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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 2 del 2020

Titolo: SOSTEGNO PSICOLOGICO- L'esperienza del sostegno psicologico

Autore: AA.VV.


Articolo:
Beatrice Ferrazzano, Adalgisa Nicastro, Rita Pacillo, Antonio Calamo Specchia

Il Progetto "Stessa strada per crescere insieme" nasce nel 2015 dall'intesa fra il CNOP (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi) e l'UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti). Esso opera per la costituzione, su tutto il territorio nazionale, di un servizio di sostegno psicologico rivolto ai genitori dei bambini e dei ragazzi ciechi, ipovedenti o con altre disabilità visive. Dalla sua attivazione è stato avviato un percorso formativo ad hoc per gli psicologi aderenti all'iniziativa, a cura di UICI e dell'I.Ri.Fo.R., che consentisse loro l'ingresso nel mondo della disabilità visiva e nella sua complessità. Nel corso degli anni è stato possibile costituire una rete di intervento, con l'individuazione di psicologi presenti in tutte le Regioni d'Italia e Coordinatori regionali di riferimento, pronti ad orientare le domande di aiuto ed organizzare azioni di promozione, diffusione e sensibilizzazione, oltre che fornire consulenza a questa particolare utenza.
Il Consiglio di Amministrazione Nazionale dell'I.Ri.Fo.R., con i bandi "Consulenze psicologiche per assessment e sostegno al genitore del minore con disabilità visiva", emanati negli anni 2016 e 2018, ha inteso ed intende sperimentare nuove modalità di realizzazione di attività che potessero affiancarsi alle tradizionali forme di sostegno psicologico e fornire incentivi alle proprie strutture territoriali. Al tempo stesso, tali bandi rappresentano l'estensione diretta dell'azione coordinata fra la UICI e il CNOP, agendo per la promozione di una rete di sostegno per gli utenti dell'Associazione e per le loro famiglie.
Pertanto, l'I.Ri.Fo.R. sede di Foggia per il tramite della dott.ssa Ferrazzano Responsabile del Centro di Consulenza Tiflodidattica di Foggia della Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi, che sul territorio rappresenta il punto di riferimento dei genitori degli alunni/studenti di ogni ordine e grado, ha partecipato ai suddetti bandi impiegando due psicologhe-psicoterapeute, precedentemente formate in materia.
I Progetti di consulenze psicologiche per il sostegno alla genitorialità di bambini e ragazzi con disabilità visiva sono stati realizzati con incontri di gruppo attraverso un ciclo di appuntamenti (4 per il primo progetto e 3 per il secondo) della durata di tre ore ciascuno nelle date concordate; mentre, gli incontri di coppia per le singole famiglie sono stati effettuati, per un totale da 1 a 5 consulenze a famiglia in relazione ai bisogni registrati e alle necessità emerse, per un totale complessivo di 32 ore per il progetto relativo al bando 2016 e 39 per quello del 2018.
Durante entrambi i Progetti, per gli incontri di coppia, è stata data la possibilità di svolgere, su richiesta delle stesse famiglie, le consulenze psicologiche anche presso il proprio domicilio, previa predisposizione del giusto setting terapeutico come predisposto dalle esperte. Tale modalità ha permesso in alcuni casi di ovviare alle difficoltà legate all'accesso ai luoghi proposti per gli incontri e a poter beneficiare degli interventi sopracitati.
Durante gli incontri di coppia per le singole famiglie è emersa la necessità di ricevere sostegno alla genitorialità e di individuare le modalità più appropriate per superare i momenti di criticità della vita rispetto ai seguenti temi:
- il cambiamento che il figlio determina nell'equilibrio della persona, della coppia e/o della famiglia;
- le fasi di sviluppo della relazione con il figlio, con il mutare dell'età;
- il supporto per le problematiche di coppia, anche relativamente alla conciliazione famiglia/lavoro;
- il sostegno alle attività di caregiver;
- la separazione e/o il divorzio.
Durante gli incontri di gruppo, invece, sono stati approfonditi argomenti di interesse delle famiglie rientranti nell'ambito psico-socio-relazionale e soprattutto è stato offerto ai genitori un'occasione per accrescere in modo consapevole la propria competenza genitoriale ed è stata affrontata la difficoltà della relazione educativa attraverso la riflessione, l'ascolto, il confronto e il coinvolgimento personale.
Gli incontri di gruppo sono stati coordinati dalla dott.ssa Ferrazzano in qualità di consulente tiflologo, che ha contribuito a mediare appunto tiflologicamente, i temi proposti dalle psicologhe con i bisogni delle famiglie presenti.
Negli incontri, le tecniche utilizzate sono state il dibattito libero, il circle time, il problem solving, e infine si è cercato di realizzare un clima positivo tra i genitori finalizzato a favorire il reciproco scambio di sostegno e solidarietà nel gruppo per affrontare i momenti di difficoltà della vita e del cambiamento rispetto alla crescita del proprio figlio e dell'intero nucleo familiare. Inoltre, è stata sostenuta la famiglia ed i suoi componenti a ritrovare un giusto equilibrio attraverso tecniche proprie del sostegno psicologico.
Durante gli incontri di gruppo sono state somministrate schede e questionari di valutazione finalizzati a determinare il feedback circa l'utilità del Progetto.
Dall'analisi dei dati raccolti su 29 famiglie, di cui alcune hanno partecipato solo ad un progetto e altre ad entrambi i progetti, si evince che le attività svolte durante il Progetto "Consulenze psicologiche per il sostegno alla genitorialità" svolto presso le sedi UICI e CCT di Foggia, hanno favorito atteggiamenti positivi in tutti i partecipanti, stimolando e attivando capacità e risorse per il raggiungimento di un benessere globale.
I colloqui individuali/di coppia sono stati utili per riconoscere, mentalizzare, esprimere ed elaborare emozioni troppo spesso negate e per lavorare su dinamiche relazionali riguardanti la coppia genitoriale ma anche la coppia coniugale molto spesso messa a tacere da un ruolo genitoriale eccessivamente investito di responsabilità soprattutto nei confronti del figlio portatore della disabilità. Anche i colloqui domiciliari hanno permesso, in alcuni casi, di ovviare alle difficoltà legate all'accesso ai luoghi proposti per gli incontri e favorendo una maggiore disponibilità agli incontri.
Gli appuntamenti di gruppo hanno dato vita ad un gruppo che sin dal primo momento si è mostrato accogliente. Tale condizione ha posto le basi per un lavoro di confronto e di rassicurazione che ha permesso a tutti di affidare all'altro recondite emozioni e poter mettere in discussione rigidi schemi. Il lavoro di gruppo è stato utile per consentire ai membri di esprimere proprie esigenze, probabilmente mai espresse, di comprendere di non essere soli nelle loro difficoltà ritrovando nell'altro una persona che, nonostante abbia situazioni familiari simili, utilizzi strategie diverse dalle proprie per affrontare difficoltà emotive, relazionali e concrete.
Dall'incontro con queste famiglie si evince che, per tutti, l'arrivo di un figlio disabile ha rappresentato un momento di stress, che inevitabilmente si è riversato su tutti i componenti della famiglia; il non aver ricevuto sin dal momento della diagnosi un supporto psicologico non gli ha consentito di poter elaborare i propri vissuti e di potersi riorganizzare, molti si sono sentiti soli e abbandonati dai propri cari, così come dalle istituzioni e il poter avere uno spazio di confronto favorito dal presente Progetto ha consentito loro di non sentirsi più soli, di sentirsi sostenuti e rinforzati guardandosi con occhi diversi.
Se fino a quel momento lo spazio di vita era occupato, quasi del tutto, dall'esigenza di accogliere il figlio ritenuto maggiormente bisognoso, il Progetto ha creato la possibilità per i genitori di concedersi uno spazio per sé, in cui ritrovarsi con i propri bisogni ed i propri desideri, uno spazio con il partner in cui ritrovare un'intimità di coppia, in molti casi lontana da tempo, ed uno spazio di accoglienza e di riconoscimento verso i bisogni e i desideri degli altri figli, spesso resi adulti troppo presto.
Il poter riflettere in gruppo su un tema difficile e doloroso quale il "dopo di noi" li ha resi più propositivi e meno sfiduciati verso il futuro.
Percorsi significativi sono stati svolti anche da genitori separati, che hanno trovato in questo Progetto una mediazione per una genitorialità più sana.
Il feedback finale è stato positivo da parte di tutti i membri aderenti all'iniziativa e molti di loro, inizialmente scettici, si sono ricreduti, diventando a loro volta portatori di un'esperienza favorevole.
La rinnovata partecipazione di vecchi partecipanti del precedente progetto (2016-2017) ha confermato l'utilità di questi incontri, i nuovi partecipanti hanno rimandato il loro entusiasmo a riguardo, testimoniando come il confronto con altri genitori e con specialisti abbia dato loro strumenti emotivi utili per affrontare con una visione diversa la loro quotidianità.
In conclusione, possiamo affermare il riscontro estremamente positivo dell'azione attivata, confortati dai dati raccolti. L'esperienza di condivisione si è rivelata ricca e in grado di accrescere il bagaglio di competenze dei partecipanti. Ancor più importante è stato l'apporto relazionale ed umano che ha reso il Progetto significativo dal punto di vista psicologico: esso infatti ha rappresentato un ponte fra le esperienze di tutti, consentendo di creare un'uscita dalla solitudine, condizione in cui si generano le principali patologie e disfunzioni psicologiche. Restituire la sofferenza e le difficoltà, nell'affrontare un compito tanto complesso quanto quello della genitorialità e della cura della disabilità visiva, ad un contesto di solidarietà e vicinanza umana può essere considerato il risultato migliore. Questi incontri hanno rappresentato un seme che è stato piantato, in un terreno arido ma ricettivo. Alcuni genitori hanno verbalizzato la possibilità di proseguire, altri diffonderanno in maniera positiva e utile la loro esperienza, rendendo pienamente generativo il loro apprendimento, nella speranza di raggiungere sempre più persone e famiglie.



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