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Kaleîdos

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Numero 11 del 2020

Titolo: 74 anni fa le donne votavano per la prima volta, 21 Madri Costituenti scrissero la Carta

Autore: Redazionale


Articolo:
(da «il Messaggero.it» del 2 giugno 2020)
Il 2 giugno di 74 anni fa le donne furono chiamate a votare per la prima volta. In pratica furono considerate cittadine al pari degli uomini solo alla fine della Seconda guerra mondiale. La loro prima occasione di voto non fu però il referendum del 2 giugno 1946, bensì le amministrative di qualche mese prima con una affluenza femminile che oltrepassò l'89%. Furono circa 2 mila le candidate che vennero elette nei consigli comunali. La medesima partecipazione massiccia ci fu anche per il referendum monarchia-repubblica.
Le donne elette a redigere la Costituzione furono 21 su 226 candidate, pari al 3,7%.
È alla socialista Merlin che si deve la menzione specifica della parità di genere contenuta nell'articolo 3 della nostra Carta. Si trattava di una totale novità per l'Italia, in un clima anche di scetticismo, tanto che un noto quotidiano nazionale, in vista del voto, consigliò alle elettrici di non presentarsi alle urne con il rossetto per non lasciare impronte sulle schede.
Bianca Bianchi, eletta alla Costituente per il Partito Socialista, descriveva le impressioni di quei momenti con grande enfasi ed emozione, sottolineando che «le conversazioni che nascono tra uomo e donna ora hanno un tono diverso, alla pari». Sul sito della Corte Costituzionale, in una sezione, appaiono le fotografie di queste donne coraggiose, molte delle quali uscite dalla Resistenza.
La prima esperienza a Montecitorio fu per tutte una conquista, simbolica e reale, con un impatto altamente emotivo. Sempre Bianca Bianchi descriveva la sua personale attenzione a non destare clamore, quasi a scivolare via. «Mi dà l'impressione di trovarmi in un labirinto e mi sento di nuovo una ragazza di campagna. Sono molto tesa quando entro per la prima volta nell'Aula della Camera. Sento gli sguardi degli uomini su di me. Sono molto tesa».
Seppero però farsi ascoltare e nonostante la contrapposizione tra blocco comunista e democristiano si trovarono dalla stessa parte a difendere la condizione della donna, pesantemente segnata dal ventennio fascista dove il suo ruolo era stato penalizzato e sostanzialmente relegato a madre, per dare figli alla Patria.
Ma chi sono le 21 donne elette all'Assemblea Costituente? Con quale partito sono state elette? Che lavoro facevano prima di partecipare alla redazione della Costituzione?
Adele Bei, casalinga, eletta nelle liste del Pci, di Cantiano, si è battuta per la parità tra uomo e donna.
Bianca Bianchi, fiorentina, insegnante, socialista, ha fatto diversi interventi sulla scuola, le pensioni, l'occupazione e per il riconoscimento giuridico dei figli naturali.
Laura Bianchini, bresciana, insegnante e giornalista, eletta nelle liste della Dc, ha fatto interventi in merito all'educazione e in favore della scuola pubblica.
Elisabetta Conci, trentina, insegnante, democristiana, in Assemblea ha coordinato gli statuti speciali delle regioni.
Maria De Unterrichter Jervolino, trentina, insegnante, democristiana. Ha affiancato De Gasperi nella Commissione per i Trattati Internazionali e per l'elaborazione di un accordo con l'Austria sull'Alto Adige. Ha fatto parte della Sottocommissione d'inchiesta per la riforma della scuola.
Filomena Delli Castelli, di Città Sant'Angelo, insegnante, democristiana. A lei si devono discorsi su temi legati alla famiglia.
Maria Federici Agamben, dell'Aquila, insegnante, democristiana.
Nadia Gallico Spano, nata a Tunisi, giornalista, eletta nelle liste del Pci. La sua iniziativa più conosciuta è l'organizzazione, in collaborazione con la Croce Rossa e il Comune di Roma, dei cosiddetti «treni della felicità», convogli che trasportarono 70.000 bambini meridionali rimasti orfani nelle famiglie del Nord Italia.
Angela Gotelli, parmigiana, insegnante e democristiana. Ha fatto parte della Commissione dei 75 per la redazione del testo costituzionale e intervenendo sul potere giudiziario e sul diritto delle donne di accedere agli alti gradi della magistratura.
Angela Guidi Cingolani, romana, impiegata statale, democristiana. In Assemblea è intervenuta nella discussione della legge, poi ratificata nel 1950, sulla «Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri», un deterrente contro licenziamenti e penalizzazioni nei confronti delle donne in maternità.
Nilde Iotti, reggiana, insegnante ed eletta nel Pci. Ha difeso la famiglia e l'emancipazione della donna e si è battuta per la parità tra i coniugi, il riconoscimento dei diritti dei figli nati fuori dal matrimonio e delle famiglie di fatto.
Teresa Mattei, genovese, insegnante, eletta nelle liste del Pci ha fatto la segretaria all'Ufficio di Presidenza.
Angelina Merlin, padovana, insegnante e socialista. È membro della Commissione dei 75 e della III Sottocommissione, sostenendo il dovere dello Stato di garantire a tutti i cittadini il minimo necessario all'esistenza, per assicurare ad ogni individuo il diritto di crearsi una famiglia. Si esprime anche a favore del diritto di proprietà garantito dallo Stato e accessibile a tutti i cittadini.
Angiola Minella Molinari, torinese, insegnante e socialista.
Rita Montagnana, torinese, giornalista, comunista.
Maria Nicostra Verzotto, torinese, dirigente Acli, eletta per la Dc. Fa parte della commissione parlamentare d'inchiesta sulla miseria in Italia e di vigilanza sulle condizioni dei detenuti. Si batte per la tutela fisica, per le condizioni economiche delle lavoratrici madri e per il controllo della stampa destinata all'infanzia e all'adolescenza.
Teresa Noce, torinese, sindacalista e giornalista, eletta nel Pci. È stata membro della Commissione dei 75, dando un importante contributo all'art. 3 della Costituzione, con l'inserimento della frase «Tutti i cittadini (...) sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso», base giuridica per il raggiungimento della piena parità di diritti tra uomo e donna.
Ottavia Penna Buscemi, siciliana di Caltagirone, sindacalista, del Partito dell'Uomo Qualunque. Il suo partito la candida a Presidente della Repubblica, carica poi ottenuta da Enrico de Nicola.
Elettra Pollastrini, di Rieti, funzionaria del Pci.
Maria Maddalena Rossi, padovana, chimica, del Pci. È stata membro della Commissione per i trattati internazionali. In questo ambito interverrà in merito all'approvazione del Trattato di pace fra l'Italia e le potenze alleate firmato a Parigi il 10 febbraio 1947. Si è battuta per il riconoscimento della parità femminile sia nella famiglia che nel mondo del lavoro e sostiene il diritto delle donne di accedere e di partecipare all'amministrazione della giustizia in campo sia civile che penale.
Vittoria Titomanlio, di Barletta, insegnante democristiana. È intervenuta in difesa dell'autonomia regionale come espressione di libertà e democrazia e a sostegno della pubblicazione da parte dei giornali delle rettifiche di notizie su persone di cui sia stata lesa la dignità.



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