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Corriere dei Ciechi

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Numero 2 del 2020

Titolo: CENTENARIO DELL’UNIONE- Nicolodi e l'attività legislativa

Autore: Redazionale


Articolo:
Nicolodi, divenuto primo presidente dell'UIC, seppe leggere molto bene la storia del suo tempo e porre legislativamente basi solide per il futuro dei ciechi italiani. La prima conquista si ebbe il 29 luglio del 1923 con il R.D. 1789 che elevava ad ente morale l'UIC. Nello stesso anno si ebbero, anche, il R.D. 2395 dell'11 novembre sull'ordinamento gerarchico delle amministrazioni dello Stato; R.D. 2841 del 30 dicembre che riformava le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza; nel 1924, invece, con il R.D. 179, del 24 gennaio, s'introduce l'istruzione professionale negli istituti per i ciechi. Il 27 giugno con un'ordinanza ministeriale viene istituita l'istruzione elementare per i ciechi; il 3 novembre con il R.D. 2349 arriva il riordino della scuola professionale per ciechi adulti di Firenze e del "P. Colosimo" di Napoli. Il 1925 è l'anno di forte impulso legislativo in favore dell'istruzione. Si parte con l'approvazione del Testo Unico di leggi, n° 452, in merito all'istruzione elementare, post elementare e sulle opere d'insegnamento in favore dei ciechi. Si passa ad un nuovo regolamento per gli alunni delle scuole medie. A questo si aggiunga, sempre nel 1925, la nascita di una scuola di metodo, a Roma, per insegnanti e maestri istruttori per ciechi oltre al passaggio alle dipendenze dirette del Ministero della Pubblica Istruzione degli istituti per ciechi di Cagliari, Firenze e Lecce. Nel 1926 si completa il passaggio alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione degli istituti per ciechi italiani, con il R.D. del 1927 si completa l'opera con le disposizioni per la carriera degli insegnanti degli istituti. Nel 1928 con l'approvazione del Testo Unico delle leggi sull'istruzione l'approvazione di regolamenti applicativi in cui era, anche, compreso quello delle professioni ausiliarie sanitarie riservate ai ciechi. Nel 1930 con il R.D. n°119 anche la Federazione delle Istituzioni pro Ciechi viene eretta in Ente Morale, la società nazionale di patronato "Margherita" si fonde, invece, con l'UIC così come stabilito dalla legge 566 del primo maggio. Nel 1934 c'è a Firenze l'istituzione dell'Ente Morale denominato "Ente lavoro per i ciechi" che trova la sua conferma nella legge 961/35 che rende istituzionale questa nuova creatura. Nel 1936 due furono i decreti legge che il presidente UIC Nicolodi ottenne: il primo riguardava l'istituzione e la trasformazione di scuole e istituti tecnici; il secondo vedeva, invece, la fusione dell'opera pia "Faro d'Italia" nell'ente nazionale di lavoro per ciechi. Nel 1937 si ottenne l'istituzione della concessione ferroviaria III per l'ente nazionale lavoro per ciechi. La legge 1927/39 sancisce l'impiego dei ciechi nei reparti militari per la ricezione aereofonica, inoltre vengono regolati orari, programmi d'insegnamento e esami per la scuola secondaria d'avviamento per ciechi. L'azione dell'UIC non s'arresta neanche nel periodo bellico, infatti con una serie di regi decreti e decreti ministeriali si ottengono le autorizzazioni al funzionamento per alcuni istituti per ciechi, fra tutti ricordiamo il Sant'Alessio, e il riordino dei programmi per le scuole tecniche. Un'opera immensa quella di Nicolodi che riuscì a costruire una moderna, per l'epoca, struttura scolastica per i ciechi dalla licenza elementare alla laurea. A questo si aggiunga l'intuizione di fondare l'ente nazionale per il lavoro dei ciechi che permetteva un collocamento a quanti non erano stati avviati agli studi e l'organizzazione delle prime sei fabbriche palesano in maniera evidente la genialità di Nicolodi. Nel 1942 l'Unione Italiana Ciechi riuscì a capovolgere di fatto una norma che rendeva il cieco e il sordomuto inabile e incapace, ex art. 340 codice civile del 1865, attraverso l'ultimo comma dell'articolo 415 del nuovo codice civile, che legiferava sulle inabilità, che recitava "Possono infine essere inabilitati il sordomuto e il cieco dalla nascita o dalla prima infanzia, se non hanno ricevuto un'educazione sufficiente". Questi traguardi e primati di avanguardia si devono ascrivere alla grande capacità organizzativa e di lettura delle esigenze sociali che l'Unione Italiana Ciechi seppe fare grazie, soprattutto, alla guida illuminata e geniale del suo primo presidente, Aurelio Nicolodi.



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