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Voce Nostra

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Numero 6 del 2019

Titolo: Medicina- Esami per il cuore in farmacia, per prevenire e monitorare le malattie cardiovascolari

Autore: Redazionale


Articolo:
(da «Corriere Salute» del 13 marzo 2019)
Elettrocardiogrammi, misure della pressione e Holter possono scovare pazienti con patologie al cuore: grazie alla telemedicina, le farmacie possono diventare il punto d'accesso a screening cardiovascolari
La farmacia come punto d'accesso privilegiato alla sanità non è una novità, ma in futuro l'elenco dei servizi potrebbe allungarsi: grazie alla telemedicina, ogni farmacia potrebbe diventare infatti un «baluardo» per la salute del cuore. Lo ha dimostrato un progetto dell'università di Brescia in collaborazione con la Società Italiana di Telemedicina, presentato all'ultimo congresso della Società Italiana di Cardiologia (Sic).
Un progetto ampio
Il progetto, che ha coinvolto Health Telematic Network, l'unità di Cardiologia degli Spedali Civili di Brescia e Federfarma, l'Associazione Nazionale dei Farmacisti, ha previsto di installare in 3.400 farmacie di tutta Italia una rete telematica collegata a una piattaforma di telemedicina, servita 24 ore al giorno da cardiologi disponibili per una consulenza specialistica. Le farmacie hanno eseguito quasi 110 mila elettrocardiogrammi come esame di screening in soggetti sani, pazienti con fattori di rischio cardiovascolare o con passati infarti e ictus; le misurazioni della pressione sono state oltre 34 mila, in ipertesi di cui si voleva valutare la risposta alla terapia o in persone con valori discordanti; oltre 28 mila, infine, sono stati gli Holter elettrocardiografici in soggetti in cui si sospettavano aritmie. I dati sono stati valutati dai cardiologi che hanno riscontrato alterazioni nel 7,8 per cento degli elettrocardiogrammi e nel 36,6 per cento delle misurazioni pressorie; il 24,9 per cento degli Holter ha evidenziato aritmie e nel 4,5 per cento dei casi, ovvero 1262 persone, si trattava di aritmie che potevano minacciare la vita. «In caso di anomalie il soggetto veniva immediatamente indirizzato dal medico di famiglia o dal cardiologo; le persone in pericolo di vita sono state inviate al più vicino Pronto Soccorso», spiega Savina Nodari, coordinatrice dell'indagine.
Anche per la fibrillazione atriale
Il progetto ha anche previsto un intervento specifico per lo screening della fibrillazione atriale, una fra le aritmie più diffuse e più pericolose perché incrementa moltissimo il pericolo di ictus, insufficienza cardiaca e morte cardiovascolare. Purtroppo come sottolinea Ciro Indolfi, presidente Sic, «lo screening per la fibrillazione atriale è raccomandato nella popolazione ad elevato rischio, soprattutto negli anziani, ma spesso non viene applicato per l'assenza di prescrizioni mediche o lunghi tempi di attesa. Il progetto di telecardiologia ha perciò cercato di verificare l'efficacia di un monitoraggio Holter elettrocardiografico attraverso una rete di 3272 farmacie». L'Holter è stato eseguito in pazienti con episodi di palpitazione, sincope o pre-sincope oppure con una storia di fibrillazione atriale, raccogliendo anche informazioni sulla durata degli eventuali episodi di fibrillazione, la frequenza cardiaca media e l'assunzione di terapia anticoagulante. Inoltre 11 mila monitoraggi, il 7 per cento dei pazienti (791 persone), ha evidenziato una fibrillazione atriale parossistica o persistente, con una durata degli episodi superiore ai sei minuti nel 14 per cento dei casi e una frequenza cardiaca superiore ai 90 battiti al minuto nel 17 per cento. «Il 28 per cento non sapeva di avere una fibrillazione atriale: nessuno di questi assumeva una terapia anticoagulante, seguita tuttavia solo dal 18 per cento di chi già sapeva di soffrire di questa aritmia» racconta Nodari. «Questi dati confermano che un'unica piattaforma di telemedicina collegata alle farmacie del territorio nazionale può favorire una diagnosi precoce delle patologie cardiovascolari e anche un tempestivo inizio della terapia più adeguata, migliorando l'appropriatezza dell'accesso al Pronto Soccorso con un probabile impatto positivo sia in termini di assistenza sanitaria sia di costi».
Elena Meli



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