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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 2 del 2019

Titolo: RELAZIONI INTERNAZIONALI- Kasfia, una ragazza con un sogno

Autore: di Annette Akkerman trad. di Francesca Sbianchi


Articolo:
Lavoravo in Zimbabwe da sei mesi come Dottore di medicina tropicale in un piccolo ospedale da campo, quando mi resi conto che parte della popolazione locale non poteva raggiungere il nostro ospedale. Così decisi di organizzare visite periodiche nei villaggi delle zone limitrofe. Quella volta andammo in un piccolo villaggio a trenta chilometri di distanza. Fu dunque chiaro perché la gente non poteva affrontare il viaggio per l’ospedale.
Qualcuno attirò la mia attenzione su un neonato. Andai alla capanna e controllai il bambino. Tutto stava andando bene sia per la mamma, sia per il figlio; è incredibile quanto siano forti le persone qui. La giovane madre aveva già ripreso a cucinare. La mia preoccupazione si rivolse alla bambina in un angolo della capanna che, ad una prima analisi, non credevo avesse più di cinque anni. Sua madre mi riferì che Kasfia aveva sette anni. Chiesi perché non stava frequentando la piccola scuola del villaggio. Non era molto, ma l'insegnante era della stoffa giusta. La madre rispose dicendo che, per Kasfia, non era necessario andare a scuola, perché era nata cieca. Visitai la timida bambina e constatai che non si poteva fare nulla per cambiare la sua condizione, era nata cieca.
Sulla via del ritorno al nostro ospedale non riuscivo a smettere di pensare a Kasfia. Non potevo accettare che, se sei nato cieco qui, non meriti nulla e non hai bisogno di imparare niente. So che la vita di una persona con disabilità visiva non è facile nemmeno nei Paesi Bassi. Mia sorella Iris è cieca. Con la mia mente, tornai al tempo in cui era una bambina e i miei genitori fecero tutto in loro potere per incoraggiarla ad essere il più indipendente possibile. Iris andò in una scuola speciale dove apprese il braille. Con molta pazienza i miei genitori si esercitavano a leggere con lei. Onestamente, ammetto di essere stata spesso gelosa delle attenzioni aggiuntive che riceveva. Ora me ne vergogno. I miei genitori compresero la mia gelosia e per alleviarla decisero di coinvolgermi nelle cure di Iris. Sono stata intrigata dalla lettura veicolata attraverso le mani. Esercitandomi molto con Iris anche le mie dita riuscirono a leggere, ma mai bene come Iris. Ho l’abilità di lettura di un bambino che riesce a gestire un piccolo libro.
Ed è così che nacque l'idea.
A distanza di un anno, visitai il villaggio ogni sabato per insegnare a Kasfia e al maestro il braille. Il devoto insegnante fu subito entusiasta dell'idea. Ricevetti dei materiali per lavorare con loro. Nelle prime settimane, relazionarmi con Kasfia era difficile. Non aveva idea di cosa le fosse richiesto. Fino ad allora, non le era mai stato chiesto di fare nulla ed ora si trovava difronte due strane persone che si aspettavano ogni sorta di cose da lei. Poi, ci fu una svolta, grazie al maestro che si premurò che Kasfia potesse andare a scuola ogni giorno e che fosse integrata nel gruppo. Poiché motivava Kasfia ad applicarsi, i primi risultati furono subito visibili e Kasfia diventò sempre più desiderosa di imparare. A un certo punto divenne chiaro che non c’era più bisogno che andassi a visitarla i sabati. L’insegnante infatti poteva farcela da solo, ma andavo comunque perché Kasfia era molto contenta di mostrarmi tutte le nuove cose che aveva appreso. Il fatto che Kasfia, andando a scuola, imparò a leggere, fu l’inizio di un cambiamento totale. Divenne sempre più consapevole e in grado di farsi valere. Mi piacque vederla così. Dopo alcuni anni decisi di lasciare lo Zimbabwe. Avevo un forte desiderio di costruirmi una famiglia e ho dovuto dire addio a questa nazione e alla sua bellissima gente. Poco prima che me ne andassi, Iris venne a trovarmi. Naturalmente voleva incontrare Kasfia. Kasfia era nervosa. Era infatti la prima volta che incontrava una persona cieca e io non capivo perché questo la rendesse nervosa. Più tardi mi confessò che pensava che Iris potesse trovare il suo braille non così buono come io credevo. Kasfia ne era consapevole perché per anni non aveva potuto leggere libri, nemmeno quelli per bambini. Iris invece ne fu molto colpita e nacque una profonda amicizia fra le due anime affini. Quell’amicizia ancora esiste. Kasfia ha sedici anni e siamo ancora in contatto. Il legame tra Iris e Kasfia è ancora più speciale e profondo. Iris ha preso il mio posto come mentore a distanza. Kasfia ha un sogno: diventare un’insegnante di braille per tutte le persone con disabilità visiva dello Zimbabwe. Iris si è posta l’obiettivo di aiutare Kasfia a realizzare il suo sogno. Ed io? Io sono orgogliosa di queste due fantastiche donne. Che determinazione!



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