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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 6 del 2019

Titolo: ATTUALITÀ- Buon compleanno Kaleîdos

Autore: Redazionale


Articolo:
Il 5 giugno di 20 anni fa veniva pubblicato il primo numero della rivista Kaleîdos, la redazione de "Il Corriere dei Ciechi" vuole ricordare questo avvenimento riproponendo l'articolo di apertura del numero 0 della rivista.
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Un'altra rivista? Sì, ma al femminile! Conosciamola e... parliamone con Vanda Dignani
Presentazione
Con l'espressione "rivista di cultura al femminile" non ci si riferisce, banalmente, ad un periodico rivolto esclusivamente alle donne, bensì ad una pubblicazione pensata, studiata e quindi realizzata al femminile, ma indirizzata indistintamente ad uomini e donne. La cosiddetta "cultura al femminile" si sta, progressivamente, facendo strada anche nel nostro paese, ove, finalmente, si iniziano a concepire, scrivere, stampare, pubblicare e diffondere, grazie anche all'intervento del Ministero per le Pari Opportunità, i primi testi scolastici nei quali, le differenti materie di studio, vengono, sia pure con ritardi incolmabili, rilette, reinterpretate, secondo un'ottica maggiormente corretta che tenga conto del ruolo, o dei ruoli, giocati dalle donne. Questo nuovo modo di analizzare la Storia, i costumi, i tempi passati ed il presente, lo sviluppo e l'affermazione del concetto di "Pari Opportunità", dovranno caratterizzare tutte le nuove pubblicazioni, alle quali viene chiesto, nel duemila, un maggiore rigore scientifico misto ad una irrinunciabile onestà intellettuale. A questa esigenza di portarsi e, successivamente, mantenersi al passo con i tempi, oltre che ad una più pressante necessità di formazione e diffusione di questa differente "cultura" anche all'interno della nostra Associazione, rimasta, in certo qual modo, per ciò che concerne queste tematiche, sempre un poco ai margini, può, deve e vuole rispondere "Kaleîdos". Il perché di questo titolo? "Kaleîdos" è l'unione di due delle tre parole greche che compongono la parola caleidoscopio. Perché questo richiamo? Il caleidoscopio, come è noto, consiste in un tubo chiuso ad una estremità da due dischi di vetro, dei quali il primo trasparente, l'altro opaco. All'interno si trovano dei frammenti di vetro colorato. Facendo ruotare il caleidoscopio e guardandovi dentro, mediante un foro praticato nell'estremità opposta del tubo, è possibile vedere figure colorate, simmetriche, prodotte dai pezzetti di vetro riflessi in appositi specchietti, disposti sulle pareti del tubo stesso. Figuratamente il termine indica un pullulare di persone differenti, cose variegate, situazioni mutevoli, oggetti multicolore, dalla bella forma, piacevoli a vedersi. Questo nuovo periodico avrà contenuti mutevoli, multiformi, variegati, unirà la quotidianità del sogno, la razionalità alla fantasia, all'astrazione, in un arcobaleno di voci, informazioni, notizie, testimonianze e tanto, tanto di più. "Kaleîdos" avrà una propria specificità, si configurerà, infatti, quale strumento informativo e formativo insieme; al suo interno troveranno la giusta collocazione quei contenuti idonei a dar vita ad un dibattito interno alle strutture associative, ma altresì e ancor più finalizzato ad una inarrestabile, progressiva, imprescindibile ed irrinunciabile crescita delle due componenti: maschile e femminile. Mediante articoli di prima mano, o mutuati da riviste specializzate e/o di settore, utilizzando saggi, testi di vario genere, atti di convegni e/o seminari e molto altro materiale, si affronteranno e discuteranno i grandi temi legati alle "Pari Opportunità", alla "Cultura al femminile", agli "uomini" ed alle "donne": violenza; evoluzione del concetto di "Pari Opportunità"; rappresentatività e potere: riequilibrio della rappresentanza; genere e differenza; sviluppo e pace nella globalizzazione; sfide etiche e politiche della sessualità; politiche del diritto e della libertà femminile; processi sociali e mutamenti normativi; costruzione di genere, sesso e sessualità nel diritto italiano ed internazionale; diritti e status; come eravamo: storia e storicità; tra creazione e rappresentazione: l'arte al femminile; il ruolo del femminile nella produzione culturale; le grandi trasformazioni: povertà femminile e diritti; psiche-lui/lei; medicina e prevenzione; autonomia e riabilitazione...
Si daranno, inoltre, ampio spazio e capillare diffusione ai documenti provenienti dalle Commissioni Pari Opportunità non solo interne al nostro sodalizio, ma anche, e, soprattutto, costituite all'interno di diverse istituzioni.
I destinatari di "Kaleîdos"? Il nostro target è naturalmente rappresentato da uomini e donne, da qualunque socio, da chiunque voglia leggerci, senza discriminazione alcuna. La testata, pubblicata per ora, quale supplemento al "Corriere Braille" (per quanto riguarda l'edizione in Braille) e a "Il Portavoce", (per ciò che concerne la versione registrata su cassetta) avrà cadenza bimestrale. Starà a voi farla crescere, trasformandola in una rivista indipendente a tutti gli effetti, starà a tutti noi appropriarcene, rendendo "Kaleîdos" ogni giorno più avvincente, utilizzandola quale vero e proprio strumento di riflessione, formazione, dialogo, crescita, quale mezzo per l'acquisizione di una maggiore consapevolezza di sé e del contesto in cui viviamo ed operiamo.
La rivista è stata fortemente voluta dalla Commissione Nazionale per le Pari Opportunità, della quale, l'Onorevole Vanda Dignani è coordinatrice. A lei abbiamo rivolto alcune domande.
D. Onorevole Dignani, come nasce l'idea di dar vita a questa nuova rivista?
R. È da molto tempo che avevamo questo sogno; è da tanto che si pensava di realizzarlo... Certo, di tempo ne è trascorso, ma, alla fine, ce l'abbiamo fatta. Noi donne siamo piuttosto dure: quando vogliamo ottenere una cosa, prima o poi, vi riusciamo, talmente forte è la nostra costanza, tanto siamo sicure di ciò che desideriamo avere. Questo periodico "al femminile", vorrei precisare e sottolineare "al femminile", non è una rivista "femminile", ma "al femminile" e, come tale, aperta sia alle donne che agli uomini. All'interno di "Kaleîdos" tratteremo con maggiore copiosità, con maggior forza taluni problemi vicini alla nostra natura di donne e, soprattutto, alla nostra sensibilità di donne; ma su "Kaleîdos" verranno affrontati anche altri problemi; noi desideriamo che questo supplemento venga letto, diffuso, venga partecipato, proprio perché è bene che anche l'Unione Italiana dei Ciechi abbia sentito questa necessità ed abbia ben compreso che i problemi che le donne vivono e, che le donne non vedenti trattano sono di una delicatezza, di un'urgenza non indifferenti. Noi, dal canto nostro, ce la metteremo tutta, dimostreremo ancora una volta, ammesso che ve ne sia bisogno, che noi donne, se e quando vogliamo, ci sappiamo fare...
D. Ma cosa vuole essere esattamente "Kaleîdos"? Ci si propone di dar vita ad uno strumento formativo-informativo rivolto a quale target?
R. Uno strumento informativo-formativo, io direi senza tema di smentita, per tutti, perché, non solo le donne, magari quelle un po' più sprovvedute debbono sapere e conoscere, ma soprattutto, io credo che debbano conoscere gli uomini, i quali, spesso e volentieri, presumono di sapere tutto e che, anche troppo spesso (ma spero tuttavia non troppo volentieri) sottovalutano, invece, certe verità di cui noi, solo noi, siamo in possesso.
D. Da cosa è stata dettata la scelta di fare uscire "Kaleîdos" in duplice versione, Braille e registrata su cassetta?
R. La scelta è stata dettata dalla necessità imprescindibile che "Kaleîdos" venga conosciuta dal maggior numero di persone possibile; purtroppo, io dico purtroppo, non tutti gli utenti conoscono o comunque leggono correntemente il Braille, quindi la registrazione su cassetta dà loro la possibilità di fruire, ascoltando, del nostro periodico. Come dicevo questa scelta è stata determinata dalla necessità di una diffusione vera, chiara, rapida, che giunga con immediatezza laddove è necessario che arrivi.
D. Cosa si attende da coloro che riceveranno i primi numeri di "Kaleîdos"?
R. Se dovessi dire realmente quanto mi aspetto, dovrei rispondere: tutto. Di fatto desidererei che quanti riceveranno questi numeri, in primo luogo li trovino interessanti, in seconda istanza che costoro si appassionino a certe problematiche, in terzo luogo che sappiano veramente vagliare i momenti, le delicatezze, le sensibilità, le proposte che questi argomenti ben presentati racchiuderanno. In fin dei conti io mi attendo una partecipazione attiva, vera, viva, vorrei dire, quasi un risveglio, qualora ve ne fosse bisogno, proprio di chi, magari assopito da mancanza di informazione, o da un certo senso di pigrizia mentale, dorme un pochino. Io mi aspetto un risveglio, perché la cosa dovrebbe essere così bella, così vera, così concreta ed interessante, da non lasciare indifferenti.
D. Si parla con crescente frequenza di "pari opportunità". Per lei, quale significato assume questa espressione?
R. Per me "pari opportunità" vuol dire osservanza e rispetto delle differenze e quindi rispetto di libertà... Beh, è difficile riassumerlo in poche parole, comunque: le "pari opportunità" sono le possibilità che si danno a tutti, di esercitare la propria libertà, libertà che non vuol dire eguaglianza, ma rispetto della differenza. Io vivo così le "pari opportunità": per me "pari opportunità" vuol dire dare ad ognuno la libertà di potersi esprimere, di poterci essere, di poter contare, proprio in virtù della propria, unica, irripetibile individualità.
D. Per ciò che concerne la Commissione Nazionale per le "Pari Opportunità" da lei presieduta e coordinata: quali sono i progetti futuri?
R. Manca ormai un anno circa al termine della legislatura; per ora io spero di poter realizzare al meglio questa rivista, il mio desiderio maggiore è proprio che questo progetto, sognato da tempo, riesca al meglio; quindi la mia idea e quella di tutte le commissarie è anche quella di organizzare un convegno da tenersi nel 2001, trattando una tematica estremamente interessante, che ancora va meglio precisata, puntualizzata, miriamo ad un convegno che non ci porti a parlarci sempre addosso, perché la nostra idea è sempre stata quella di aprire l'orizzonte, di non uscire da un certo orizzonte, l'idea punta a dilatare l'orizzonte in maniera che divenga il più vasto ed interessante possibile. Avremmo, inoltre, in animo di redigere una nuova scheda formativa ed operativa, nuova, perché i tempi cambiano, le situazioni si evolvono, fortunatamente; io confido sempre nelle evoluzioni e non nei regressi, nelle involuzioni. Ora la nostra commissione trova che la scheda già esistente sia ormai sorpassata, pertanto vorremmo dare una più nuova ed attuale impostazione alla stessa, al fine di fornire a tutti un itinerario, una scheda carica di input.
D. Riequilibrio della rappresentanza: ritiene che "Kaleîdos" potrà giocare in tal senso un ruolo determinato, crede che potrà configurarsi quale utile strumento?
R. Questa è una domanda da centomila dollari... io, però, dirò ciò che penso realmente: ritengo che anche questo sia uno strumento utile, non solo per quello che noi andremo a dire, ma per quel risveglio che ho ipotizzato ed al quale facevo cenno in precedenza, risveglio delle donne, le quali dovranno farsi maggiormente sentire, che dovranno, finalmente, mostrarsi molto più determinate; ma risveglio anche degli uomini, che ipotizzi un maggior rispetto nei confronti delle donne. Questo risveglio degli uomini potrebbe ristabilire la necessità di un maggiore equilibrio, proprio perché gli uomini, consapevoli di ciò che le donne vogliono e sanno fare, capiscano, al fine, che le donne nell'Unione Italiana dei Ciechi, ma un po' dappertutto, sono una risorsa, ma veramente una risorsa di idee, di capacità, di creatività, di sensibilità da dover, passatemi il termine, sfruttare.
Luisa Bartolucci



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