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Kaleîdos

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Numero 1 del 2020

Titolo: Finalmente una donna capo della Consulta!

Autore: Giusi Fasano


Articolo:
(da «F» n. 51 del 2019)
Il suo nome circolò come possibile premier per il governo immaginato prima del Conte-bis. Si ipotizzò di fare di lei una ministra anche nell'ipotetico governo Cottarelli, prima del Conte-1. Ma lei, Marta Cartabia, classe 1963, non ha mai avuto occhi che per la sua Corte costituzionale e adesso ne è diventata presidente. Non era mai successo che la quarta carica dello Stato venisse affidata a una donna.
Apripista per le colleghe
Nel prendere la parola per la prima volta da presidente della Corte ha esordito così: «Si è rotto un soffitto di cristallo». È il vetro che finora ha tenuto separate le donne da un ruolo così importante nella magistratura. «È un passo significativo per la storia delle nostre istituzioni». Le donne in magistratura sono il 53 per cento, ma non sono ai vertici. «La mia elezione è un po' l'elezione di tutte loro. Sento la responsabilità di questa carica e l'onore di essere qui, sperando di fare da apripista», ha aggiunto. Ci piace pensare che sarà davvero così. Che in magistratura, come nel resto della società civile, vadano in frantumi dieci, cento, mille cristalli.
La montagna è la sua passione
Inutile cercare informazioni sulla sua vita privata negli archivi dei giornali o su Internet. Nessuna esposizione mediatica, zero profili social, sono noti solo i dati sulla sua intensa vita professionale. «La professoressa», come la chiamano tutti, protegge molto e da sempre la sua privacy. Della sfera privata si sa soltanto che è nata a San Giorgio su Legnano, alle porte di Milano, dove ha vissuto fino a 13 anni, che è sposata, madre di tre figli di 24, 19 e 17 anni, che pratica jogging a ritmo di musica rock, e che è appassionata di scalate in montagna, soprattutto in Valle d'Aosta, dove ha una casa.
Sacrifici e fatica
La neo presidente della Consulta - che ha una cattedra di Diritto costituzionale all'Università di Milano Bicocca e che ha insegnato questa materia anche negli Stati Uniti - si è laureata con lode nel 1987 discutendo una tesi sul diritto costituzionale europeo. Giovanni Bianconi, sul Corriere della Sera, racconta che nel 2010 questa donna tanto esile quanto determinata andò a lavorare per un anno alla New York University portando con sé i figli che all'epoca avevano 15, 10 e 8 anni. Lei, pensando ai sacrifici e alla fatica delle sue giornate più dure, dice: «Ci vuole fiducia e tenacia. Anche i momenti fisicamente faticosi sono stati ingredienti decisivi perché accadesse quello che è accaduto».
È accaduto l'inimmaginabile
Di estrazione cattolica e considerata vicina a Comunione e liberazione, Marta Cartabia alla Consulta è arrivata nel 2011, di ritorno dagli Stati Uniti. Nel 2014 è diventata vicepresidente e oggi, alla luce del suo nuovo incarico, ripensa ai primi tempi della sua esperienza da giudice costituzionale: «Se dieci anni fa qualcuno mi avesse annunciato ciò che è accaduto ora mi sarei fatta una risata perché non era minimamente immaginabile che avrei potuto trovarmi qui».
Giusi Fasano



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