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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 6 del 2018

Titolo: ATTUALITÀ- La Giornata nazionale del sordocieco

Autore: Katia Caravello e Angela Pimpinella


Articolo:
L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, su proposta della Commissione nazionale per la pluridisabilità, ha deciso di organizzare per il 27 giugno a Roma, presso la sala Zuccari del Senato, la giornata nazionale del sordocieco. L'UICI, attraverso il grande impegno della dirigente Angelina Pimpinella, ha posto la sua attenzione su questa categoria di persone speciali che meritano sicuramente maggiore impegno da parte di tutti gli organi preposti per poter consentire loro una maggiore integrazione e partecipazione alla vita sociale. La sordocecità è quella condizione patologica che abbina la cecità e la sordità in varie misure. In Italia si stima vi siano 190.000 persone (0,3% della popolazione) affette da questa patologia ed il 30% di loro vive nelle regioni meridionali, colpisce in maggioranza gli over 65 e il 64% di questa popolazione è donna. Segnaliamo che oltre il 55% dei sordociechi è relegato in casa e non ha alcun grado di autonomia personale nella vita quotidiana. Diversi sono i sistemi di comunicazione che usano le persone sordocieche partendo dal LIS tattile, passando al sistema Malossi, che viene insegnato ai bambini in tenera età, insieme alla dattilogia, alla comunicazione pittografica, al Tadoma e al Braille. Grazie alla legge 107/2010, la sordocecità è riconosciuta come disabilità specifica unica mentre in precedenza era una sommatoria di due patologie. Ecco le parole di Angelina Pimpinella, componente della Direzione Nazionale e coordinatrice della commissione nazionale pluridisabilità UICI, che nel presentare questo evento inizia citando Helen Keller: "Noi tutti, vedenti e non vedenti, udenti e non udenti, ci differenziamo gli uni dagli altri non per i nostri sensi ma nell'uso che ne facciamo, nell'immaginazione e nel coraggio con cui cerchiamo la conoscenza al di là dei sensi".
Sono poche le persone che si concentrano sulla esplorazione dei propri sensi e captare così, come sostiene la Keller, il grande valore per la conoscenza del mondo circostante.
Helen Keller è ormai conosciuta in tutto il mondo e domina la storia delle persone sordocieche a livello mondiale per la grande eredità riabilitativa che ha lasciato e ancora oggi la sua esperienza di vita viene presa come esempio e applicata sul campo riabilitativo per ottenere dei risultati di crescita e di inclusione di persone che vivono la condizione di deprivazione sensoriale.
Quest'anno ricorre il cinquantesimo anniversario della sua morte e l'Unione Europea dei Sordociechi (EDBU) ha istituito la Giornata del Sordocieco invitando le singole nazioni ad organizzare un evento celebrativo che ricordi Helen Keller e tutte le persone sordocieche che vivono questa condizione di vita.
La giornata nazionale del sordocieco è finalizzata a dare informazioni sul mondo della sordocecità e a sensibilizzare le istituzioni ad intervenire a tutti i livelli per superare le barriere che ostacolano una vita inclusiva per questa categoria di disabili. Per la prima volta in Italia si celebra la Giornata Nazionale del Sordocieco, ad essa parteciperanno persone sordocieche che porteranno la loro esperienza di vita. Saranno presenti anche vari professionisti che parleranno dei temi legati alla comunicazione, legislazione e riabilitazione, dimostrando che le persone sordocieche possono accedere ai vari ambiti della vita comune. Eugenio Saltarel, componente dell'Ufficio di Presidenza Nazionale UICI: "Potremo vivere insieme ai protagonisti uno stralcio della loro vita e sentire come si fanno carico del loro problema le associazioni e le istituzioni. Si tratterà di un momento di passaggio tra quanto oggi esiste e quanto vorremmo che domani possa esistere. Ci sono quindi tutte le prospettive perché sia un momento ricco di umanità, professionalità e comunione di interessi e realizzazioni".

Helen Keller una donna da imitare e non dimenticare
Vogliamo iniziare questo breve viaggio per ricordare Helen Keller, donna straordinaria, con una sua citazione che racchiude la sua filosofia di vita: "Noi tutti, vedenti e non vedenti, ci differenziamo gli uni dagli altri non per i nostri sensi, ma per l'uso che ne facciamo, per l'immaginazione ed il coraggio con cui cerchiamo la conoscenza al di là dei sensi" tratta da "The five-sensed word" del 1910.
Quando Helen venne alla luce nel 1880, era una bimba perfettamente normale e molto probabilmente destinata ad una vita normale. Per i primi diciotto mesi fu in grado di vedere e di sentire e, secondo le teorie della scienza moderna, fu quel "periodo di luce" a fornirle le basi cognitive per riuscire, anni più tardi, a comprendere pienamente il mondo che la circondava e ad acquisire gli efficaci strumenti di interazione con esso. Helen aveva già iniziato a parlare e a camminare quando, ad un anno e mezzo, fu colta da una forte febbre, probabilmente dovuta a scarlattina oppure a meningite. La febbre passò, ma la madre si accorse subito che Helen non reagiva più agli stimoli esterni come prima, la piccola aveva perso sia il senso della vista che quello dell'udito.
La madre di Helen si mise tenacemente in cerca di possibili trattamenti per sua figlia, ed alla fine riuscì nell'intento. Per incontrare i migliori specialisti americani dell'epoca, Helen e i suoi genitori si imbarcarono in viaggi all'epoca estremamente impegnativi. La svolta si ebbe quando la mamma di Helen venne a conoscenza di un resoconto su Laura Bridgman , bambina sordo cieca che, dopo un intervento riuscito con successo, fu mandata a scuola. Questa scoperta portò la famiglia Keller a Boston dove si trovava la sede dell'istituto che aveva accolto la Bridgman.
Il direttore del Perkins Institute for the Blind di Boston fece conoscere alla famiglia Keller la persona giusta, nel 1887 Anne Sullivan, una brillante ragazza ipovedente che si era da poco laureata presso lo stesso istituto, si imbarcò per l'Alabama e andò a vivere nella piantagione della famiglia Keller.
Grazie ad Anne Sullivan, Helen fu in grado di comunicare con il mondo, e non l'avrebbe fermata più nessuno.
Helen, sempre seguita dalla fedele Anne, viaggiò molto sia per istruirsi allo stesso modo degli altri ragazzi, sia per affinare con metodi avanzati le proprie capacità comunicative. Dai 10 ai 16 anni, Helen frequentò prestigiose scuole per sordi a Boston e a New York, e cominciò a parlare. Il suo eloquio all'inizio non era intelligibile dagli altri, ma con il passare degli anni lo divenne. Dai 16 ai 24 anni, studiò a Cambridge e riuscì a laurearsi a pieni voti in arte. Un risultato notevolissimo, considerando che Helen non era in grado di visualizzare pitture, sculture, monumenti, ecc., ma poteva solo immaginarli nella sua mente.
Presto la storia di Helen si diffuse e divenne un caso nazionale. Helen teneva spesso delle conferenze di grande successo dove raccontava con ardore la sua esperienza, dalla quale partiva per rivendicare i diritti dei ciechi, degli altri disabili e delle donne che, negli Stati Uniti, acquisirono il diritto di voto soltanto tra il 1910 e il 1920. Tra il 1915 ed il 1924, Helen ebbe un ruolo di primo piano nella fondazione di varie organizzazioni, tra le quali l'American Civil Liberties Union e partecipò a numerose campagne per raccogliere fondi a supporto della causa dei non vedenti.
Scrisse anche numerosi libri, pubblicazioni e saggi. In molti dei suoi scritti non fece mistero delle sue idee socialiste, attirandosi le antipatie di alcuni giornali che non esitarono ad affermare che i suoi orientamenti politici erano un "effetto collaterale" della sua disabilità!
Nel 1936, Anne Sullivan, ormai settantenne e diventata completamente cieca, venne a mancare. Il suo posto come assistente di Helen venne preso da Polly Thompson che già lavorava da molti anni come sua segretaria. Polly rimase con Helen fino alla morte di quest'ultima che avvenne 30 anni dopo. Negli anni della vecchiaia, Helen viaggiò anche più di quando era giovane. Nel 1946, quando aveva già 66 anni, fu nominata Counselor delle relazioni internazionali della American Overseas Blind Legacy e negli 11 anni successivi visitò 35 nazioni in 5 continenti, tenendo numerosi discorsi di ispirazione ed incoraggiamento per le persone in difficoltà.
Verso gli 80 anni, Helen Keller fu colpita da una serie di infarti, si ritirò a vita privata ad Arcan Ridge, nel Connecticut, dove trascorse serenamente gli ultimi anni della sua vita fino alla morte, avvenuta nel 1968 a quasi 88 anni. Nel corso di una delle sue ultime apparizioni pubbliche, fu ricevuta a Washington da John F. Kennedy, che fu l'ultimo di una serie di ben dodici Presidenti degli Stati Uniti da lei incontrati. Pur in un periodo storico non favorevole, basti pensare agli orrori di due conflitti mondiali, alla crisi americana del 29 o alla concessione del voto alle donne americane, questa donna ha sempre testimoniato la sua disabilità facendola diventare arma di rivendicazione e di difesa per i ciechi e tutte le persone disabili. Non si è mai fatta da parte e con i suoi tanti scritti ha lasciato una traccia indelebile per far comprendere a tutti come anche una persona cieco sorda, se supportata in maniera adeguata, può essere pienamente integrata nel contesto sociale che la circonda.
Chiudiamo questo breve racconto con un'altra citazione di Hellen Keller tratta da "Optimism" del 1903: "Ogni ottimista si muove nel solco del progresso, affrettandolo, mentre i pessimisti vorrebbero mantenere fermo il mondo. La conseguenza del pessimismo nella vita di una nazione è la stessa di quella nella vita di un individuo. Il pessimismo uccide l'istinto che richiede agli uomini di combattere contro la povertà, l'ignoranza ed il crimine, esaurendo tutte le fonti di gioia nel mondo".



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