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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 23 del 2020

Titolo: Il libro scolastico digitale: lo stato dell'arte

Autore: Pietro Piscitelli


Articolo:
L'uso del personal computer tra i giovani minorati della vista - anche grazie alle nuove e più prestazionali periferiche speciali - è cresciuto in maniera esponenziale. La Biblioteca «Regina Margherita» si è trovata a fronteggiare una richiesta sempre crescente di testi di studio in versione digitale per affiancare o sostituire il testo cartaceo. Per rispondere a questa richiesta la Biblioteca «Regina Margherita» ha istituito il «servizio nazionale del libro informatico» che provvede, secondo la richiesta dello studente, alla distribuzione di testi in formato pdf, doc per non vedenti e doc per ipovedenti. Il formato pdf è esattamente quello fornito dall'Editore. Il formato doc per non vedenti è un file convertito dal pdf dell'Editore in doc e adattato alla lettura con il sintetizzatore vocale o con il display braille. Il formato doc per ipovedenti è un file convertito dal pdf dell'Editore in doc e adattato alla lettura con il personal computer e con il software ingrandente; senza immagini ma conservando, il colore e, quando possibile, la struttura delle tabelle e dei grafici. Il primo aspetto che si intende evidenziare è quello della risposta degli Editori alla richiesta di file provenienti dalla Biblioteca per l'anno scolastico 2019-20. L'attenzione è subito attratta da tre dati generali.
a) la lusinghiera risposta dei grandi gruppi Editoriali che ormai soddisfano oltre il 96% delle richieste. Su 1141 testi richiesti sono stati ricevuti 1099 file poiché 42 testi non prevedevano la versione digitale; b) i tempi di risposta non sempre pienamente soddisfacenti, infatti, se in alcuni casi in appena 24 ore si ottengono i testi richiesti, la media di attesa può arrivare ad attestarsi sino a 223 giorni. Questi dati chiaramente sono riferiti ai soli grandi gruppi Editoriali; c) le difficoltà nei rapporti con le piccole case editrici.
La situazione, infatti, è più complessa con i piccoli Editori con i quali si fa molta più fatica e da cui, a volte, riceviamo risposte parziali e tardive. C'è anche un piccolo gruppo di Editori che continuano a rifiutarsi di concedere i file che vengono richiesti (circa 80 testi ogni anno). È opportuno sottolineare come il rapporto con L'Associazione Italiana degli Editori (Aie) vada sempre più migliorando, e che sono allo studio o in fase di avanzata realizzazione anche alcune importanti iniziative comuni per migliorare la qualità e la gamma dei servizi offerti. Un altro aspetto, che vogliamo sottolineare, riguarda le «preferenze» degli studenti in relazione all'ordine di scuola frequentato, facendo riferimento alle richieste di libri di testo nelle diverse versioni (sia cartaceo che digitale) pervenute alla Biblioteca per l'anno scolastico 2019-20. I 399 alunni della scuola primaria per l'82% hanno scelto il testo cartaceo e il restante 18% ha preferito il testo digitale. Dati diversi, invece, nella scuola secondaria di primo grado dove solo il 16% ha optato per il libro stampato mentre il restante 84% ha preferito la versione digitale. Nella scuola secondaria di secondo grado solo l'8% degli studenti ha scelto la versione cartacea mentre il 92% ha adottato, ormai, il testo digitale come strumento prevalente di studio. Si ritiene utile segnalare anche un complementare vantaggio della scelta di studiare su testi digitali, in quanto ogni alunno ha potuto chiedere in media sino ad 11 testi mentre per la versione cartacea il massimo della media è stato di 5 testi a studente. Ne discende che per gli alunni che scelgono il testo digitale è disponibile un'offerta formativa doppia rispetto a quanti scelgono la versione cartacea. Certo l'accessibilità e l'autonoma fruibilità dei testi digitali - specialmente per alcune tipologie - non è ancora sufficiente. Per tutti i testi manca un adeguato accesso alla componente iconografica, per i testi scientifici anche un semplice accesso alla simbologia specifica; problemi questi su cui si sta lavorando ma su cui è necessario fare rete per unificare gli sforzi, i tentativi e le sperimentazioni che da molte parti si stanno compiendo. Occorre intervenire anche nel processo di creazione del prodotto-libro per introdurre specifici accorgimenti che poi consentano un più semplice adattamento del file alle esigenze del non vedente, e questo è un argomento delicato che richiede un percorso complesso e l'investimento di importanti risorse finanziarie. Sarà anche necessario stimolare la ricerca per nuovi applicativi che consentano il riconoscimento e l'acquisizione di tutte le simbologie presenti in un testo, anche di quelle altamente specifiche come quelle del greco antico, dell'arabo, ecc. Tuttavia si può affermare che il percorso compiuto e le conquiste ormai acquisite che ci sono alle spalle, non sono marginali e, seppure con difficoltà, consentono agli studenti minorati della vista di tenere il passo con i loro coetanei. Ne sono piena dimostrazione i risultati di un sondaggio recentemente realizzato dalla Biblioteca «Regina Margherita» in modalità «anonima» su uno statisticamente significativo campione di utenti (ha risposto il 34,58% dei fruitori del servizio) che si è espresso in maniera favorevole al 95% (risposte si e abbastanza) mentre per il 5% il responso è negativo (con risposte no-non molto). È un buon risultato che però non deve illudere: la strada per la piena autonomia nello studio e nel lavoro attraverso il computer è ancora lunga e irta di difficoltà. Per sintetizzarla con una sola frase si può dire che «qualcosa è stato fatto ma... molto c'è ancora da fare».



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