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Kaleîdos

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Numero 18 del 2019

Titolo: Tutto quello che avrei voluto sapere sulla convivenza

Autore: Michela Fiorentino Capoferri


Articolo:
(da «Cosmopolitan» ottobre 2019)
Ovvero le ansie, le gioie e le speranze che vivere sotto lo stesso tetto porta con sé e che (forse) non avevi considerato
Andiamo a vivere insieme?
Per chi - come me - appartiene a una generazione che vede la convivenza come una tappa scontata, questa domanda non è cruciale. Semplicemente, dopo un po' che si sta insieme, è una cosa naturale. O almeno così pensavo. Quando il mio ragazzo e io ci siamo conosciuti avevo solo 20 anni, facevo da poco l'università ed entrambi abitavamo vicino a Milano, nessuno dei due si era trasferito per studiare e vivevamo nelle rispettive case di famiglia. Andare a convivere è sempre stato nei nostri piani, ma sono passati molti anni (7 per l'esattezza) prima di prendere la decisione di cercare casa. Ho un ricordo nitidissimo del primo appartamento che abbiamo visto e, ancor di più, della sensazione di tenerezza che ho provato mentre guardavo lui aggirarsi per quella che sarebbe potuta essere casa «nostra». Mesi e molte case orribili dopo finalmente troviamo l'appartamento perfetto, piccolino, ma romantico e accogliente. È deciso, lo prendiamo. E così arriviamo al dunque: dopo tanto fantasticare, la convivenza era diventata una prospettiva concreta e imminente. Quando arriva il momento di andare a firmare il contratto d'affitto, ricordo che la mia pancia ha iniziato a contorcersi. Ero felice, ma mi veniva il mal di stomaco per l'agitazione. Perché non riuscivo a godermi il momento? Dopotutto lo aspettavo da anni. La risposta era semplice: avevo paura. Si trattava di un mix di fattori: lasciare la mia casa, dove ero abituata ai miei spazi e alla mia privacy, affrontare nuove responsabilità, condividere tutto, ogni giorno. Mi sentivo in colpa, perché avevo la sensazione che da me ci si aspettasse solo entusiasmo. Ero cresciuta credendo che la convivenza fosse sì un passo importante, ma che, a differenza del matrimonio, non comportasse angosce che invece avevano a che fare con l'idea del «per sempre». Eppure sentivo sulle spalle tutto il peso di una decisione definitiva, irrevocabile, che avrebbe cambiato per sempre la mia vita. Poi è arrivato il giorno e tutte le ansie si sono sciolte. E oggi, a posteriori, ho capito che ci sono almeno 7 cose che avrei voluto sapere prima, perché forse mi avrebbero evitato qualche paranoia.
1) Non è un passo qualsiasi (ed è normale che possa fare paura, no?)
Ok, quando vai a convivere non firmi un contratto che dice che sarai legata all'altra persona per il resto della vita, ma ciò non significa che non sia un cambiamento radicale e che quindi non possa fare paura. In fin dei conti lasciare i tuoi spazi e la tua comfort zone per condividere tutto, anche se con la persona che ami, non è una cosa da poco. Comporta rinunce, adattamenti e compromessi, che però sono bilanciati da momenti dolcissimi e divertenti.
2) Il rapporto cambia...
Prima di provare quest'esperienza ero sicura che avessimo già raggiunto una complicità e un'intesa insuperabili e avevo il timore che la convivenza potesse intaccare l'equilibrio, appiattirlo sulla quotidianità. Invece è successo tutto il contrario. Avere uno spazio «nostro» ci ha avvicinati ancora di più. Certo, è un banco di prova, perché per quanto possa sembrare banale, se non c'è amore i compromessi e i sacrifici che questa scelta comporta alla fine diventano insopportabili.
3) ...e anche i litigi
Dimentica quelli esistenziali e passionali che durano giorni, quando convivi il litigio dura poco e nasce da mutande lasciate per terra o dalla spazzatura rimasta in cucina.
4) Ti abitui alla nuova casa più in fretta di quanto tu creda
Prima di trasferirmi a vivere con il mio ragazzo avevo affrontato solo un altro trasloco nella vita e avevo sofferto molto, perché avevo lasciato la casa in cui ero cresciuta. Ero convinta che ci avrei messo un sacco di tempo ad abituarmi al nuovo ambiente, invece dopo pochi giorni avevo la sensazione che fosse casa mia da sempre e non vedevo l'ora di tornare dal lavoro per godermela.
5) Scopri dei lati dell'altra persona che non conoscevi, anche se la relazione è già ampiamente rodata
Non importa da quanti anni due partner stanno insieme prima della convivenza: abitare nello stesso «nido» svela dei lati inaspettati del carattere di entrambi (e per fortuna!). Perché anche se si tratta di caratteristiche negative (per esempio una totale incapacità di relazionarsi con una lavatrice, ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale) è sempre bello rendersi conto che hai ancora un sacco di cose da scoprire di colui che credevi di conoscere come le tue tasche.
6) Ricordati sempre di ritagliarti i tuoi spazi
Quando l'angoscia iniziale dell'entrare in casa ha lasciato spazio all'entusiasmo, ho passato i primi due mesi praticamente in simbiosi con il mio ragazzo. E certo è bellissimo stare sempre insieme, ma dopo un po' può diventare troppo. Ritagliarmi aree di indipendenza è stato più complicato di quanto pensassi, perché dopo tutta la giornata in ufficio non volevo fare quella che si faceva i fatti suoi. Invece è necessario isolarsi ogni tanto, che sia per leggere un libro, fare un bagno caldo o praticare yoga, avere del tempo solo per me stessa rende anche lo stare sotto lo stesso tetto migliore.
7) Gli armadi non bastano mai
Hai mai sentito tua mamma o tua nonna dire che il guardaroba in casa non basta mai? Ecco, è assolutamente vero. Anzi sacrosanto! E forse è proprio la cabina armadio la cosa più difficile da condividere perché, ehm... «Amore dove le metto le mie 30 paia di scarpe?». Ed è lì, dalla sua risposta, che vedi se lui sarà il tuo Mr Right.
Michela Fiorentino Capoferri



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