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Corriere dei Ciechi

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Numero 6 del 2018

Titolo: ATTUALITÀ- Istituto Chiossone di Genova: 150 anni e poi?

Autore: Eugenio Saltarel


Articolo:
14 maggio 2018, ore 17, la sala di rappresentanza del Comune di Genova è piena di pubblico, molti sono in piedi. La presentatrice fa un annuncio incredibile: "Entra adesso David Chiossone" e David Chiossone entra davvero e, come 150 anni fa, solo tre ore prima, legge la delibera con cui il Comune di Genova istituisce 1'Istituto per Ciechi di questa città. Naturalmente si tratta di un attore vestito come ai tempi del fondatore dell'istituto e tutti poi faremo a gara a farci fotografare insieme a lui che, oltre ad essere attore, è anche un dipendente dell'istituto, docente di informatica (anche al sottoscritto). Dopo il momento di sorpresa e 1'applauso finale, prende la parola il Sindaco di Genova Marco Bucci che, in poche parole riassume 1'impegno della città nel tempo in favore degli svantaggiati. Io comincio anche a pensare al mio Chiossone: vi sono entrato nel 1955, avevo 6 anni e tanti ricordi cominciano a fluire. Intanto Paolo Comanducci, magnifico Rettore dell'Università di Genova, porta la voce della cultura e dello stretto legame con la vita dell'istituto. E io ripenso ai primi tempi di vita in istituto, a quello strano modo di scrivere che si praticava lì: senza penna né matita, ma facendo uno strano ticchettio. Ma il Presidente dell'istituto Claudio Cassinelli mi strappa dai ricordi più lontani e mi ci fa ripiombare ricordando la nostra amicizia cominciata quando eravamo adolescenti; poi ringrazia tutti quanti hanno collaborato sia alla manifestazione che alla vita dell'istituto, finendo col riassumere le realizzazioni soprattutto degli ultimi anni: la Villa Chiossone, ex hotel, destinata ai giovani da 0 a 18 anni; gli spazi dedicati ai pluridisabili all'interno del vecchio edificio con una comunità alloggio tutta dedicata a loro; 1'impegno nei confronti dei disadattati, ormai finito, quando il Chiossone si è fatto carico dei giovani della nave Garaventa, 1'aver creato una struttura che ospitava inizialmente ex degenti dell'ospedale psichiatrico su richiesta della Regione Liguria e oggi continua nel rapporto coi servizi di salute mentale cittadini, la realizzazione di interventi in favore dei ragazzi autistici (per cui si sono rivelati utili i processi educativi utilizzati per chi ha problemi alla vista) e, non ultimo, l'ambulatorio oculistico aperto a tutta la cittadinanza; e tutto ciò, senza trascurare gli interventi di sempre in favore di ciechi e ipovedenti, nella consapevolezza che, utilizzando i fondi del Servizio Sanitario nazionale, si garantisce anche a noi il diritto alla riabilitazione e a tutto quello che ciò può comportare, diritto sancito dalla legge e non sottomesso a scelte di attuarlo o meno da parte dei politici di turno. È adesso la volta di Alberto Giordano e Mirella Pasini che illustrano il libro che hanno scritto in occasione di questo anniversario "I ciechi dai ghetti ai diritti" e già il titolo riassume l'opera che sarà venduta nelle librerie compreso il cd ove è letta a vantaggio nostro. E io ripenso ai miei studi: al registratore a nastro, alla macchina dattilografica, alla tavoletta Braille dove prendere di corsa gli appunti in stenografia. Ma Marino Tambuscio mi riporta all'attualità: Marino con cui siamo amici da quando sono entrato in istituto e avevo 6 anni; lui racconta la sua esperienza come primo Presidente dopo la gestione commissariale seguita agli eventi del 1971 di cui traccia un breve excursus, partendo dalle lotte interne al Chiossone, per passare all'estate in cui per ottenere il rientro di noi espulsi, si sono mobilitati i consigli di fabbrica, i sindacati e gli operai genovesi, fino a far sì che il Consiglio di Amministrazione di allora si dimettesse. E intanto ha preso la parola Giulio Sandini, dell'Università degli Studi di questa città e dell'istituto italiano di Tecnologia che traccia la storia di come si sono studiati i problemi della visione a livello universitario e delle realizzazioni cui si è pervenuti. Dopo un breve saluto di Rodolfo Masto (Presidente della Federazione Nazionale degli istituti per Ciechi) e di Federico Borgna (sindaco non vedente di Cuneo), arriva Mario Barbuto che sintetizza gli obiettivi della politica dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti volti a far sì che gli istituti per ciechi lavorino sempre più in rete e mettano a disposizione dell'Associazione la loro competenza, il loro personale, le loro esperienze e il loro patrimonio per costruire iniziative e realizzazioni sempre più aderenti e risolutive dei nostri problemi per una sempre maggiore nostra integrazione sociale. Claudio Cassinelli in fine ricorda a tutti la serie notevole di iniziative a celebrazione del centocinquantesimo dell'istituto che vanno dallo sport, al cinema, all'opera lirica, all'approfondimento dei temi che ci riguardano. Alle 19,20 si finisce con un brindisi collettivo che unisce tutti, politici, amministratori, dipendenti, operatori, amici, collaboratori, universitari e chi più ne ha più ne metta, in un momento di festa collettiva.



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