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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 1m del 2001

Titolo: La cecità e le sue esteriorizzazioni

Autore: Mario Censabella


Articolo:
Se fossi un filosofo scriverei di Kant, se fossi un teologo discetterei su San Tommaso, se fossi un economista e un politologo disserterei di new economy e di globalizzazione.
Niente di tutto questo, sono solo un operatore sociale con alcune competenze specifiche, e così partendo dalle mie esperienze mi vien fatto di fare alcune riflessioni.
Qualche anno addietro un cieco importante è apparso alla televisione con uno spot pubblicitario nel quale lo si vedeva guidare una macchina in un deserto, ed ecco piovergli addosso critiche; ancora oggi non so se erano rivolte al fatto che la sua cecità fosse strumentalizzata o se si pensava fosse un anacronismo il fatto che un cieco guidasse una automobile.
Poco più avanti i ciechi sono stati inondati da tutta una sequela di informazioni riferite a strumenti, marchingegni, segnalazioni tattili, acustiche, o indotte da magnetismi di ogni sorta che hanno fatto credere a molti di poter finalmente superare la cecità e sconfiggere così i limiti e le preclusioni connesse con le minorazioni visive.
Oggi, starei per scrivere di torme, innumeri ciechi si sono illusi o si sono fatti illudere di poter accedere senza difficoltà o collaborazione di sorta a quasi tutti gli edifici pubblici e ai servizi in essi erogati se non sin da oggi nell'immediato domani.
Devo scrivere del mio scetticismo, della mia incredulità e ciò in contrapposto alla credulità, all'ottimismo o all'illusione di molti. Io dico che non dobbiamo farci illudere da chimere o da fantascientifici apparati o da personaggi che anche in buona fede inculcano al non vedente la fruizione di libertà e indipendenza.
Qua e là appaiono già i risultati di questa nuova filosofia di vita: assunti tali da far supporre di aver sconfitto la concezione di "cieco".
Mi è stato detto che recentemente è apparsa una pubblicità braille riferita a un nuovo orologio d'oro "... è un orologio che in nessun modo può ricordare o far pensare che sia stato realizzato per i ciechi...".
Mi pare che ora si indulga, quasi, a rinnegare la cecità come se potessimo sconfiggerla cercando di ignorarla. Se si proseguirà con questa filosofia di vita scompariranno le casacche colorate che caratterizzano gli sciatori ciechi, le vele bianche e marroni che segnalano che il natante ha un equipaggio di non vedenti, forse anche gli occhialoni scuri.
Così accadrà un giorno che il bastone bianco sarà posto in soffitta, apparirà soltanto in qualche museo protetto da apposite bacheche, i ciechi ormai supportati dalle nuove strumentazioni li potranno comunque vedere; saranno esposti bastoni bianchi di tutte le fogge che schiere di ciechi un tempo hanno brandito per ottenere attenzione, sicurezza e libertà.
Io che per alcuni potrò sembrare un... sorpassato continuerò a riporre in lui, nel bastone bianco, la fiducia di sempre e sono certo ne rimarrò sempre ampiamente ripagato.



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