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Kaleîdos

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Numero 18 del 2019

Titolo: Guida alla salute delle donne

Autore: Redazionale


Articolo:
«Peso» proprio lì...
(da «Viver sani e belli» n. 39 del 2019)
È un disturbo molto diffuso nel mondo femminile, che colpisce le ghiandole localizzate nella zona intima e che può risolversi spontaneamente, oppure richiedere una visita dal ginecologo e cure specifiche. Ecco quali sono le caratteristiche della bartolinite, come evitare che si scateni e che cosa fare quando non passa da sola
Di che cosa si tratta
La bartolinite è l'infiammazione delle ghiandole di Bartolini, posizionate nella parte laterale bassa delle piccole labbra. La loro funzione è lubrificare la vagina durante i rapporti sessuali, convogliando le secrezioni verso l'esterno attraverso uno specifico canale, il dotto escretore. Se questo dotto si chiude a causa di microtraumi, come lo sfregamento durante i rapporti sessuali prolungati, le secrezioni restano intrappolate all'interno delle ghiandole, causando all'inizio gonfiore e infiammazione (cisti della ghiandola) con una possibile evoluzione in una vera e propria infezione.
Quando il dotto si occlude
Se il muco ristagna nelle ghiandole, che non riescono a svuotarsi, la zona delle Bartolini appare gonfia e tesa. Si avverte un senso di pesantezza, ma non sempre la parte è dolorante. Quando i germi normalmente presenti in quella zona infettano il muco all'interno della ghiandola, si scatena una vera e propria infezione, con la formazione di pus. Il disagio diventa maggiore se il canale che conduce all'esterno il liquido è completamente ostruito: il dolore è molto intenso, accompagnato da arrossamento e talvolta anche febbre.
Se il disturbo è passeggero
L'accumulo di secrezioni all'interno della ghiandola di Bartolini può essere transitorio, legato a un'infiammazione del dotto escretore. In questo caso il problema può risolversi spontaneamente, con la fuoriuscita del muco intrappolato. Alcuni accorgimenti possono ridurre l'infiammazione: igiene dopo i rapporti sessuali, utilizzo di biancheria intima di cotone, antinfiammatori naturali a base di bromelina.
Se il problema è persistente
Se il disturbo persiste, ma non c'è segno di infezione, può essere utile ricorrere all'intervento di marsupializzazione: si realizza un'apertura nelle ghiandole attraverso la quale il liquido può uscire. I lembi di questa apertura vengono suturati e si cicatrizzano, ma il canale rimane aperto per consentire la fuoriuscita del liquido. La marsupializzazione è effettuata in anestesia locale e in day hospital, l'intervento ha una durata di circa mezz'ora. Oggi, però, ci sono nuove tecniche che utilizzano il laser, con una maggiore precisione e minori effetti secondari.
Quando c'è un'infezione
È possibile tentare di bloccare l'infezione con una cura tempestiva con antibiotici a largo spettro (a base, per esempio, di amoxicillina o acido clavulanico). In caso di evoluzione ad ascesso, dopo aver effettuato una mini-anestesia locale si incide per far uscire il pus (marsupializzazione). Se anche questa misura non è efficace e gli ascessi si ripetono, diventa necessario l'intervento di asportazione della ghiandola.
L'asportazione della ghiandola
È un'operazione banale, ma che deve essere eseguita con estrema attenzione da medici esperti nell'affrontare problematiche vulvari. La zona dove sono localizzate le ghiandole, infatti, è ricca di terminazioni nervose e vasi sanguigni, che possono creare problematiche di sanguinamento e ipersensibilità dopo l'intervento, con successivi dolore e difficoltà nei rapporti sessuali.
Le cure locali
In presenza di una bartolinite, per ridurre l'infiammazione si effettuano subito impacchi caldo-umidi. Così si riesce a portare all'esterno il liquido vischioso che si trova dentro le ghiandole. Basta immergere piccole garze in una tazza di acqua tiepida dove vengono aggiunte 15 gocce di tintura madre di calendula. Prima di iniziare l'impacco vero e proprio, detergere delicatamente la parte interessata e poi applicare le garze due o tre volte al giorno.
Un aiuto dalla medicina dolce
Per alleviare l'infiammazione e i fastidiosi disturbi provocati dalla bartolinite sono molto efficaci alla sera i bagni tiepidi a base di acqua e sale. Prima di andare a letto, bere una tisana alla malva, decongestionante. Far bollire l'acqua, spegnere il fuoco, versare 2 grammi di fiori di malva, filtrare e bere. Dopo la cura antibiotica, per riequilibrare le difese si utilizzano alcuni rimedi omeopatici. Se la cisti non va via, è consigliata Thuya 30 Ch in granuli, un tubo monodose, una volta alla settimana fino a miglioramento. In fase acuta è perfetto Mercurius solubilis 30 Ch e, poi, Belladonna 5 Ch.
Dosi: 3 granuli di ognuno ogni ora fino a miglioramento, poi per tre o quattro giorni, diradare le somministrazioni a 3 granuli ogni 3 ore e, poi, 3 granuli 3 volte al dì per tre o quattro giorni. Associare un'ampolla al giorno di oligoelementi: zinco, rame, manganese che rafforzano le difese.
...E quelle per bocca
Di solito, il medico prescrive tre giorni di antibiotico, per scongiurare il rischio di infezione, e antinfiammatori a base di bromelina. Meglio prendere anche probiotici, che modulano la funzionalità intestinale, fitoterapici come la curcuma o l'echinacea e, su suggerimento medico, altri modulatori dell'infiammazione a base di citochine.
I consigli per ridurre il rischio
Annullare il pericolo non si può, ma alcune misure lo riducono sensibilmente. Utilizzare biancheria intima bianca e di fibre naturali, che non favorisce la formazione del microclima caldo umido: abolire i salvaslip sintetici. Non tenere addosso per molte ore il costume bagnato, per evitare di favorire la proliferazione batterica. Bere molta acqua per migliorare il transito intestinale ed evitare l'accumulo di batteri e tossine. Prendere ciclicamente probiotici per rendere più forte il sistema immunitario. Non praticare sport che coinvolgono la zona vulvare, come la bicicletta. Prestare attenzione all'igiene intima, da effettuare con detergenti con ph neutro per evitare alterazioni della flora batterica vaginale, e avendo cura di asciugare molto bene le parti intime per evitare ristagni di umidità.
Il test fai da te
Spesso la bartolinite si può scoprire con un auto esame. Basta sdraiarsi a gambe aperte; prendere il grande labbro tenendo un dito all'interno e l'altro all'esterno; toccando si può avvertire se c'è una cisti, una pallina dura. In tal caso, rivolgersi subito al medico.



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