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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 6 del 2019

Titolo: ATTUALITÀ- Il gioco è una cosa seria

Autore: Elisabetta Torchio


Articolo:
Psicologa esperta in disabilità sensoriali

L'articolo 7 della Carta dei Diritti dei Bambini approvata dall'Onu nel 1959 definisce il gioco come "diritto fondamentale". È dunque come vero e proprio adempimento di un trattato internazionale che ogni 28 maggio si celebra la Giornata Nazionale del Gioco, introdotta nel 1998 da Freda Kim. In occasione di tale ricorrenza si organizzano attività ludiche che coinvolgono adulti e bambini, attraverso la promozione delle varie associazioni nazionali delle ludoteche. L'importante, come spiegò la fondatrice, è che questa attività non comporti grosse spese. "L'essenza del World Play Day è a misura di bambino. Quello che fanno tutti i bambini spontaneamente. Pertanto, un World Play Day dovrebbe essere un giorno di totale attenzione l'uno verso l'altro, di generazione in generazione. Un giorno in cui bambini e adulti fanno quello che vogliono fare. Un giorno che è rilassato e sottolinea l'interazione umana. Non abbiamo bisogno di fermare il mondo per un giorno. Giochiamo a casa nostra, a scuola o nel posto di lavoro". Insomma, per dirla sempre con Freda Kim, "un giorno che è divertente, e che mostra adulti e bambini in situazioni interattive che promuovono la crescita sana l'uno dell'altro in attività semplici e auto-motivate di loro scelta".
Il gioco è una cosa seria, soprattutto per i bambini e le bambine… molti di coloro che con i minori operano, però, tendono a dimenticarlo! È proprio per ricordare a genitori, educatori, insegnanti e in generale agli operatori che lavorano con loro, che è stata istituita questa ricorrenza.
Ma giocare non fa bene solo ai più piccoli: attraverso il gioco, infatti, tutte le persone possono recuperare e riscoprire tempi e spazi di qualità, spesso dimenticati nella vita di tutti i giorni.
Giocare è, ovviamente, un diritto anche per le bambine e i bambini con disabilità.
Quando si pensa al benessere di una persona cieca o ipovedente, si pensa sempre a procurarle l'ausilio più utile per lei, che le possa servire a raggiungere un obiettivo concreto (si pensi ai molti ausili che ci sono per la lettura), ma a volte si trascura il fatto che una persona, per star bene e sentirsi uguale agli altri deve anche giocare. Il gioco è utile e divertente per crescere, sviluppare creatività, autostima e quindi benessere. I giochi da tavola, in particolare sono utili per stare in gruppo e creare una situazione inclusiva per le bambine e i bambini con disabilità visiva che, giocando con i compagni vedenti o con i genitori, si sentono parte del gruppo.
In commercio ci sono giochi da tavola adattati per non vedenti o ipovedenti, ma quanto costa acquistarli? Solitamente essi hanno costi doppi se non tripli rispetto agli stessi giochi non adattati. Con un po' di creatività e fantasia si possono adattare giochi da tavola per disabili della vista utilizzando materiale povero.
A febbraio 2016 ho partecipato ad un workshop in Belgio riguardo a questo tema ed è stata un'esperienza formativa e di vita arricchente perché eravamo 14 ragazzi di età compresa tra i 19 e i 30 anni provenienti da 7 paesi diversi e, dopo una breve condivisione culturale sul tema del gioco e sulle motivazioni che spingono, non solo i bambini, ma anche gli adulti, a giocare, ci siamo subito messi all'opera e abbiamo incominciato ad adattare, tutti insieme, i giochi che ognuno di noi aveva portato dal proprio paese. È stata un'esperienza molto proficua e di apprendimento a livello personale perché era un gruppo eterogeneo non solo a livello culturale e professionale, ma anche a livello di patologie visive. Infatti c'erano persone vedenti, non vedenti e ipovedenti e la collaborazione di tutti è stata fondamentale per poter monitorare la funzionalità delle modifiche apportate ai giochi da tavola.
Prima di modificare un gioco da tavola in modo corretto occorre chiedersi qual è l'obiettivo che bisogna raggiungere con quella persona e come poter facilitare il soggetto nell'attività ludica.
Poter giocare tutti insieme ad un gioco da tavola è un bell'esempio di integrazione ecco perché è fondamentale adattare il gioco in modo che tutti si possano divertire, sia persone non vedenti, ma anche vedenti, per raggiungere ciò è necessario rendere accessibile il gioco mantenendo, però, invariato il layout e la struttura originaria e, ovviamente le regole e i livelli di difficoltà, perché si gioca per divertirsi insieme, ma anche per sfidarsi.
Per poter adattare un gioco da tavola bisogna trasformarsi in detective, ecco perché, durante il workshop, abbiamo osservato tutti insieme la struttura e le regole di ogni gioco in modo approfondito e dopo questa prima fase ci siamo divisi in piccoli gruppi e osservato e modificato le parti necessarie e proposto soluzioni pratiche.
Abbiamo quindi incominciato la nostra opera creativa di adattamento.
Partiamo con le istruzioni; tutti i giochi da tavola hanno istruzioni con disegni o con scritte e a volte sono molto lunghe e complesse, la soluzione a questo problema è stata la scrittura delle istruzioni (riassunte) in braille o la registrazione di esse, ma la soluzione ottimale sarebbe la trasformazione delle stesse in formato PDF di modo che possano essere lette da una sintesi vocale.
Di solito, i tabelloni dei giochi sono sempre molto colorati e a volte letteralmente invasi da immagini inutili alla comprensione e allo svolgimento del gioco, è quindi importante ridurre al minimo gli stimoli distraenti e creare immagini tattili (in 3d o in 2d) o rappresentazioni delle immagini salienti.
È molto importante aiutare il non vedente ad orientarsi nello spazio e nel tempo e aiutarlo a seguire il turno di gioco, ecco perché è fondamentale disegnare sul tabellone (con smalto o colla a caldo) delle frecce di orientamento e comunicare a tutti i partecipanti di avvertire a voce quando ognuno ha terminato il proprio turno di gioco.
Un altro aspetto molto importante da tenere presente è l'utilità di creare un sistema standardizzato per indicare i colori delle pedine sul tabellone e, successivamente, creare una legenda tattile da posizionare in uno spazio apposito del tabellone di gioco.
Le pedine, una volta modificate in base al colore, devono poter stare fisse sul tabellone, ma allo stesso tempo devono essere spostate per procedere nel gioco, ma niente paura, questo problema è stato risolto posizionando del velcro sul tabellone e alla base delle pedine.
Come si vede, ogni problema può essere risolto con materiale povero e facilmente reperibile.
Io, personalmente, ho adattato Visual game, gioco in cui i soggetti, divisi in due squadre devono far indovinare una parola alla squadra avversaria disegnandola.
Al fine di renderlo accessibile anche a coloro che hanno una nulla o ridotta capacità visiva, ho reso le parti salienti del tabellone di gioco in rilievo ed ho disegnato con lo smalto delle frecce che aiutassero a comprendere quale è la direzione in cui si devono muovere le pedine. Inoltre, ho applicato del velcro su tutte le caselle del tabellone in modo tale che le pedine rimanessero temporaneamente attaccate ed ho scritto i nomi degli oggetti da indovinare in nero e in braille. Infine, ho applicato dei fogli adesivi trasparenti formando in braille la scritta "visual game".
Non è facile disegnare o riconoscere un disegno, ma con l'aiuto della plastilina, del piano gommato e delle carte scritte in nero ingrandito e in Braille, i ragazzi non vedenti sono riusciti a giocare e ad indovinare i disegni che venivano prodotti utilizzando il tatto e anche i soggetti vedenti hanno così sperimentato un nuovo modo di disegnare, forse alternativo, ma ugualmente divertente.



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