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Il Progresso

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Numero 11 del 2020

Titolo: Medicina- Polvere di staminali per rimediare ai danni polmonari da coronavirus?

Autore: Viola Rita


Articolo:
(da «Wired.it» del 31 maggio 2020)
Nella ricerca di un trattamento contro le polmoniti dovute a Covid-19, oggi si fa strada un'altra ipotesi: quella di utilizzare il cosiddetto secretoma, un mix di proteine solubili ottenuto dalla manipolazione di cellule staminali mesenchimali - cellule che si trovano in vari tessuti umani. In questo campo, recentemente un team di ricerca dell'università di Pavia ha sviluppato una tecnica per ottenere un secretoma in polvere, liofilizzato, e non liquido, come quello studiato finora, e negli ultimissimi anni il team italiano ha testato con successo queste sostanze in polvere su animali, dunque ancora in una fase preclinica, con altre malattie polmonari. Oggi i ricercatori di Pavia hanno appena pubblicato un articolo in cui spiegano perché questo trattamento potrebbe essere efficace anche nei pazienti con forme di Covid-19 molto grave, e anche per le persone che, dopo una forma grave sono guarite ma hanno un danno ai tessuti del polmone e potranno avere problemi polmonari cronici a lungo termine. Si tratta ovviamente di un primo passo ma i risultati potrebbero aprire una strada di studio interessante per individuare nuovi strumenti contro il coronavirus. La riflessione dei ricercatori è pubblicata sulla rivista Cells.
Cosa potrebbe fare il secretoma
Il secretoma è un insieme vario di sostanze prodotte dalle cellule staminali mesenchimali. Dentro ci sono proteine solubili di dimensioni micro e nanoscopiche, insieme a vescicole extracellulari, che negli ultimi anni sono spesso studiate come micro-navette trasportatrici di altre sostanze, dunque come agenti terapeutici. Questi componenti, interagendo con le cellule infette dal virus, da colpire, potrebbero regolare la risposta immunitaria e infiammatoria. «Il nostro gruppo ha osservato che il secretoma negli animali con altre malattie polmonari presenta anche effetti antifibrotici, dunque riducendo l'ispessimento polmonare», ha spiegato a Wired Maria Luisa Torre, ideatrice del progetto e responsabile del Cell Delivery System Lab dell'Università di Pavia. «Per questo, potrebbe essere utile non soltanto nei pazienti con Covid-19 molto grave, ma anche per i guariti con esito fibrotico-cicatriziale». Secondo quanto appena emerso circa il 30% delle persone che hanno avuto l'infezione Covid-19 e guariscono potrebbe sviluppare problemi polmonari cronici da esito di Covid-19 (il dato arriva dal convegno digitale della Società italiana di pneumologia con StemNet, la Federazione delle associazioni di ricerca sulle cellule staminali e il gruppo italiano staminali mesenchimali Gism).
I primi indizi e le ipotesi
«Complessivamente diversi studi preclinici (su animali ndr)», scrivono gli autori, fra cui Angelo Corsico, che ha coordinato lo studio, «hanno fornito prove congruenti e convincenti dell'efficacia terapeutica delle cellule staminali mesenchimali in diverse malattie polmonari». Fra le patologie studiate in questi trial, ci sono la broncopneumopatia cronico ostruttiva e la fibrosi polmonare idiopatica. «Sulla base delle prove a disposizione», proseguono gli autori, «abbiamo ipotizzato che il secretoma da cellule staminali mesenchimali, formulato come polvere liofilizzata e somministrato con iniezioni intravenose (oppure tramite inalazione del paziente), possa rappresentare un approccio adatto per il trattamento di pazienti con polmonite da Covid-19, in particolare quelli in condizioni molto gravi».
Perché il secretoma potrebbe essere importante
Ovviamente i risultati citati dagli autori sono preliminari e peraltro non su Covid-19 per cui è necessario utilizzare il condizionale e procedere con cautela, non dimenticando che la sperimentazione segue percorsi lunghi. «Tuttavia», aggiunge Torre «ci sono già due trial clinici, in Cina, rintracciabili su Clinicaltrials.gov, in cui si sta studiando l'uso del secretoma inalato per il trattamento della polmonite da Covid-19. Questi trial stanno attualmente valutando la sua tollerabilità nei pazienti (la fase 1 della sperimentazione clinica)». La speranza, prosegue l'esperta, è quella che nel caso di risultati positivi si possa procedere nella ricerca. «Anche perché», sottolinea Torre, «una volta che avremo il vaccino e che questo sarà stato somministrato su ampia scala, dunque la pandemia potrà volgere al termine, comunque i danni da Covid-19 si vedranno per molto tempo in alcuni dei guariti con problemi cronici ai polmoni».
Meglio il secretoma in polvere
Inoltre l'utilizzo del secretoma liofilizzato potrebbe avere dei vantaggi rispetto a quello liquido già in uso. «Questo intanto perché è più standardizzato e sappiamo dire esattamente quante e quali sostanze ci sono e in quale concentrazione», conclude Torre. «Questo elemento potrebbe essere utile anche per ridurre i costi, soprattutto per i paesi in via di sviluppo che non hanno la possibilità ad accedere ad altre terapie più costose».



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