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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 25 del 2020

Titolo: Giornata Nazionale delle persone sordo-cieche, la difficile ripartenza dopo il lockdown

Autore: Renato La Cara


Articolo:
(da «Il Fatto Quotidiano» su «Press-in» n. 1577 del 27-06-2020)
«Abbiamo riscontrato molte difficoltà a rimanere in contatto con i nostri associati chiusi nelle loro case, a reperire i vari Dpi ma non abbiamo smesso di provare a stare al loro fianco» racconta Rossano Bartoli, presidente della Lega del Filo d'Oro. «Le persone che già prima della pandemia vivevano una condizione difficile non devono essere dimenticate» afferma Mario Barbuto, presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Il 27 giugno si è svolta la Terza Giornata Nazionale delle persone sordocieche e nonostante le condizioni complesse dovute al Covid-19, l'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (Uici) e la Lega del Filo d'Oro hanno voluto organizzarla utilizzando una piattaforma telematica inclusiva per tutti. Quest'anno l'evento è stato celebrato 24 ore prima con una conferenza online accessibile al 100%, dove si è parlato soprattutto delle criticità vissute durante la pandemia ed è stata sottolineata l'importanza che avrà ancora di più il volontariato. «Per i soggetti sordociechi la cosiddetta fase della ripartenza non è così immediata e sono ancora tanti i timori» dicono le organizzazioni. La Giornata ha l'obiettivo di portare all'attenzione del dibattito pubblico e istituzionale le istanze delle persone con sordo-cecità e omaggia la nascita di Helen Keller (27 giugno 1880), sordocieca dall'età di 19 mesi, divenuta un modello per il mondo associativo e protagonista anche di uno spettacolo teatrale intitolato «Anna dei Miracoli». In occasione dell'evento sono stati evidenziati i principali problemi emersi nella quarantena, come il distanziamento fisico che ha portato spesso all'isolamento sociale, l'assenza di servizi assistenziali a domicilio, l'impossibilità per oltre due mesi di uscire insieme all'accompagnatore per fare la spesa, oltre alle tante barriere connesse alla comunicazione e il caso dell'inaccessibilità per i non vedenti del sito dell'Inps. «Abbiamo riscontrato molte difficoltà a rimanere in contatto con i nostri associati chiusi nelle loro case, a reperire i vari Dpi ma non abbiamo smesso di provare a stare al loro fianco» racconta Rossano Bartoli, presidente della Lega del Filo d'Oro. L'emergenza sanitaria in corso ha avuto ripercussioni gravi sulla qualità di vita e ha imposto una condizione di isolamento nell'isolamento. «Nei nostri 5 centri l'attività rivolta agli utenti in regime di residenzialità non si è fermata e non abbiamo fatto mancare il sostegno, seppur a distanza, neanche ai tanti genitori lasciati soli nella gestione delle gravi disabilità dei figli senza il supporto di attività come quelle offerte dai Centri Diurni, molti dei quali ancora chiusi». Il prossimo futuro è ricco di incognite. «Ci aspettiamo un forte incremento delle liste di attesa per accedere alle nostre strutture» aggiunge Bartoli. Secondo un recente studio condotto dall'Istat, si stima che oggi in Italia le persone affette da problematiche legate sia alla vista che all'udito siano circa 189 mila. «La sordo-cecità è la punta dell'iceberg e una delle forme più gravi tra le pluri-disabilità e per questo necessita di risposte specifiche, coraggiose e innovative» dice Mario Barbuto, presidente Uici. «Siamo impegnati su questo fronte nel realizzare modelli di educazione e formazione dedicati e attività di supporto, sostegno e accoglienza». Per le associazioni più che mai serve trovare soluzioni a tutti quei bisogni socio-assistenziali e di inclusione che tuttora non trovano tutele adeguate. «Le persone che già prima della pandemia vivevano una condizione difficile non devono essere dimenticate» afferma Bartoli. «È importante ribadire la piena attuazione della legge 107-2010 che riconosce la sordo-cecità come una disabilità unica e specifica e il riconoscimento della Lis e della Lis Tattile, che permetterebbe loro di abbattere le barriere della comunicazione anche in condizioni di emergenza, potrebbero agevolare questo processo, rappresentando un punto di partenza decisivo».



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