Numero 14 del 2019
Titolo: Intelligenti in tutto. Tranne che in amore
Autore: Donatella Borghesi
Articolo:
(da «F» n. 25 del 2019)
Siamo capaci di crescere figli da sole, governare una nazione, guadagnare milioni con la nostra professione, ma se l'uomo di cui siamo innamorate ci tradisce o ci trascura ci chiudiamo in camera al buio, con le coperte sulla testa a piangere su noi stesse. A chiedersi il perché di questa fragilità è Paola Tavella - una vita di impegno per le donne tra giornalismo e incarichi istituzionali - e l'ha fatto con alcune amiche «grandi», lontane ormai dagli impegni della maternità. Così è nato «Il sesso magico», scritto in prima persona, ma non realmente autobiografico: alla protagonista la scrittrice ha prestato il nome, le forme sontuose, la testa piena di ricci e il turbante bianco, il suo amore per gli uomini e soprattutto il suo carattere allegro: «la Paola del romanzo è sfacciata e linguacciuta...» dice. Il risultato è un picaresco e divertente memoir immaginario pieno di colpi di scena, in cui l'autrice ha raccolto, mescolato e frullato le storie sue e delle amiche, per raccontare la strana contraddizione che vive in ognuna di noi e ci rende «quasi pazze» per ogni difficoltà sentimentale. Ne parliamo con l'autrice.
D. Partiamo dall'errore numero uno delle donne. La protagonista del romanzo controlla il cellulare di lui lasciato acceso per sbaglio, che continua a fare bip. E così scopre quello che temeva.
R. Io non l'ho mai fatto, ma vedo che lo fanno tutte. Il fatto è che lo «sentiamo» il tradimento. Forse abbiamo queste antenne così sensibili per la nostra biologia, è una legge antica, cerchiamo una caverna difesa dai lupi per far nascere i nostri figli. L'infedeltà è una disgrazia che accade a tutte almeno una volta, ma oltre all'umiliazione e al dispiacere, può produrre anche sollievo. La mia protagonista non aveva una rotella fuori posto, il suo intuito non aveva fallito: si poteva fidare di quello che sentiva. E del resto il guru Dev Singh, unico personaggio reale del libro che è poi il mio maestro di meditazione e kundalini, lo dice sempre: solo quello che senti è reale.
D. Legato al primo, un secondo passo falso: la gelosia a prescindere.
R. Diciamo che siamo ben motivate: quanti uomini conosciamo che hanno il doppio cellulare, uno per la famiglia e l'altro per le avventure? Guru Dev, che è di origini messicane, dice che gli uomini restano fedeli al massimo due anni. Poi comincia la girandola dei piccoli tradimenti e delle piccole bugie. Il patto di fedeltà per loro non è mai esistito. E chiede provocatorio alla protagonista: «Come mai sei così gelosa?». La gelosia arriva sempre dall'esclusione. Chiediti se l'uomo che ami ha con l'altra una vicenda sentimentale importante come con te, altrimenti rischi di regalare il tuo uomo a una «mariposa» qualunque (in spagnolo farfalla, ma anche prostituta, ndr). Molti uomini ragionano così. È questo che ci ferisce. Anche lui, d'altra parte, ha ammesso di far soffrire le donne. Sono rimasta molto stupita quando me l'ha confessato sommessamente, in fondo era il mio maestro. Me lo aspettavo diverso.
D. Arriva un momento della relazione in cui capita di sentirci dire: «Ma come sei rompicoglioni!». Agli uomini dà molto fastidio la nostra irriducibile tendenza a volerli controllare, dirigere, cambiare.
R. Come è vero. Magari non è così proprio per tutte, non generalizziamo, ma quasi. Io li ho sempre voluti aggiustare, migliorare i miei uomini. Nel romanzo Paola si dedica a Brenno con tutta se stessa, ha una dedizione totale, gli compra i vestiti, le piace indovinare cosa gli sta bene; lo lava e lo cura dopo l'incidente, lo assiste nella disgrazia. Devo dire che le amiche a cui ho fatto leggere il libro si sono tutte riconosciute in questi deplorevoli atteggiamenti: se un uomo ha bisogno di te, può essere anche un mostro ma tu comunque lo assisti. Perché vogliamo essere indispensabili, forse ci risuona ancora dentro quell'eterna promessa «nella salute e nella malattia». E pensiamo sempre che lui cambierà, che noi siamo così brave che riusciremo a cambiarlo. In realtà è l'ultima nostra debolezza.
D. Rischiosissima la mutazione di identità: anche la donna più autonoma e più consapevole della sua forza, a un certo punto finisce per considerarsi una vittima.
R. Certo gli uomini non ci aiutano. Il carico di violenza e di abusi contro le donne oggi è un rimosso gigantesco. Ma provo a rimettermi nei panni della mia protagonista. Sapere la verità non cambia nulla di ciò che proviamo: è questa la tragedia dei sentimenti. Anche se vede con chiarezza che Brenno l'ha ingannata e sfruttata, anche se non le è rimasto un minimo di rispetto nei suoi confronti, Paola continua ad amarlo. Con il rifiuto di chiarire una situazione che gli fa comodo, Brenno la spinge sull'orlo della follia. Brenno aveva imbrogliato decine di amanti e fidanzate, e aveva un'idea precisa di come far durare un amore. Basarsi sull'insicurezza: non è previsto essere fedeli, niente frequentazioni in comune, mai comparire insieme in pubblico. La ricetta di Brenno sarà anche eccitante per l'erotismo maschile, ma per una donna vitale è frustrante.
D. Tu scrivi anche dell'inconscia disponibilità alla sottomissione, di una inconsapevole complicità.
R. La mia protagonista ha un segreto, un episodio della sua infanzia di cui non aveva parlato nemmeno nel collettivo femminista. Ma quell'amico di famiglia non le aveva usato violenza, non l'aveva picchiata, lei era stata complice, lo aveva assecondato. La disponibilità alla sottomissione era impressa dentro di lei: la paura e la mortificazione erano connesse in modo sotterraneo alla sua eccitazione. È un meccanismo che si ripete nell'incontro con Brenno: un altro uomo a cui consegnarsi senza salvaguardia, permettendogli di tradire la sua fiducia. Un estremo tentativo di guardare dritto in faccia il carnefice, quello che non aveva riconosciuto da bambina. Ma è superando questo lato oscuro che ci si autorizza alla felicità, ad avere amori piccoli o grandi, ad accogliere il tesoro dei figli.
D. Ultimo, fatale errore, che comprende tutti gli altri: sopravvalutare l'amore, darne un'interpretazione romantica, volere tutto subito e per sempre.
R. Questo l'ho imparato, davvero, e l'ha imparato anche la mia protagonista. Il maestro dice che le relazioni cominciano con la costruzione di una fantasia, che manteniamo in vita fino a quando non si rompe. Ed è questa fantasia che dà vita al «sesso magico», all'incantamento d'amore. Anche la storia con Brenno dimostra che tutto è un sogno, un'illusione. Di Brenno, alla fine, non era rimasto nulla, perché lui non aveva dato nulla, ma le lezioni impartite da Guru Dev hanno fatto sì che la sofferenza non fosse insensata e quindi costituivano un guadagno incalcolabile.
D. E adesso, a che punto è il percorso della Paola protagonista di «Il sesso magico»?
R. È cresciuta. Ha infilato in una scatola le calze autoreggenti, i baby doll, i corsetti, tutta la biancheria sofisticata e trasparente che aveva indossato per compiacere gli uomini, e l'ha messa via. Più sobriamente, ha indossato un reggiseno e delle mutandine di un delicato pizzo grigio ornato di nastri verdi che le aveva regalato un'amica. E quando accade la magia di un incontro con un uomo apre una stanza dorata, la sua, e gli tende la mano.
Donatella Borghesi