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Corriere dei Ciechi

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Numero 5 del 2020

Titolo: ATTUALITÀ- 70 anni di Cisl, con la persona al centro

Autore: Annamaria Furlan Segretaria Generale Cisl


Articolo:
“Bisogna saper parlare con sincerità ai lavoratori, nulla nascondere e nulla ampliare. Onestà, rettitudine, laboriosità, disinteresse sono tutte virtù di cui noi dovremmo essere in possesso".

Giulio Pastore, esattamente settant'anni fa, al Teatro Adriano di Roma, celebrava con queste parole la nascita della Cisl. In un Paese uscito a pezzi dal conflitto mondiale, i nostri "Padri Fondatori" ebbero il coraggio e la lungimiranza profetica di indicare la strada della rinascita civile e delle necessarie riforme economiche e sociali, ponendo al primo posto i diritti della persona, la dignità e la sicurezza del lavoro, la costruzione dell'Europa, l'unità tra Nord e Sud, l'inclusione sociale, la lotta alla povertà.
Sono i grandi valori morali e culturali del cattolicesimo sociale che rappresentano una parte importante delle nostre radici ideali e culturali. Oggi come allora dobbiamo ripartire dagli stessi valori, per tornare a guardare al futuro con coraggio e fiducia.
Nulla sarà come prima dopo questa grave emergenza sanitaria che stiamo tutti vivendo. Bisognerà siglare accordi innovativi con le aziende per cambiare radicalmente il modo di produrre, riorganizzare il lavoro e gli orari, diffondere lo smart working, utilizzare le nuove tecnologie in tutti i settori per salvaguardare la salute delle persone, senza danneggiare la qualità e la produttività. Dobbiamo ripensare il ruolo dei servizi pubblici, dei trasporti, modificare il nostro stile di vita. Questa fase può e deve diventare anche una opportunità per estendere la democrazia economica in tutti i luoghi di lavoro, perché avremo bisogno di più partecipazione alle decisioni, più coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte produttive delle aziende. Ma abbiamo bisogno, soprattutto, di più investimenti pubblici per garantire l'occupazione, più mezzi e uomini per rafforzare il sistema sanitario, sbloccare tutti i cantieri, far partire una grande modernizzazione del Paese nel settore delle infrastrutture materiali ed immateriali, nella formazione, nella ricerca, nell'innovazione, nel digitale, nella tutela del territorio, dell'ambiente e dei beni culturali.
Bisogna uscirne tutti insieme con una risposta collettiva per cambiare in meglio la nostra società.
Oggi è il momento della coesione nazionale, della responsabilità e della solidarietà, come ha giustamente più volte sollecitato il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
In questi momenti così duri, in cui la paura del contagio si somma alle difficoltà economiche di famiglie e imprese, in cui le nostre care libertà vengono compresse per proteggere la salubrità di ciascuno, sono proprio le persone più fragili quelle maggiormente a rischio. Lavoratrici e lavoratori disabili e con gravi patologie (oncologiche, cronico‐degenerative, immunodepressi, sottoposti a terapie salvavita) sono, nella fase emergenziale, maggiormente esposti agli esiti del contagio da Covid‐19 ed hanno di conseguenza la necessità di essere maggiormente tutelati nella possibilità di rimanere protetti nella propria casa.
L'estensione dei permessi ex legge 104 a motivo di handicap, la possibilità di astenersi dal lavoro con retribuzione piena in caso di condizione di maggior rischio a seguito del contagio o di temporanea inidoneità alla mansione sono misure necessarie che in parte hanno già visto la luce nel "Cura Italia" e in parte ci aspettiamo di vedere al più presto definite per legge.
Ma il nostro primo obiettivo deve essere quello di consentire ai lavoratori disabili e malati di mantenere il proprio impegno professionale, per poter restare pienamente operativi e contribuire agli obiettivi dell'ente o impresa per cui lavorano, anche in vista di una futura ripresa delle attività. Perché non debbano restare al di fuori delle dinamiche produttive durante questi lunghi mesi di emergenza, rischiando, al termine, di dover fare un nuovo difficile inserimento. Perché non debbano, mai, scegliere tra la cura di sé (o di un proprio caro) e il lavoro.
E per consentire il mantenimento del lavoro, dovremmo tutti essere chiamati a cooperare per la definizione e introduzione di quelli che la Convenzione ONU chiama "accomodamenti ragionevoli": dallo smart working a modifiche di tempi e spazi, dalla previsione di tutoraggi e accompagnamenti sino all'utilizzo di tecnologie assistive. E siamo convinti che le aziende che sanno cogliere la grande sfida della piena inclusione di lavoratrici e lavoratori al proprio interno, debbano poter accedere a forme specifiche di incentivi. Specialmente se riescono a farlo attraverso forme di partecipazione dei lavoratori, ed ancor di più in questi periodi di emergenza.
Ed infine nei casi in cui tutto ciò non sarà concretamente possibile, andrà garantita la possibilità di accedere a congedi retribuiti e di congrua durata.
Anche nel Protocollo interconfederale definito tra Cgil, Cisl, Uil e le Associazioni Datoriali rivolto alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per la prevenzione del contagio da Covid‐19, abbiamo voluto riservare una particolare attenzione alle persone "con particolare fragilità e patologie attuali o pregresse", chiedendo ai medici competenti, in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori per la salute e sicurezza, di definire ogni azione utile alla loro tutela.
Complessivamente, il Protocollo ha inteso aumentare il livello di sicurezza delle persone e rispondere, nel segno dell'innovazione, della responsabilità, della partecipazione, all'esigenza di costruire un percorso condiviso di graduale riaccensione del motore produttivo.
Partecipazione, solidarietà, inclusione sociale, tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Era questa la prospettiva ideale che già settant'anni fa i nostri Padri Fondatori avevano indicato con chiarezza nello Statuto della Cisl. Quelle idee lungimiranti restano per noi un punto di riferimento ideale e culturale, un patrimonio di principi, valori e moralità di cui il nostro Paese ha ancora enormemente bisogno, crediamo, per poter affrontare le nuove sfide.



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