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Corriere dei Ciechi

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Numero 4 del 2017

Titolo: SPORT- Non mollare mai

Autore: Alfredo Sensales


Articolo:
Martina Rabbolini, campionessa di nuoto paralimpico si racconta
Martina Rabbolini, diciottenne nuotatrice cieca di Rho che gareggia con il Gruppo sportivo dilettantistico non vedenti Milano onlus, ha vinto la IV edizione di Donna Sport, premio ideato dal Gruppo multinazionale integrato Bracco per sostenere e valorizzare le atlete con meriti scolastici.

D. Come concili lo sport con lo studio? Riesci a coltivare degli hobby?
R. Mi alleno in piscina sei volte a settimana, facendo sempre due ore/due ore e mezza in acqua; inoltre due volte a settimana faccio un'ora di palestra. Studio inglese, francese e tedesco nel Liceo linguistico. A scuola mi impegno dal lunedì al venerdì, iniziando dalle otto di mattina e finendo alle tredici e trenta, dopodiché pranzo e mi butto in acqua fino alle sei/sei e mezza di sera, poi torno a casa, studio, ceno, se non ho finito di studiare, studio ancora e vado a letto stanca morta. Mi piace la musica e amo cucinare i dolci.

D. Come hai scelto il trainer e quanto influisce sulla tua quotidianità?
R. L'ho scelto in base alle sue capacità personali e professionali. È molto importante avere una bella relazione con l'allenatore perché diventa una parte di te. Il mio è molto bravo e competente, mi aiuta a gestire le difficoltà e a non farmi prendere dal panico nelle situazioni più complicate.

D. C'è una persona cui ti sei ispirata nel coltivare la passione per il nuoto e nel trasformarla in attività agonistica?
R. Ho sempre considerato Cecilia Camellini (nuotatrice italiana cieca, campionessa europea, mondiale e paralimpica stile libero e dorso, N.d.R.) il mio idolo. Mi ispiravo a lei fin da piccola. Ora siamo diventate molto amiche anche perché posso dire di essere sul suo stesso piano. La persona che mi sostiene di più è mio fratello, lo adoro e mi segue sempre nelle gare. Mi dà la forza per andare avanti e fare quello che faccio, senza mollare mai. Non mollare mai è anche il mio motto.

D. Le cronache sportive ti descrivono come una persona scaramantica che prima di ogni gara si smalta le unghie; dicci qualche altra cosa di te.
R. Quando ero piccola ero più scaramantica: mi mettevo lo smalto, ascoltavo sempre le stesse canzoni, usavo sempre gli stessi costumi. Ora invece, crescendo, ho capito che quello che posso dare e sono sicura di poter dare conta più del mio costume preferito, della mia cuffia preferita, delle canzoni che ascolto con più piacere e dello smalto colorato sulle unghie.

D. Come hai vissuto le Paralimpiadi di Rio 2016?
R. Sono state il mio sogno e sono diventate un'esperienza che rimarrà per sempre nel mio cuore. Quando sono entrata nel villaggio olimpico ho sentito un'emozione grandissima che non avevo mai provato fino ad allora. Era come vivere in una bolla, isolata da tutti e da tutto. L'unica cosa che contava in quella circostanza ero io e la mia esperienza. Tutto il resto non c'era più. L'emozione più grande è stata la sfilata, ma anche la prima finale e, soprattutto, la prima gara quando sono entrata per la prima volta su quel bordo vasca e ho provato tante emozioni.

D. Sport e disabilità, cosa ne pensi?
R. Per me sensibilizzare le persone a fare sport è molto importante. Lo sport fa crescere, fa maturare e soprattutto fa vivere emozioni fantastiche. Ogni persona con disabilità dovrebbe fare sport. Invece molte persone che hanno disabilità anche minime alcune volte decidono di non fare nulla, forse perché hanno troppa paura. Però credo che turbamenti, preoccupazioni e inquietudini si possano vincere e che lo sport aiuti a superare ogni difficoltà e ogni barriera.

Il gruppo integrato multinazionale Bracco opera nel settore della salute attraverso quattro Business Unit: Imaging (diagnostica per immagini), Farma (farmaci etici e da banco), Acist (dispositivi medicali e sistemi avanzati di somministrazione di mezzi di contrasto) e Cid (Centro Diagnostico Italiano) di Milano.

Donna Sport è il concorso ideato dal Gruppo Bracco per sostenere e valorizzare le ragazze che, praticando a livello agonistico le discipline sportive federate al Coni, frequentano una classe del secondo ciclo di istruzione superiore, ottenendo una votazione finale pari o superiore alla media del 7 su 10. La IV edizione del concorso ha visto la partecipazione di trecentotrenta ragazze. Queste le altre vincitrici: Loredana Spera, ventuno anni di Barletta, nel Tiro con l'arco; Ayomide Folorunso, venti anni di Fidenza (Parma), nell'Atletica leggera, ex aequo con Teresa Isotta diciassette anni di Armeno (Novara), nel Canottaggio; Beatrice Malagodi, ventuno anni di Roma, nel Judo.



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