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Kaleîdos

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Numero 14 del 2020

Titolo: Aziz è scappato, io l'ho accolto a casa mia

Autore: Giusi Fasano


Articolo:
(da «F» n. 27 del 2020)
A 8 anni Luciana è stata espulsa da scuola perché ha difeso una compagna di classe ebrea. A 13 era la staffetta partigiana Luce. Oggi, 90 primavere, ha offerto il suo aiuto a un rifugiato, fuggito dal Gambia minorenne quando ancora c'era la dittatura. «Mi prendo cura di lui come se fosse mio nipote»
È stato poche settimane fa. Luciana racconta che «Aziz è entrato per la prima volta a casa mia e io gli ho detto: qui sei una persona libera, come lo sono io». Lei ha 90 anni, un tempo ormai lontano è stata una giovanissima staffetta partigiana, è cresciuta a pane e libertà e mai come in questa occasione ha avuto bisogno di sottolineare quella parola, «libero». Abdelaziz ha 22 anni, è in Italia con lo status di rifugiato e viene dal Gambia, Paese dal quale è partito quand'era minorenne e quando c'era ancora la dittatura. Appena è finito il lockdown Luciana ha deciso di accoglierlo a casa sua e di prendersi cura di lui «come se fosse un nipote».
Bambina coraggiosa
La storia di questa donna è una favola che racconta di che pasta è fatto il coraggio. Non soltanto perché adesso, con 90 primavere sulle spalle, offre ospitalità a un ragazzo che ha bisogno di aiuto. Lei è così da sempre. Anche prima dei suoi 13 anni quando - nome in codice «Luce» - montava in sella alla sua bicicletta per spostarsi da un capo all'altro della sua Roma e consegnare lettere e pacchetti ai partigiani, rischiando di essere catturata, violentata, torturata. Prima dei 13 anni, sì, avete letto bene. Luciana già a 8 anni, fra i banchi di scuola, aveva chiaro il concetto di giustizia. E pazienza se non coincideva con quello della maestra.
Il primo atto politico
In una intervista rilasciata al settimanale online Odysseo racconta di quando difese Deborah, la compagna di banco ebrea. «Era il 1938», ricorda, «erano appena state emanate le leggi razziali e, dunque, il mio primo atto politico l'ho fatto a 8 anni. La maestra entrò in classe con la divisa fascista, fece l'appello e ordinò a Deborah di restare in piedi, le disse parole irripetibili, la trascinò per i capelli e legò le sue trecce al cordino per le tende. Poi ci ordinò di scrivere pensierini razzisti contro gli ebrei impuri. Eravamo 36 bambini spaventati, ma ci ribellammo e liberammo Deborah. Io e mia sorella fummo espulse da tutte le scuole di Italia».
Il valore della memoria
La quinta elementare, alla fine, Luciana la prese a 16 anni, il diploma da ragioniera a 30 e la laurea in Biologia a 45. Oggi ha tre figli e vari nipoti e va nelle scuole a raccontare ai ragazzi cos'è stata la Resistenza. Fra i tanti giovani che ha incrociato, c'è anche una volontaria di Refugees Welcome Italia, associazione che promuove l'accoglienza in famiglia di rifugiati. «Perché non accogli un rifugiato?», le ha proposto. «Perché no?», si è detta lei.
Il viaggio di Aziz
Così nella vita di Luciana è arrivato Abdelaziz, per tutti Aziz, approdato a Lampedusa su un barcone a fine 2016 e oggi studente al terzo anno dell'Istituto Tecnico Turistico. Lui sogna la laurea; sta cercando un lavoro part-time per non pesare su «nonna Luciana», come la chiama. Aziz non parla del suo passato, del suo Paese, del viaggio durato anni fra Senegal, Algeria, Libia, il Mediterraneo. Luciana non forza la mano. Lo farà quando vorrà, se vorrà. In fondo anche questa è una scelta di libertà.
Giusi Fasano



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