Numero 4 del 2017
Titolo: SPORT- StraMilano anche per noi
Autore: Carmen Morrone
Articolo:
Ora che ho camminato per 5 km, ho capito che posso farlo anche a casa mia, anche solo una volta la settimana, ma si può fare. Così hanno detto molti fra i partecipanti, 70 mila, della StraMilano, una delle manifestazioni podistiche più popolari d'Italia. È noto che quando si riesce a provare qualcosa si prende consapevolezza. Ecco che una volta aver corso o camminato per 5 km, si riesce a pensare di poter replicare l'esperienza che non risulta più così impossibile come si immaginava. Quelle parole le hanno dette in tanti dopo aver terminato la StraMilanina, come è chiamata la corsa di 5 km nell'ambito della StraMilano. Fra queste alcune persone non vedenti entusiaste dell'esperienza. Alla StraMilano, infatti, hanno partecipato circa 300 non vedenti provenienti dalla Lombardia. Con i loro cappellini gialli hanno creato una bella macchia di colore nel fiume di gente che ha invaso le vie del centro storico di Milano nella mattinata di domenica 19 marzo. L'iniziativa è stata promossa dall'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della Regione Lombardia che ha coinvolto molte sezioni del territorio, come quelle di Lodi, Lecco, Pavia, Brescia, Varese, Bergamo. "La nostra presenza in una manifestazione così importante è un segnale forte per dire che lo sport è un formidabile volano per portare avanti l'applicazione dei diritti delle persone con disabilità in tema d'integrazione e di pari opportunità", ha detto Nicola Stilla, presidente regionale dell'UICI Lombardia, che accompagnato dalla sua collaboratrice Silvia ha percorso l'intera distanza da piazza del Duomo sino all'Arena Civica. Come pure ha fatto Silvano Stefanoni, coordinatore regionale della commissione sport, tempo libero e turismo, accompagnato da alcuni amici e dal cane guida Podar. "I non vedenti possono essere orgogliosi di aver reso visibile con la loro presenza il valore dello sport come momento di aggregazione e non solo di agonismo", ha detto Stefanoni. L'assessore regionale allo Sport, Antonio Rossi, ha sostenuto l'iniziativa. "Una grande festa collettiva - ha detto Rossi - un momento di divertimento, un appuntamento tradizionale di Milano e della Lombardia. La StraMilano è una manifestazione unica nel suo genere perché riesce a unire tutto ciò in un unico evento. Il bello dello sport è questo: muoversi, divertirsi, stare insieme, sottolineare i valori importanti della vita". Le persone non vedenti hanno corso e camminato alla StraMilanina grazie ai loro accompagnatori. Correre all'aria aperta per un non vedente significa essere in due. Altrimenti la corsa è solo sul tapis roulant di casa o della palestra. Per far incontrare i runners vedenti e non, da qualche anno, è attivo il sito www.disabilincorsa.com nato da un'idea di Michele Pavan. "Per correre si mette un piede dopo l'altro più velocemente della semplice camminata, lo si impara da bambini, lo sanno fare tutti. Il non vedente ha bisogno di qualcuno che gli indichi la strada in modo da evitare ostacoli, buche, sassi e così via, quindi deve correre al fianco di un'altra persona che faccia da guida", considera Pavan. Per questo è nato il portale. "Il sito permette l'incontro fra chi vuole correre. È necessaria una semplice e veloce registrazione, c'è un modulo per chi cerca una guida e chi si offre come guida. Presto avremo l'applicazione per smartphone che faciliterà ancora di più questo incontro che potrà avvenire in tempo reale. Una persone si trova, ad esempio per lavoro, a Milano e vuole correre o fare da guida, con l'app ci si può incontrare per correre nel giro di mezz'ora", dice Michele. "Accompagnare un non vedente a correre è una cosa molto semplice" continua Michele. "Molte volte si è intimoriti, ma dopo aver provato diventa semplice e piacevole. Questo vale sia nel caso la coppia di runners si formi per una semplice corsetta dimagrante sia che si formi per allenarsi per una gara di alto livello". Semplice anche tecnicamente. "Solitamente si usa un cordino di una lunghezza di circa 60 cm tenuto in mano dal non vedente e la sua guida, la lunghezza è molto soggettiva, molte volte nelle gare in pista o nella campestre si tende a correre sempre legati da un cordino ma molto corto correndo con le braccia o polsi a contatto fra loro. Il runner non vedente non è portato, tirato. La coppia corre insieme, uno parallelo all'altro. Questo è possibile perché allenandosi insieme si ha lo stesso passo, si dice nel gergo della corsa, cioè lo stesso ritmo, la stessa velocità". È un rapporto prima di tutto di fiducia. "Il runner non vedente si affida totalmente alla sua guida - considera Michele - che ha il compito di mantenere la direzione di corsa. Generalmente si corre lungo percorsi dedicati ai podisti quindi il terreno che sia sterrato che sia asfaltato non presenta delle particolari difficoltà. Chi guida ha, in ogni caso, il compito di annunciare in anticipo come è il terreno, ad esempio nel caso ci siano dislivelli, buche, pozzanghere. È un rapporto di fiducia, si diceva, che cresce trasformandosi in amicizia. Quando nella corsa due persone si allenano insieme e poi gareggiano insieme, si istaura un legame che diventa di reciproco sostegno durante la competizione, soprattutto durante le mezze maratone e le maratone che durano alcune ore". La corsa è per tutti, a qualsiasi passo, si può fare ovunque, basta un paio di scarpe adatte. Correre in compagnia è sempre meglio. Una volta che hai provato e constatato che è facile se lo fai al tuo ritmo, lo vorrai rifare. Un'emozione che hanno vissuto in molti alla StraMilanina: attraversavano ancora increduli il traguardo dell'Arena Civica e guardando la medaglia luccicante al collo dicevano: lo rifaccio. La corsa, al proprio ritmo, o una camminata, è benessere sotto diversi aspetti, da quello fisico a quello psicologico. Quando si corre si è concentrati sul movimento e la mente si libera. O meglio lavora su altri paradigmi: abbandona certi pensieri, ne richiama altri. Prima di tutto, siamo in luoghi diversi da dove abitiamo e lavoriamo, stiamo facendo qualcosa che non ha nulla a che fare con quello che facciamo al lavoro. Siamo all'aria aperta e di questo ne abbiamo esperienza con gli occhi, ma soprattutto con l'udito e l'olfatto e il tatto. Udiamo i rumori della natura, dei nostri passi, del nostro respiro. Annusiamo l'aria. I nostri piedi assaggiano continuamente un terreno diverso, soprattutto nella corsa in percorsi sterrati. Sensazioni che cambiano se si corre alle cinque del pomeriggio, alle otto di sera, alle sei del mattino. Se si corre d'estate o d'inverno. Insomma, lontano da qualsiasi fanatismo: la corsa è davvero un'attività sportiva che dà tanto, dà molte soddisfazioni senza dovere ottenere un risultato sportivo. Dei giocatori amatoriali di pallavolo, ad esempio, giocano e devono fare punteggi; nella corsa è sufficiente che si metta un piede dopo l'altro, come si diceva, poi i chilometri e il tempo siamo noi a sceglierli. Chi poi vuole allenarsi, la corsa è maestra di fatica. Quella fatica buona che non insegna nessuno e così cresciamo convinti che tutto sia facile e sia subito. Ecco, lo sport in generale ti mette nudo, non hai alibi. La corsa non viene meno a questa caratteristica. Anche quando un infortunio lavora contro il nostro obiettivo, questo è solo spostato nel tempo e raggiunto con diverse modalità, ma rimane se lo si vuole. La corsa, è noto, rappresenta la base di qualsiasi disciplina sportiva. È naturale, è per tutti. Anche per chi non vede che ha bisogno solo di una guida con cui condividere tutte queste belle cose. Il portale www.disabilincorsa.com è una ottima iniziativa. Da quando è nato, nel 2003, ha fatto incontrare centinaia di coppie di sportivi. Uno dei primi a registrarsi è stato Alberto Ceriani, diventato poi triathleta e ironman. Grazie al sito Alberto ha trovato le sue tre guide: per la corsa, per la bici e per il nuoto. Il portale infatti non si limita a trovare guide per la pratica del podismo, la ricerca si estende a molte altre discipline: come lo sci, il nuoto, la bicicletta (tandem), il trekking, il calcio. Lo sport è un momento di socialità. Anche la corsa podistica StraMilanina lo è stata. I non vedenti del gruppo lombardo al termine della gara hanno raggiunto l'Istituto dei Ciechi di Milano dove era stato organizzato un pranzo al sacco.