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Kaleîdos

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Numero 6 del 2020

Titolo: Donne tra le righe

Autore: a cura di Rossella Lazzari


Articolo:
Insegnami la tempesta di Emanuela Canepa: i danni del non parlarsi
Emma, Matilde, Irene. Tre donne diversissime, tre modi di intendere la vita, tre scelte importanti, tre anime in fuga, tre mondi costretti ad intersecarsi. Al centro, le macerie di rapporti guastati da parole non dette e da richieste non ascoltate. Ricostruire è possibile? Forse, ma prima c'è bisogno di balsamo per ferite profonde e sanguinanti: prima bisogna fermarsi, capirsi, parlarsi, ascoltarsi.
Emma studia lettere e beni culturali quando conosce Irene che, invece, studia medicina. L'una timorosa, introversa, atterrita da genitori troppo intransigenti e poco empatici; l'altra ardente, impetuosa, anticonformista, pronta a scoprire il mondo, razionale, tosta. Due ragazze diversissime che diventano amiche, due opposti che si attraggono, complementari, inseparabili. Poi, dopo una vacanza insieme, due eventi enormi si abbattono sulle rispettive vite: Emma rimane incinta e confida nell'appoggio dell'amica che, invece, inspiegabilmente scompare, si volatilizza senza dare alcuna spiegazione. Diciotto anni dopo, Emma è alle prese - ormai da molto tempo - con una distanza siderale che la separa da Matilde, sua figlia, una ragazza decisa, intransigente, marziale, decisa a prendere il più possibile le distanze da una madre di cui non approva nulla e di cui a stento tollera la presenza. Con Emma Matilde non parla, mentre ride e scherza con le amiche e, soprattutto, si apre sempre di più con Fausto, il patrigno, sempre accondiscendente, sempre presente. Un giorno, però, qualcosa cambia nella vita squadrata e programmata della giovane Matilde, qualcosa che, secondo l'esperienza di Emma, avrebbe dovuto minarne le certezze, le difese, le barriere. Non è così: invece di parlare con la madre, Matilde preferisce fuggire e rivolgersi altrove... proprio lì dove ad Emma fa più male. Ma Emma si intende di fughe, sa che questa è la sua ultima occasione e se vuole recuperare il rapporto con sua figlia non può stare a guardare: deve affrontare i dolori del passato.
Davanti a questa storia di vite stravolte, raccontata da Emanuela Canepa con la prosa lucida, chirurgica, disarmante che abbiamo conosciuto in L'animale femmina, è impossibile non fermarsi a riflettere. E vengono spontanee molte domande. La prima è questa: può, l'amore, fare male? Emma, per amore della figlia ha smesso di sognare un futuro, ma le sue rinunce pesano su Matilde che le giudica una scusa per nascondere le debolezze; e Irene? A cosa ha rinunciato Irene? Quale amore ha seguito lei, così forte da farle abbandonare la famiglia, gli studi, l'amica nel momento del bisogno? E poi viene da chiedersi... quanto può essere difficile scegliere senza più pensare a ciò che ci lasciamo dietro? Quant'è difficile per una madre sopportare la distanza, la disapprovazione, il muro eretto da sua figlia? Quanto costa vivere con una persona che, pur essendo nostra madre, crediamo non ci capisca, crediamo non si sforzi di spostare il proprio punto di vista per avvicinarlo al nostro? Quanto può essere arduo far capire agli altri le nostre scelte, quelle scelte sofferte che a noi parevano le uniche possibili? Cosa comporta la fuga? Da cosa e fino a dove si può fuggire? E ancora, pensando a Fausto, a quel giovane entusiasta ed altruista che si è fatto carico di un fardello emotivo non suo, come non chiedersi quanto bisogna sopportare, pagare, subire per gli altri? Quando si può, ragionevolmente, dire basta e pretendere la meritata attenzione?
Domande difficili, ma che possono aiutarci a riflettere, domande che escono dalla singola storia, dalle pagine di un libro, dalle vite dei protagonisti per conficcarsi come spine nella nostra, di vita, nella nostra storia personale. Ed è normale, a questo punto, chiedersi: è possibile abbattere i muri del rancore, delle recriminazioni? È possibile superare il dolore, cicatrizzare le ferite e provare a raccogliere i cocci? Si può tornare indietro? Si può guadare l'abisso del non detto, nuotando attraverso la tempesta delle emozioni, per raggiungere l'altro sulla sponda della vita che ci resta da condividere? La risposta è solo una... bisogna provarci... sempre.
Insegnami la tempesta (Einaudi, febbraio 2020), secondo romanzo di Emanuela Canepa, è una storia di donne succubi e forti, di vite cambiate, di scelte difficili, di abbandoni dolorosi, di distanze e di tentativi di colmarle. È una storia di un'incomunicabilità tossica che si fa presenza ingombrante, materia che logora e distrugge giorno dopo giorno ciò che ha intorno. L'unica cura è non isolarsi, non soccombere, provare a combattere.
a cura Rossella Lazzari



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