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Kaleîdos

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Numero 20 del 2019

Titolo: Stalker, come sono diversi lui e lei

Autore: Gaia Giorgetti


Articolo:
(da «F» n. 42-2019)
Le donne che non si rassegnano a un addio minacciano, ricattano, meditano (e talvolta attuano) vendette machiavelliche. Come Valentina, ai domiciliari per aver perseguitato un diplomatico che le ha detto «Basta!». Ma gli uomini arrivano a uccidere. La psichiatra Donatella Marazziti ci spiega perché, anche nella follia d'amore, siamo così distanti
Valentina minaccia: se mi lasci ti rovino. Valeria sogna: ti conquisterò con la mia ciambella al cioccolato. Prove tecniche di stalkeraggio al femminile, dal palcoscenico delle cronache. Valeria, cinquantenne single, è stata condannata a un anno e sei mesi perché il bel carabiniere del quale si era invaghita per strada non ne poteva più di essere bersagliato di messaggi su Facebook e ha fatto partire la denuncia quando gli è arrivata in caserma una torta a firma della sua persecutrice. Ci è andata più pesante Valentina, autrice Rai e sceneggiatrice, in carcere perché non accettava di essere stata scaricata dall'ex amante, un diplomatico, ed è passata dalle implorazioni alle intimidazioni, minacciando di dire tutto alla moglie e sputtanarlo sul lavoro.
Reato dal 2009, esercitato da uomini otto volte su 10, lo stalking è un fenomeno non del tutto emerso: secondo l'Istat, 3 milioni e mezzo di italiane lo hanno subito almeno una volta nella vita, ma la maggior parte di loro non denuncia, nonostante il rischio che il persecutore diventi pericoloso e che dopo una lunga storia di minacce passi alla violenza fisica. L'ultima condanna di questi giorni è per Mario D'Uonno, ex guardia giurata che, dopo sei mesi di tormenti all'ex Simona Rocca, ha dato fuoco all'auto con lei dentro, salva per miracolo. E oggi è imputato per stalking e maltrattamenti anche l'ex campione del mondo di ciclismo Mario Cipollini: avrebbe perseguitato, picchiato e minacciato la moglie Sabrina, puntandole più di una volta la pistola alla tempia. Con o senza persecuzioni, la violenza maschile uccide una donna ogni tre giorni. È appena accaduto in Tirolo, dove un venticinquenne ha sterminato l'ex fidanzata e la sua famiglia, mentre in provincia di Bergamo un uomo ha ucciso la madre delle sue figlie, che voleva lasciarlo.
Perché lo stalking è diverso nei due generi? Ne parliamo con la psichiatra Donatella Marazziti dell'Università di Pisa, esperta di chimica dell'amore.
D. Perché donne e uomini sono «ossessionati» dall'amore e agiscono in modo diverso?
R. Il fenomeno è differente in tutti i Paesi e per vari aspetti: le donne rappresentano «solo» il 15-20 per cento degli stalker, agiscono di solito quando una relazione è finita. L'uomo, invece, è mosso dal possesso e non accetta di essere lasciato. Le donne non ricorrono alla violenza fisica, ma utilizzano vendette strategiche mentre i maschi entrano in un meccanismo mentale che genera di per sé un'escalation di aggressività e furia. È anche per questo che gli uomini stalkerizzati difficilmente denunciano la persecutrice: da un lato si sentono gratificati, dall'altro non ne hanno alcuna paura. Per le donne è l'opposto, sanno che rischiano la pelle.
D. L'ossessione per un uomo, la fissazione di conquistarlo, a costo di spiarlo, pedinarlo, ricattarlo, perdendo ogni pudore, è il segnale di qualche disturbo psichico?
R. Di norma le donne che agiscono così hanno personalità con caratteristiche precise, per esempio un disturbo borderline, dove prevale l'impulsività. Negli uomini emergono tratti psicotici, depressivi o dipendenze da sostanze, che accelerano comportamenti violenti.
D. Esiste una tipologia di persecutrice?
R. Le molestatrici agiscono quando vengono lasciate, il caso della sceneggiatrice Rai è tipico. È difficile che una donna perseguiti uno sconosciuto, il vicino o un personaggio famoso, cosa che invece fanno gli uomini. L'episodio più clamoroso è dell'81, quando Jodie Foster fu tormentata da John Hinckey Jr, che sparò al presidente Reagan solo per catturare la sua attenzione!.
D. Non è da noi tampinare attori e ragazzi della porta accanto?
R. No, e la signora che faceva le torte al carabiniere è un caso anomalo. L'80 per cento dei comportamenti persecutori femminili sono rivolti all'ex partner.
D. Tutti pazzi per amore: la donna si dispera e l'uomo delira?
R. La forma delirante verso le sconosciute è tipicamente maschile, le donne, specie se sono sole, al massimo si fissano su medici, terapisti, psicologi. Anch'io da trent'anni ho il mio stalker, ora si limita a due messaggi l'anno.
D. Caratteristiche della stalker?
R. È emotivamente instabile, cambia spesso stati d'animo, ha difficoltà a tollerare l'ansia, le frustrazioni, ha comportamenti impulsivi anche nel lavoro e nelle relazioni amorose, può essere compulsiva, nello shopping o nel cibo, soffre la noia e spesso è anche molto intelligente: certe strategie di attacco sono studiatissime, furbe e ingegnose.
D. Ha seguito qualche caso?
R. Sì. Una ragazza si è invaghita di un tipo su una chat, hanno amoreggiato virtualmente per un lungo tempo, poi lui ha diradato e l'ha mollata. Lei ha cominciato a tartassarlo, non si è fermata neppure davanti alla minaccia di una denuncia. Lo spiava online per vedere con chi si connetteva. Poi mi ha annunciato che aveva trovato il modo di fargliela pagare, da perfetta borderline si voleva suicidare per punirlo con il rimorso.
D. Perché lo stalker è violento e la donna no?
R. Un uomo che arriva a perseguitare una donna spesso ha un passato di aggressività, anche se non necessariamente criminale. L'uomo, in generale, è mosso da un'idea distorta del possesso e gli stalker più pericolosi sono i predatori, caratteristica maschile più che femminile: una donna per prima cosa non ha la forza fisica, la sua vendetta è più psicologica. Oggi i social permettono facilmente di denigrare un fidanzato che ti ha ferito, raccontando tutto di lui. Questo acquieta la voglia femminile di rivalsa.
D. Cosa accade nella testa di una stalker?
R. L'ossessività, l'impulsività, la rabbia, l'aggressività e la gelosia indicano che la serotonina funziona poco e lascia spazio alla dopamina, che può portare al delirio. Si perde il contatto con la realtà, cambia il modo di vedere le cose, che sono interpretate in modo distorto.
D. Tipo che lui esce dall'ufficio a prendere le sigarette e tu pensi che sia sceso per vedere te?
R. Esatto.
D. E in quella di un uomo stalker?
R. Credo che le escalation di violenza inizino con una vampata d'amore. Ci si sente euforici, iperattivi, con un'attenzione ossessiva alla relazione: questo inibisce la serotonina e attiva l'ansia, dando linfa al sistema dopaminergico che esalta la passione e spinge a voler continuamente incontrare la donna. I bassi valori di serotonina falsificano i processi cognitivi, ovvero la capacità di capire ciò che si fa: lo stalker diventa cieco, non comprende i rischi e le conseguenze del suo comportamento, convincendosi che le sue azioni porteranno la vittima a tornare con lui. Da una situazione così si passa facilmente alla violenza.
D. Un consiglio alle donne che rischiano di cadere nella tentazione di perseguitare l'ex?
R. È molto raro che un uomo rifiuti le avance. Se lo fa, non c'è storia, bisogna rassegnarsi. Pietra sopra e andiamo oltre.
Gaia Giorgetti



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