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Voce Nostra

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Numero 8 del 2020

Titolo: Medicina- Perché è così difficile non toccarsi il viso con le mani

Autore: Redazionale


Articolo:
(da «Corriere.it» del 13 aprile 2020)
Bocca, occhi, naso possono essere le vie di ingresso del virus eppure continuiamo a toccarle anche molte volte in un'ora. Uno studio australiano ha indagato questo curioso comportamento automatico. Le «ragioni» di chi si mangia le unghie
Per quanto possiamo essere stati informati sulla necessità di non toccare il viso per non rischiare di contaminare con le mani possibili porte di ingresso del coronavirus, come occhi, naso e bocca, è davvero difficile non farlo. È uno di quei comportamenti automatici per i quali il cambiamento è davvero arduo.
Lo studio
La conferma viene da un curioso studio sperimentale pubblicato sull'American Journal of Infection Control e realizzato da alcuni ricercatori della School of Public Health and Community Medicine di Sydney, in Australia: Yen Lee Angela Kwok, Jan Gralton e Mary-Louise McLaws. Dalla ricerca è emerso che anche persone adeguatamente informate sulla necessità di tenere le mani lontane dal viso, in realtà lo toccano continuamente, fino a 23 volte ogni ora. Lo studio è stato realizzato su 26 studenti che nel corso dell'anno precedente avevano seguito un corso di quattro ore su come ridurre il rischio di contrarre malattie infettive. A questo gruppo è stato chiesto di partecipare a due lezioni frontali durante le quali sarebbero stati videoripresi, per una ricerca di tipo comportamentale, ovviamente senza informarli delle finalità per non interferire con il loro comportamento normale. La videoregistrazione è poi stata analizzata dai ricercatori che, utilizzando una scheda strutturata, hanno individuato quante volte ciascun partecipante avesse toccato varie parti del viso, suddivise per aree mucose (occhi, naso, bocca) e aree cutanee (orecchie, guance, mento, fronte, capelli). I risultati non lasciano spazio a dubbi: le mani «navigano» in continuazione sul viso. In particolare, il 44 per cento delle volte erano state toccate zone con mucose e nel 56 per cento zone cutanee. Tra le aree mucose, la bocca risultava coinvolta nel 36 per cento dei casi, il naso 31 per cento, gli occhi 26 per cento, mentre nel 6 per cento dei casi le mani sono passate su una combinazione di queste zone.
Unica difesa l'igiene
Dato che controllare un comportamento così automatico è difficile, ancora più stringente diventa la necessità di poter contare su mani lavate accuratamente. Una raccomandazione che vale maggiormente per gli operatori sanitari, che sono più esposti ai contaminanti e possono fare da vettori tra di loro e nei confronti dei pazienti. «Un'autoinoculazione è un evento che può accadere a un operatore sanitario che non attui un'igiene delle mani dopo un contatto con un paziente o con un ambiente contaminato, e che poi tocca aree suscettibili del proprio corpo» dicono gli autori della ricerca. «Agenti patogeni rilevati sugli stetoscopi sono stati individuati anche sulle mani dei medici. E visto l'abituale comportamento di toccarsi il viso emerso da questo studio, è possibile che il trasferimento dei patogeni allo stetoscopio e ad altri strumenti medici contaminati avvenga per un passaggio derivante dal toccarsi il naso con le mani e da esse allo stetoscopio».
Chi soffre di onicofagia
L'abitudine di portare le mani alla bocca è diffusa in particolare per chi soffre di onicofagia, la tendenza a mangiarsi le unghie. Per la maggior parte delle persone è considerata solo una cattiva abitudine, eppure è inserita tra i disturbi emozionali e comportamentali della classificazione internazionale delle malattie Icd-10. Inizia di solito durante l'infanzia o l'età giovanile, per proseguire poi verso l'età adulta, anche se dopo i 18 anni c'è una tendenza alla decrescita. Uno studio realizzato su 7 mila maschi adulti indica che l'onicofagia interessa circa il 20 per cento di questa popolazione, mentre tra le donne appare meno diffusa. Sebbene esista un mangiarsi le unghie intenzionale, per pareggiarle, più spesso è un comportamento a cui si ricorre senza pensarci, specialmente quando si è impegnati in altre attività, come guardare la televisione o leggere. Diventa quindi difficile modificarlo, perché chi lo mette in atto non registra mentalmente il gesto. Per interrompere l'automatismo che lo sostiene ci vuole molto impegno. Ne può derivare una condizione di tensione, un aumento dell'ansia, ma forse in questo momento è un prezzo che vale la pena pagare per tenere davvero le mani lontane dalla bocca.
Danilo di Diodoro



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