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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 6 del 2019

Titolo: RUBRICHE- Il lavoro fa per me!

Autore: Katia Caravello


Articolo:
Il XXIII Luiss Career Day mette la persona al centro

Si stima che nel prossimo futuro molti lavori verranno distrutti oppure completamente modificati in chiave machine-oriented: questo vuoto sarà occupato da quelle posizioni lavorative in cui la componente umana è fondamentale… le macchine non potranno, quindi, sostituire l'Uomo! Questo l'assunto di base da cui la Luiss (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali) è partita per organizzare la XXIII edizione del Luiss Career Day, svoltosi lo scorso 7 maggio a Roma, presso il Campus di viale Romania.
Quest'anno, per la prima volta, anche la Presidenza Nazionale dell'Unione - con il prezioso ed indispensabile supporto operativo della locale sezione territoriale - era presente a questo importante appuntamento: nello specifico, l'UICI è intervenuta per dare la possibilità ad aziende e studenti di fare un'esperienza nuova… un colloquio completamente al buio!
L'obiettivo della Blind Interview era quello di spostare sia il candidato che il recruiter in una no-comfort zone e azzerare - inibendo il senso della vista - ogni possibile preconcetto o pregiudizio visivo.
L'attività, che si è sviluppata nell'arco di tutta la giornata, è stata suddivisa in due sessioni, una mattutina (che ha interessato 3 aziende e 17 studenti) ed una pomeridiana (a cui hanno partecipato 4 aziende e 20 studenti); ciascuna sessione è stata aperta da un momento introduttivo all'esperienza, in cui Pompea Fiorini - socia della sezione territoriale UICI di Roma ed esperta in conduzione di cene ed eventi al buio - ha spiegato a tutte le persone coinvolte cosa sarebbe accaduto nei minuti successivi, al fine di prepararle al buio assoluto, esperienza che può suscitare emozioni anche molto forti.
Dopo la breve introduzione, prima gli employer e poi gli studenti sono stati accompagnati al proprio posto ed invitati ad esplorare il tavolo davanti a loro e a fare insieme un gioco di ice-breaking con Lego, che aveva la funzione di stemperare la tensione e superare l'imbarazzo iniziale; al termine di questa attività di carattere ludico, si è arrivati al momento del colloquio vero e proprio.
Conclusa questa prima fase, a candidati e HR è stato chiesto di condividere impressioni ed emozioni con gli altri partecipanti: il debriefing con gli studenti - suddivisi in gruppi di 6/7 - è stato facilitato dalla sottoscritta e da Sara Chondrogiannis (tutor del Career Services per le Luiss Schools), mentre quello con i recruiter - suddivisi in 2 gruppi - da Federica Raso (psicologa, Referente del Career Services/ per i Master di Luiss School of Law and Government/per le Luiss Schools) e da Pompea Fiorini.
A tutti i partecipanti è stato consegnato un breve questionario, da compilare individualmente, attraverso il quale comprendere cosa il buio ha reso più facile e cosa, al contrario, ha reso più difficile, se e quali sono state le sorprese che hanno avuto nel momento in cui sono tornati alla luce vedendo in faccia per la prima volta il proprio interlocutore e, infine, quale insegnamento hanno tratto da questa esperienza.
Per dare inizio alla condivisione vera e propria, è stato chiesto di descrivere con una parola quanto avevano appena vissuto. Autentica, originale, tranquillità, interessante: sono questi alcuni degli aggettivi e dei sostantivi utilizzati sia dagli studenti che dagli HR; in generale tutte le parole utilizzate erano connotate positivamente e solo in un caso è stato riportato uno stato di ansia da parte di uno studente.
L'attività delle Blind interview, seppure nuova e potenzialmente preoccupante, ha fatto emergere negli studenti emozioni positive: la libertà di esprimersi, la tranquillità e il divertimento. Nonostante la difficoltà di non potersi affidare alla vista e al feedback dello sguardo del recruiter, i ragazzi hanno riportato di essersi sentiti più liberi di raccontarsi e sperimentarsi, cercando nuovi modi di promuoversi. Il tono della voce è stato uno degli elementi cruciali su cui hanno puntato, insieme al contenuto della comunicazione.
La situazione di novità e di buio totale ha necessitato di una fase iniziale di adattamento, ma ha permesso la creazione di un rapporto più paritario tra candidato e recruiter, facilitando il senso di condivisione, una comunicazione più trasparente ed empatica e riducendo la paura del giudizio dell'altro. In particolare l'esercizio con i lego è stato ritenuto un elemento fondamentale nella costruzione della confidenza con il recruiter, poiché richiedeva una collaborazione tra HR e studente attraverso il tatto, che ha spezzato le comuni barriere sociali ed abbassato il livello di ansia.
Nel complesso, gli studenti hanno dichiarato che questa esperienza li ha aiutati a comprendere l'importanza di concentrarsi maggiormente su se stessi e di farsi influenzare meno dal giudizio altrui; inoltre, hanno compreso che se si dà meno peso allo sguardo dell'altro si è più efficaci.
Anche tra i recruiter hanno avuto la meglio le emozioni positive di tranquillità e divertimento. La condizione di buio li ha portati a concentrarsi maggiormente sul candidato, ad ascoltare con attenzione il contenuto del discorso e come veniva organizzato, oltre a far sì che prestassero maggiore attenzione alla voce dell'altro e alle proprie sensazioni personali.
In questo senso quello che è risultato più difficile al buio è proprio il capire l'altro e la sua comunicazione, coglierne la sincerità o semplicemente lo stato d'animo, mentre sembra essere stato più facile creare empatia e confidenza con il candidato, anche grazie all'attività Lego. Al riaccendersi delle luci per molti è stato sorprendente vedere che il candidato fosse molto diverso da quanto immaginato, soprattutto per l'aspetto fisico.
La Blind interview viene ritenuta dai partecipanti uno strumento che permette di valutare le capacità empatiche del candidato e le sfumature emotive della sua personalità, oltre alla sua attitudine a mettersi in gioco e accogliere nuove sfide.
In conclusione gli HR ritengono che l'esperienza della Blind Interview abbia permesso loro di comprendere quanto sia importante concentrarsi sul candidato, accoglierlo e farlo sentire a proprio agio, anziché sotto pressione, e quanto sia necessario riuscire a trovare un modo per concentrarsi sul contenuto, al di là degli stimoli visivi.
Secondo candidati e selezionatori, l'elemento che ha favorito l'instaurarsi di una relazione empatica è stata la condivisione di una difficoltà comune: il buio è una condizione che notoriamente avvicina, affrontata meglio grazie al supporto di un facilitatore cieco.
Oltre a questa bella esperienza, il Luiss Carrer Day è stato anche una importante occasione per far conoscere l'Unione, le sue attività e, soprattutto, le capacità e le potenzialità delle persone cieche ed ipovedenti: al desk all'ingresso e presso un piccolo stand, ove era stata ricreata una postazione lavorativa dotata di PC portatile con sintesi vocale, display braille e video ingranditore per ipovedenti, dirigenti e dipendenti hanno illustrato agli interessati gli strumenti e gli accomodamenti che consentono ad un lavoratore di essere una risorsa per la propria azienda... e non semplicemente un obbligo di legge da assolvere!



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