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Il Progresso

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Numero 11 del 2020

Titolo: Scienza- La percezione del tempo durante il lockdown

Autore: Jackie Rocheleau


Articolo:
(da «Scientific American» su «Lescienze.it» del 29 maggio 2020)
Restare chiusi in casa durante la pandemia ha reso le giornate tutte uguali e molte persone hanno riferito di un rallentamento dello scorrere del tempo, un fenomeno già associato alla depressione o al disturbo da stress post-traumatico. Per altre invece l'effetto è stato quello di un'accelerazione. Ora alcuni ricercatori stanno raccogliendo dati per capire quali possano essere le conseguenze psicologiche del lockdown
In aprile Jenny Rappaport si è seduta per controllare il suo calendario perché non sapeva quanti giorni fossero passati da quando era entrato in vigore l'ordine di restare a casa nel New Jersey. Prima di Covid-19, la sua vita aveva una struttura e un ritmo, e conosceva il giorno della settimana senza pensarci due volte. La pandemia ha cambiato tutto. «Non c'è niente di diverso tra giovedì e domenica o lunedì», dice. «La monotonia intorpidisce. Credo che abbia completamente stravolto la mia percezione del tempo. Non mi era mai successo prima, tranne quando ero profondamente depressa». Diversi gruppi di ricerca hanno approfittato di questo esperimento naturale non pianificato per valutare l'impatto psicologico delle distorsioni temporali e gli effetti sulla salute mentale di queste distorsioni. Gli psicologi sanno che il senso del tempo è legato al benessere. Il suo passaggio più lento percepito può rappresentare segni di depressione o di disturbo da stress post-traumatico. Le sensazioni di Rappaport sono coerenti con i risultati di alcuni studi preliminari. Nel complesso, le persone sembrano percepire il tempo più lentamente, secondo i dati che si stanno cominciando a compilare. In un articolo di preprint non ancora sottoposto a revisione, Sylvie Droit-Volet, ricercatrice esperta di percezione del tempo all'Università di Clermont Auvergne, in Francia, e i suoi colleghi mostrano che le persone lì riferiscono che l'orologio si muove più lentamente durante il lockdown. I ricercatori documentano anche sentimenti di tristezza e noia e li collegano alla sensazione generale di decelerazione.
«I loro risultati sostengono in modo diretto la connessione emotiva con la percezione del tempo», dice Philip Gable, dell'Università dell'Alabama. Anche lui sta usando i dati di un sondaggio per esaminare in che modo le persone in tutti gli Stati Uniti percepiscono il tempo durante la pandemia. «È un evento sociale che avrà una profonda influenza psicologica su di noi», dice Gable, aggiungendo che lo sfasamento temporale è parte integrante delle nostre percezioni su quello che sta accadendo intorno a noi. Il ricercatore ha in programma di raccogliere dati per i prossimi nove mesi, ma ha già trovato prove del fatto che il tempo quotidiano si stia sfasando. Quasi il 50 per cento delle persone ha sperimentato un trascinamento temporale durante marzo, mentre circa il 24 per cento ha percepito un'accelerazione del tempo. Per alcuni individui in quarantena il tempo si dilata, ma si può anche comprimere. Jennifer Peirson, una consulente scolastica del New Jersey che ora lavora da casa, percepisce di essere intrappolata in una distorsione temporale. «Le giornate sembrano molto più lunghe», dice. «Ma quando si arriva a una vacanza, non sembra che sia passato così tanto tempo». Queste percezioni possono essere attribuite a un tiro alla fune tra due concetti: il tempo retrospettivo e quello prospettico. Dan Zakay, professore della Scuola di psicologia Baruch Ivcher al Centro Interdisciplinare di Herzliya, in Israele, spiega che la percezione del tempo retrospettivo evoca il ricordo degli eventi passati e la loro durata. Il tempo prospettico consiste nel giudicare la durata di un evento nel momento presente.
Una persona può sperimentare entrambe le modalità in diverse occasioni. Se si passa la giornata a controllare l'orologio, le ore potrebbero sembrare trascinarsi in una noiosa successione. Questo effetto si verifica perché nella modalità tempo prospettico, «quanta più attenzione dedico a pensare allo scorrere del tempo, tanto più mi sembrerà lungo», dice Zakay. Con il tempo retrospettivo, quanti più eventi si ricordano essere accaduti in un certo periodo, tanto più lungo sembra quell'intervallo. Durante una chiusura come quella attuale, l'assenza di eventi memorabili che differenziano un giorno da quello successivo potrebbe far sembrare che il tempo voli. Le distorsioni del tempo, soprattutto quelle più profonde, interessano i ricercatori perché sono associate a problemi di salute mentale anche a distanza di anni da un evento. «Sappiamo da altri studi che le situazioni di disagio emotivo sono peculiari quando si tratta di percezione del tempo», dice Sven Thönes, ricercatore dell'Università Johannes Gutenberg di Magonza, in Germania.
La prospettiva di un aumento dei disturbi mentali ha spinto E. Alison Holman, psicologa della salute dell'Università della California a Irvine, a studiare gli effetti psicologici di Covid-19. In passato, Holman e colleghi hanno scoperto che le persone che hanno subito un trauma riferiscono che il tempo sembra fermarsi o passare al rallentatore. Alcuni individui si concentrano anche su un'esperienza traumatica passata, una caratteristica del disturbo da stress post-traumatico. Holman teme che la pandemia possa causare effetti psicologici simili nelle persone più minacciate dal virus. «Sono preoccupata che ci possa essere un significativo problema di salute mentale da qui a breve, e che questa pandemia sarà un trauma decisivo», dice.



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