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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 1m del 2001

Titolo: Un'idea divenuta realtà

Autore: Vitantonio Zito


Articolo:
Mentre sta per essere celebrato il decennale della fondazione dell'Istituto per la Ricerca, la Formazione Professionale e la Riabilitazione (Irifor), l'Unione preoccupata per l'avvenire dei lavoratori ciechi, dà alla luce un'altra creatura: l'Agenzia nazionale per la promozione del lavoro dei ciechi (Ala).
Come è noto, una delle ragioni fondamentali dell'esistenza dell'Unione è stata, ed è, quella di realizzare l'integrazione sociale dei minorati della vista anche e soprattutto attraverso l'inserimento lavorativo; e con mille battaglie è riuscita a garantire finora ai ciechi l'assunzione obbligatoria.
Ma oggi, in una società in continua e costante evoluzione, nella quale la nuova organizzazione del lavoro mette in crisi i vecchi sistemi, offrendo al mondo industriale e produttivo, la possibilità di utilizzare al meglio la forza lavoro, per un confronto adeguato con il mercato che nella richiesta e nell'offerta muta quasi quotidianamente, è necessario che le leggi speciali siano tutelate e supportate da un più stretto rapporto tra la formazione professionale e la realtà produttiva.
L'Unione, pienamente convinta dell'importanza di una concreta ed adeguata formazione professionale dei non vedenti, al fine di un rilancio del loro inserimento lavorativo in un momento in cui la situazione relativa al mercato del lavoro per i minorati della vista non è delle più rosee, a causa della profonda crisi che, per motivi diversi, insidia tutte le attività tradizionali; e, consapevole dell'esigenza di una risposta adeguata alle necessità dei ciechi, ha deciso di affrontare, con determinazione, il problema occupazionale.
Per questo, la Direzione Nazionale, dopo un approfondito dibattito che ha avuto inizio nella riunione del 18 luglio scorso, il 9 novembre ha deliberato la costituzione di una agenzia nazionale per la promozione del lavoro dei ciechi.
Si tratta di una struttura che, all'interno dell'Unione, è presieduta dal Presidente Nazionale e coordinata dal responsabile nazionale per i problemi del lavoro.
Con la fattiva collaborazione di esperti, il nuovo organismo dovrà farsi carico di avviare a soluzione tutti i problemi connessi con l'occupazione dei minorati della vista, nell'intento di realizzare nuove opportunità di lavoro all'interno del mondo produttivo.
Innanzitutto, l'Agenzia dovrà organizzare un censimento nazionale per la conoscenza di dati attendibili sui non vedenti occupati, disoccupati ed occupabili, distinti per categoria;
dovrà esperire ogni possibile tentativo per lo spostamento dei non vedenti disoccupati dalle zone già sature di manodopera in ogni settore lavorativo idoneo alle loro possibilità ad altre realtà che offrono maggiori spazi occupazionali;
dovrà favorire, con ogni mezzo, la riabilitazione ed il reinserimento lavorativo del non vedente divenuto tale in età adulta e magari in ambiente di lavoro;
ricercare spazi occupazionali per i minorati della vista, anche nell'ambito delle possibilità offerte dalla recente legge 68/99 sul "Diritto al lavoro dei disabili". Questa legge, infatti, predilige il lavoro mirato che i ciechi praticano da sempre.
L'Agenzia, inoltre, dovrà impegnarsi alla ricerca di nuove figure professionali utili al mondo del lavoro che si evolve e renderle accessibili ai non vedenti per metterli in condizioni di operare anche in attività non tradizionali.
Ciò sarà possibile soprattutto se, come richiede la citata legge sul diritto al lavoro dei disabili, questa nostra nuova struttura riuscirà ad instaurare un rapporto diverso con le imprese che, spesso, non conoscono le reali potenzialità lavorative dei minorati della vista.
In base alle nuove norme, la nuova struttura potrà anche studiare e realizzare la costituzione di cooperative di lavoro che potranno convenzionarsi con le imprese.
Nella sua complessa attività, la nuova struttura avrà in considerazione anche le possibilità occupazionali offerte dal telelavoro che, come è noto, consente di fuoriuscire dagli impieghi stereotipi per i quali spesso il cieco viene utilizzato. Con una postazione informatica bene strutturata è infatti possibile svolgere un proficuo lavoro.
In proposito giova ribadire che il telelavoro non è una attività obbligatoria per i minorati della vista, ma una opportunità di lavoro; e non è affatto emarginante, come da più parti si paventa. Infatti, chi esercita il telelavoro vive una normale vita di relazione.
La nuova struttura per rispondere ai suoi fini istituzionali, darà certamente impulso alla realizzazione delle nuove qualifiche professionali istituite con Decreto del Ministero del Lavoro 10 gennaio 2000.
Poiché le tecnologie avanzate rendono difficile a molti non vedenti l'inserimento in contesti lavorativi altamente sofisticati, l'Agenzia assumerà il compito di esaminare l'opportunità di un rilancio del lavoro manuale più produttivo (assemblaggio ed impagliatura di sedie, lavorazioni in vimini,



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