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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 2 del 2020

Titolo: CENTENARIO DELL’UNIONE- La Storia dell’Unione

Autore: Vincenzo Massa


Articolo:
Siamo alla vigilia del Congresso di Genova del 1920 e la situazione dei ciechi civili era davvero ferma alla considerazione di "poveri ciechi", misera considerazione caritatevole, che veniva declinata nei Congressi dedicati ai ciechi dove tutti decidevano tranne che gli interessati, per cui la forza e il coraggio con cui Aurelio Nicolodi si presenta all'appuntamento segnano la svolta. L'attività intensa con cui si erano state sensibilizzate le tante organizzazioni dei non vedenti fece in modo che all'apertura del Congresso i ciechi fossero per la prima volta in maggioranza, qualcuno ebbe a notare che mancavano solo i benestanti non vedenti. Alle 10, del 24 ottobre 1920, presso il salone del teatro "Carlo Felice" di Genova si apre ufficialmente il VII Congresso dei Ciechi. Alla presenza di tutte le autorità del posto si contarono, altresì, 133 delegati non residenti nel capoluogo genovese. Prima, però, dell'inaugurazione solenne del Congresso, il 23 ottobre, presso l'istituto Chiossone, si tennero dei lavori preparatori molto importanti che prelusero alla nascita della nuova associazione nazionale. Occorsero due riunioni, sempre nella giornata del 23 ottobre, prima di poter istituire una commissione speciale che si occupasse di trovare basi comuni per creare l'associazione nazionale che potesse tutelare i diritti morali e materiali dei minorati della vista. La commissione, composta dai signori prof. Laudriani, prof. Romagnoli, prof. Soleri, avv. Loffredo, Pestelli, Efrati, Poggiolini, prof. Gianni, e signorine Cassia, Antonucci e Bocchino, partendo dall'esperienza e dall'organizzazione della società "Pro Culture Ciechi", il 26 ottobre propose all'assemblea dei ciechi le proprie conclusioni. Fu Oreste Poggiolini, in qualità di vedente e rappresentante del tenente Nicolodi, a leggere il documento che qui riproponiamo nella sua interezza, grazie alla collaborazione del Consiglio regionale UICI Toscana, che per acclamazione decretò la nascita dell'Unione Italiana Ciechi.
“La Commissione eletta la sera di Sabato 23 Ottobre dall'assemblea dei ciechi per addivenire ad accordi concreti per l'istituzione di una organizzazione nazionale dei ciechi, è venuta di pieno accordo alle seguenti proposte conclusive:
- L'organizzazione nazionale dei ciechi verrà effettuata sulla base degli scopi generali e della struttura attuale della società Pro-Cultura.
- La Pro-Cultura a questo scopo allargherà il proprio statuto, aggiungendovi l'art. 3 del nuovo schema di statuto elaborato dai sigg. Prof. Landriani, Pestelli e Nicolodi in sostituzione dell'articolo generico il quale accennava in breve agli scopi che lo stesso articolo determina e specifica.
- La nuova organizzazione si chiamerà Unione Italiana dei Ciechi.
- Rimane in massima fissato che l'organizzazione s'impernia nell'attuale statuto della Pro Cultura, al quale debbono essere portate le seguenti modificazioni:
a) I tre Consiglieri attuali che dirigono l'Associazione saranno portati a cinque, e saranno eletti dai Delegati regionali, i quali costituiscono il Consiglio Centrale;
b) Per dare maggior forza alla organizzazione centrale, allo scopo di dare sviluppo al lavoro in senso nazionale, tutte le quote sociali dei Soci effettivi, i versamenti dei Soci perpetui, e metà di quelle dei Soci contribuenti debbono essere corrisposte alla Sede centrale, riunendo a. favore dei Circoli regionali, la restante metà delle quote dei Soci contribuenti, nonché i ricavati delle feste di beneficenza e di speciali iniziative che essi potranno promuovere pel vantaggio della loro azione regionale;
c) In nuovo statuto si dovrà determinare una opportuna divisione di lavoro, in modo che la parte culturale, attualmente bene avviata, non subisca soste o deviazioni, e che il nuovo lavoro concernente il movimento di classe di carattere nazionale abbia al più presto principio d'esecuzione.
- L'Assemblea dei ciechi è invitata a confermare provvisoriamente l'attuale Consiglio della Pro Cultura designando due nomi che completino fin d'ora il Consiglio, fino alla prossima elezione prescritta dallo Statuto.
L'Assemblea dei ciechi approvava per acclamazione le proposte della Commissione, confermando gli attuali membri in carica della Pro-Cultura: prof. Giannini e prof. Amadei, chiamando a completare il Consiglio il prof. Soleri, in sostituzione del dott. Assensi dimissionario, e chiamando a completare la Commissione dei cinque dirigenti il nuovo organismo sociale il prof. Landriani e il tenente Nicolodi.
Fra gli applausi dell'Assemblea il prof. Soleri presidente della riunione proclamava costituita la “Unione Italiana dei Ciechi” e la riunione, prima di sciogliersi, acclamò a lungo il prof. Landriani, chiamato il papà dei ciechi, cui il prof. Costa presentò a nome dei colleghi le insegne di Cavaliere della Corona. d'Italia.
Genova, 26 Ottobre 1920.”

Altro elemento importante di quel Congresso genovese si ebbe il 25 ottobre quando fu approvato il primo ordine del giorno sulla costituzione della Federazione degli Istituti pro Ciechi. Ecco quanto si evince dagli atti “Federazione Istituti: Il progetto della Federazione fra gli Istituti trovò già il consenso dei rappresentati degli Istituti intervenuti al Congresso che votano l'ordine del giorno seguente, dopo che il Prof. A. Graziani ebbe letto lo statuto presentato dalla Commissione che era stata, a tale scopo nominata al 6° Congresso di Bologna:
N. 1. – "Il VII Congresso Nazionale dei Ciechi, udita la relazione sullo Statuto proposto per la Federazione di tutte le Istituzioni Pro Ciechi, lo approva. Dà incarico alla Commissione nominata di dare forma allo Statuto, di spedirlo a tutte le Istituzioni Pro Ciechi, sollecitandone l'adesione e riunire entro tre mesi i rappresentanti degli Enti aderenti ad una riunione per la costituzione della Federazione e la nomina del Consiglio federale."
Iniziava, così, il cammino dell'Unione Italiana Ciechi che da 100 anni si batte per la dignità e le pari opportunità di tutti i ciechi e ipovedenti italiani.

La Storia dell’Unione continuerà sui prossimi numeri de “Il Corriere dei Ciechi”



In ricordo del Vice Prefetto Vincenzo De Maio
uno dei protagonisti della "Marcia del dolore"

Il 16 ottobre scorso, all’età di 92 anni, è venuto a mancare Vincenzo De Maio, socio UICI sin dal 1947 quando perse la vista a 20 anni. Salernitano di nascita si laureò a Bologna.
Vincitore di concorso entrò all'Oncc per poi passare in prefettura andato in pensione, nel 1992, col grado di Vice Prefetto. Fu consigliere sezionale della sede napoletana per poi approdare al Consiglio regionale UICI della Campania.
Lui amava spesso ricordare con orgoglio di aver partecipato alla "Marcia del dolore", ai tempi dell'Università. Compagno di studi di futuri colleghi, anche essi Vice Prefetti, quali Ernesto Dini, Francesco Carbone, Corrado Ceni e del giovanissimo dr. Leonardo Di Stefano. Con una immensa gratitudine ricordava il suo direttore, ai tempi del Cavazza, Paolo Bentivoglio, divenuto in seguito presidente UIC.
Le parole della figlia Francesca ne descrivono in maniera sintetica ma efficace la sua grande umanità "Per noi, in famiglia, era un mite che aveva superato le tante montagne che la vita gli aveva posto davanti. Spesso gli dicevo che, pur vivendo nell'ombra, aveva portato tanta luce nelle nostre vite e, forse, anche in quelle di molti suoi compagni d' ombra e dei loro familiari".



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