Numero 17 del 2020
Titolo: Coronavirus e occhi
Autore: Andrea Cusumano
Articolo:
L'emergenza Covid-19 ci ha improvvisamente catapultati in una realtà desolatamente insolita per le nostre abitudini di vita. Se, da un lato, l'isolamento sociale e il restare a casa sono un dovere di tutti noi affinché la trasmissione del virus Sars-CoV-2, l'agente patogeno che causa la Covid-19, venga fermata, dall'altro lato esiste una necessità concreta di uscire per recarsi da un medico specialista quando sono presenti, o si presentano all'improvviso, importanti problemi di salute che richiedono una gestione immediata.
In campo oculistico esistono ad esempio diverse patologie oculari che comportano il rischio di improvvise recidive e fasi acute, come ad esempio la maculopatia essudativa, la retinopatia diabetica complicata da edema maculare, il foro maculare, la corioretinopatia sierosa centrale etc. I pazienti affetti da tali patologie devono continuare ad essere sottoposti a regolare monitoraggio e non possono in alcun modo essere trascurati, pena il rischio di perdita irreversibile della visione. Anche i traumi oculari, il glaucoma acuto, il distacco di retina, l'emovitreo persistente con componente trazionale, etc., rappresentano emergenze oculistiche che vanno gestite prontamente al fine di evitare gravi danni o la perdita permanente della visione.
Le emergenze oculistiche, così come tutte le emergenze di salute in generale, vanno gestite prontamente e bisogna saperle conciliare con l'emergenza Covid-19. Ma come trovare assistenza e cura rimanendo al sicuro dal rischio di contagio? Un aiuto ci arriva dalla telemedicina, ossia quell'insieme di strumenti e ausili tecnologici che ci permettono di effettuare esami diagnostici a distanza per un risultato preliminare che possa servire da pre-triage, ossia un primo filtro in grado di classificare l'entità del problema di salute e smistare velocemente ed efficientemente i pazienti verso un tipo di terapia o verso ulteriori indagini diagnostiche. In questo modo, inviando a visita medica solo coloro che ne hanno una reale necessità, si ottiene che entrambe le categorie di pazienti, urgenti e non urgenti, possono preservare la sicurezza sia per quanto concerne il loro problema medico, sia per quando riguarda il rischio del contagio da coronavirus.
Quando il «paziente urgente» si reca verso la struttura ospedaliera o lo studio medico, è importante che egli si esponga il meno possibile al pericolo del contagio. L'ideale sarebbe viaggiare in automobile; qualora ciò non fosse possibile, è importante che il paziente rispetti i criteri di sicurezza: mantenere una distanza di almeno un metro dalle altre persone - ma anche di più, se le altre persone intorno non indossano la mascherina - ed evitare di toccare oggetti e superfici, che potrebbero essere contaminate e rappresentare un veicolo d'infezione. È bene ricordare che gli occhi sono una possibile via d'entrata per i virus - attraverso la mucosa congiuntivale e il film lacrimale che, defluendo attraverso i canalini nasali, scorre verso naso e gola portando gli eventuali agenti patogeni proprio nei punti cruciali dove essi possono attaccare l'organismo; pertanto è estremamente importante che il paziente in viaggio indossi, oltre alla mascherina, anche un paio di occhiali e non si tocchi per alcun motivo bocca, naso e occhi, fino a quando non sarà certo di avere le mani pulite, ossia dopo essere tornato a casa ed essersi lavato le mani con abbondante sapone per almeno 20-30 secondi.
Speriamo tutti che l'emergenza coronavirus abbia quanto prima un termine, nel frattempo, però, sfruttare le tecnologie e le conoscenze a nostra disposizione ci aiuterà ad affrontare nel modo migliore e sicuro possibile questo momento che risulta ancor più di disagio e difficoltà per le persone che hanno problemi di salute.
