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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Gennariello

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Numero 6 del 2019

Titolo: Per i più piccini

Autore: Redazionale


Articolo:
Giochiamo con le lettere
Quale sarà la lettera giusta la «b» oppure la «v»? Prova ad inserire quella giusta al posto della «x».
xarca; xicicletta; xicini; xrodo; xulcano; xasca; bomxoniera; xisonte; xestito; xarattolo; xeliero; xiscotto; xermi; xenditore; xenda; xirra; xentola; xicchiere; xalcone; xiale; alxero.
Soluzione: barca; bicicletta; vicini; brodo; vulcano; vasca; bomboniera; bisonte; vestito; barattolo; veliero; biscotto; vermi; venditore; benda; birra; ventola; bicchiere; balcone; viale; albero.

Parola intrusa
Togli la parolina che si è intromessa in ogni frase.
1) Fra le ciambelle spighe di grano ci sono i papaveri.
2) Silvia beve il caffè salato senza zucchero.
3) Le morbide rose hanno le spine sullo stelo.
4) I vigili gabbiani hanno delle grandi ali.
5) La sabbiosa panna montata è soffice e dolce.
Soluzione:
1) ciambelle
2) salato
3) morbide
4) vigili
5) sabbiosa

Colmi
Qual è il colmo per un cuoco? Mettere la cravatta all'uovo in camicia!
Qual è il colmo per un giardiniere? Rimanere al verde!
Qual è il colmo per un idraulico? Avere il naso che gocciola!

Indovinelli
1) Mi trovo alla stazione per portare le persone. Con me puoi viaggiare in un baleno, perché sono un...?
2) Indovina indovinello: mi trovo vicino ad un coltello. Quando hai fame mi afferri in tutta fretta, io sono una...?
Soluzione:
1) treno
2) forchetta

Filastrocca
Io l'ho scoperto
Un libro è un mondo aperto
ed io già l'ho scoperto
perciò ci sono entrato
e tanto ci ho trovato!
Le fiabe hanno le ali,
azzurri, lì i maiali,
sei gobbe hanno i cammelli,
tre manici gli ombrelli,
il topo ha un gatto in bocca,
la campana non rintocca
ma canta una canzone
allo gnomo fannullone;
la nuvola è un po' asciutta
e piove pastasciutta
poi anche minestrone
da un grosso nuvolone...
Il libro è un mondo aperto
e tu l'hai già scoperto?
Marzia Cabano

Zia Titti racconta
Il palazzo di gelato
Una volta, a Bologna, fecero un palazzo di gelato proprio sulla Piazza Maggiore, e i bambini venivano di lontano a dargli una leccatina.
Il tetto era di panna montata, il fumo dei comignoli di zucchero filato, i comignoli di frutta candita. Tutto il resto era di gelato: le porte di gelato, i muri di gelato, i mobili di gelato.
Un bambino piccolissimo si era attaccato a un tavolo e gli leccò le zampe una per una, fin che il tavolo gli crollò addosso con tutti i piatti, e i piatti erano di gelato al cioccolato, il più buono.
Una guardia del Comune, a un certo punto, si accorse che una finestra si scioglieva. I vetri erano di gelato alla fragola, e si squagliavano in rivoletti rosa.
«Presto», gridò la guardia, «più presto ancora!».
E giù tutti a leccare più presto, per non lasciar andare perduta una sola goccia di quel capolavoro.
«Una poltrona!» implorava una vecchiettina, che non riusciva a farsi largo tra la folla. «Una poltrona per una povera vecchia. Chi me la porta? Coi braccioli, se è possibile».
Un generoso pompiere corse a prenderle una poltrona di gelato alla crema e pistacchio, e la povera vecchietta, tutta beata, cominciò a leccarla proprio dai braccioli.
Fu un gran giorno, quello, e per ordine dei dottori nessuno ebbe il mal di pancia.
Ancora adesso, quando i bambini chiedono un altro gelato, i genitori sospirano: «Eh già, per te ce ne vorrebbe un palazzo intero, come quello di Bologna».
Gianni Rodari

L'ape
L'ape sta visitando, uno alla volta, tutti i fiori. Vola come inebriata dal profumo, ma non è distratta. Con la lingua fatta come un tubetto, succhia il nettare, quella gocciolina dolce che sta nel cuore di ogni fiore.
Con gli uncini che ha in fondo alle zampette si attacca saldamente all'orlo di un petalo; e poi entra nell'interno del fiore.
Ad ogni fiore essa lascia in dono un poco del polline che rimane attaccato al suo corpo peloso. E il polline farà nascere dal fiore il frutto.
Intanto l'ape continua il suo lungo viaggio. Ogni tanto raccoglie con le zampette anteriori il polline rimasto sul suo corpo e lo deposita in quelle specie di cestelli che ha sulle zampe posteriori.
Terminata la raccolta, sarà pronta per il ritorno. Quando, finalmente, l'ape torna all'alveare, non si riposa. Con le compagne, si rimette al lavoro.
Il nettare sta per diventare miele. Le api lo depongono, con il polline, in tante stanzine fatte di cera: fanno la scorta per l'inverno. Ma non vi sono pause perché la vita dell'ape è breve.



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