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Kaleîdos

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Numero 12 del 2019

Titolo: Guida alla salute delle donne

Autore: Redazionale


Articolo:
Il robot amico delle donne
(da «Donna moderna» n. 23 del 2019)
Dopo la menopausa molti disturbi riguardano le zone più delicate del corpo femminile. Ma oggi c'è una chirurgia che sa intervenire e guarire senza cicatrici e con meno dolore
Forse non lo sai ma lo scorso anno in Italia ben 20.000 interventi sono stati eseguiti da un robot. Già, la chirurgia robotica non è più fantascienza o qualcosa che si vede nei film americani (rimanendo a bocca aperta), ma un modo di operare e di guarire che ormai è entrato nei nostri ospedali e in cui il nostro Paese è leader in Europa. E se pensi che questa rivoluzione riguardi solo gli interventi più d'avanguardia o quelli di cardiochirurgia o di chirurgia cerebrale, preparati a cambiare idea. Sette operazioni su dieci eseguite con un robot hanno a che fare con l'urologia. Ed è proprio in questo campo che per le donne, soprattutto le over 50, gli interventi in cui il chirurgo non usa il bisturi ma gli strumenti sofisticati e «delicati» della macchina, possono fare la differenza.
È un alleato prezioso contro tumori e calcolosi
Oltre il 40% di queste operazioni urologiche sono state effettuate su signore. «Oggi questa branca della medicina è davvero importante per le 50enni» spiega Franco Gaboardi, direttore dell'Unità operativa di urologia all'ospedale San Raffaele-Turro di Milano. Il dottor Gaboardi è stato il primo chirurgo italiano a fare una prostatectomia radicale utilizzando un robot. «In questa fascia d'età sono in aumento tumori al rene e alla vescica, perché sono sempre più numerose le fumatrici e la sigaretta è uno dei fattori di rischio» nota l'esperto. «Sale anche il numero delle donne che soffrono di calcolosi per colpa di diete fai da te che alla lunga creano problemi ai reni». E poi c'è un altro disturbo in cui la chirurgia con il robot può cambiarci la qualità della vita. Stiamo parlando dell'incontinenza, che affligge una over 50 su 3.
Risolve i problemi di incontinenza
«Quando la vescica cede, si abbassa e arriva a scendere nella vagina, bisogna intervenire» spiega il dottor Gaboardi. Si agisce così: si mettono delle piccole fascette che la «agganciano» a utero e retto e la riportano alla sua posizione. Con il robot questa operazione può essere fatta senza incidere muscoli e nervi: queste parti non vengono mai toccate quindi si prova meno dolore e il recupero dopo l'intervento è più veloce. Con la chirurgia classica servono almeno tre giorni di ricovero e più di una decina, in media, per la convalescenza. Tempi che possono essere dimezzati quando l'intervento viene eseguito dal robot. «Così, un'operazione complessa che riguarda una delle zone più delicate del corpo femminile, diventa più semplice e meno invasiva» prosegue il medico. «Sparisce anche la classica cicatrice e come unico ricordo dell'intervento restano solo due piccoli forellini».
Permette al chirurgo di lavorare in 3D
E, se parliamo di cicatrici, il robot fa la differenza anche nelle patologie più serie, come quelle oncologiche. «Penso, per esempio, al tumore alla vescica: quando si opera bisogna toglierla e ricostruirla usando parti dell'intestino» precisa l'esperto. «Prima era una procedura complessa, ora, grazie al robot, è fattibile e dà ottimi risultati senza dover eseguire ampie incisioni cutanee. Il chirurgo ha una visione del campo operatorio 3D e può aumentare la visione della realtà fino a 10 volte. I movimenti degli strumenti robotici sono più precisi e, grazie alla loro capacità di rotazione, arrivano ovunque. Questo garantisce anche una migliore ripresa della paziente. Non solo: le cicatrici evidenti di un tempo vengono sostituite da un singolo forellino, quasi invisibile. E la nostra esperienza clinica ci dice che l'assenza di segni permette alla donna di recuperare meglio anche dal punto di vista psicologico: non vedere ogni giorno sul proprio corpo tracce che ricordano il dolore aiuta a combattere l'ansia e ricominciare una vita normale».
Flora Casalinuovo



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