persone non vedenti: questa condizione dei loro genitori non deve essere un peso ma uno stimolo ad essere ancora più forti, perché ci può insegnare molto. Chiunque ci può insegnare qualcosa nella vita, soprattutto un genitore".
"Per me la musica è tutto - dice Mario Dileo - è importante per ritrovare un equilibro con me stesso, per stare bene con gli altri e in famiglia. È il filo conduttore che mi lega al mondo che mi circonda".
Ora Mario girerà per le strade del Sud Italia, con il gruppo e anche con Alessia, dalla Basilicata, alla Puglia, alla Calabria fino alla Campania.
"Ho sempre sognato fare l'artista di strada, esibirmi senza distanza dal pubblico, usando palchi naturali. Perciò con la Jaskared ci siamo dotati di una strumentazione elettro-acustica e abbiamo intrapreso questa nuova avventura". E se infine gli chiedi chi paga, lui risponde perentorio: "Chi se ne frega! Il bello è socializzare, far passare alle persone anche solo qualche minuto di gioia e di serenità, che è ciò che abbiamo perso. I soldi devono servire per mangiare e stare bene tutto il resto serve solo a chi si spara le pose".



Torna alla pagina iniziale della consultazione delle riviste

Oppure effettua una ricerca per:


Scelta Rapida