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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 12 del 2020

Titolo: XXIV CONGRESSO NAZIONALE - Discorso conclusivo del presidente Mario Barbuto

Autore: Redazionale


Articolo:
Le cose da dire sarebbero tante e invece dobbiamo essere sintetici. Credo che questo risultato sia da un lato il frutto di un lavoro compiuto e dall'altro le premesse poste per un lavoro che deve proseguire nel quinquennio che stiamo per iniziare proprio oggi.
Lavoro compiuto che risponde perfettamente, sebbene in piccolo, al motto e all'idea forza del nostro Congresso: "guardare al passato" e al quinquennio che ci attende che è l'altra parte del nostro slogan congressuale "per costruire il futuro". Il futuro si costruisce innanzi tutto tutti insieme, innanzitutto con il sostegno e il supporto di quelli che hanno partecipato a questa competizione e che sono stati eletti ma anche di quelli che non sono stati eletti. Questo meccanismo elettorale che abbiamo sperimentato in questo Congresso per la prima volta, ci ha dato questi risultati da un punto di vista numerico molto più piccoli, a parte qualche rara eccezione, non si vedono più quei voti 120, 110, 100, perché c'erano molte preferenze da poter assegnare allora, ora le preferenze sono in numero estremamente limitato, si dice 4 ma possiamo dire 2 perché 2 vanno a un genere 2 all'altro, e questo ha ridotto i numeri, ha reso più stretta la competizione, ha reso più determinante anche quei 2, 3, 4 voti che ci potevano essere o non ci potevano essere, quelle schede annullate per errori, e comunque questa è la risultanza, ma al di là di questo noi faremo delle 8 persone che hanno fatto parte di questa lista e di questo progetto, sicuramente dirigenti attivi e daremo loro la possibilità e le condizioni per poter operare accanto agli altri. Nell'Unione i titoli e le cariche contano fino ad un certo punto, conta molto la voglia di impegnarsi, la capacità di lavorare, il senso della responsabilità e della lealtà che tutti dobbiamo avere indipendentemente dal posto che occupiamo, innanzitutto verso l'associazione, verso i suoi valori e poi verso le persone che ci stanno vicine, con le quali lavoriamo, con le quali dividiamo comunque un progetto, uno statuto, delle regole, la nostra associazione. Aderire non è una semplice azione di acquisizione della tessera associativa o del rinnovo di questa tessera, aderire significa rendersi disponibili e dare il proprio consenso alla partecipazione a valori comuni, che sono i valori della nostra associazione e che sono valori che non devono essere toccati, dileggiati, disprezzati o vilipesi. Su questo io dico sin da ora che il mio atteggiamento, l'atteggiamento della dirigenza nazionale cambierà. Non si possono tollerare uscite pubbliche di affermazioni, frasi e asserzioni che danneggiano l'immagine dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Con questo Congresso, che è un Congresso secondo me epocale, perché ha segnato davvero un grande cambio di passo, il passaggio dal primo al secondo secolo di vita dell'Unione, la capacità di questa Unione di sapere stare non solo difronte ai propri associati con tutta la forza e dignità che ha, ma anche difronte al paese, organizzando il primo Congresso nazionale online con tutte le condizioni tecniche, organizzative e operative perché il Congresso potesse avere uno svolgimento regolare, partecipato, intenso, come e più di prima. Abbiamo avuto tra interventi in seduta plenaria e interventi nelle commissioni decine e decine di opportunità e di presenze partecipate dei nostri congressisti. In plenaria, anche con i tempi un po' ristretti, siamo arrivati ad aver oltre un centinaio di interventi nelle 3 giornate, per non dire nelle commissioni e nelle sezioni di lavoro, di cui voglio ringraziare i coordinatori e tutti i partecipanti, perché hanno reso documenti utili e preziosi che ci aiuteranno a lavorare nei prossimi 5 anni e che ci indicano la via che dobbiamo seguire, in quelle sessioni e commissioni di lavoro è stato svolto un lavoro e attività intensa. Questo Congresso segna una svolta epocale anche per un'altra ragione: abbiamo smesso di guardare dentro il nostro ombelico, abbiamo parlato al mondo e abbiamo ospitato il mondo dentro il nostro Congresso. Abbiamo fatto conoscere l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti nei momenti più alti della propria attività e abbiamo reso possibile la presenza di tante personalità del governo, del parlamento, della politica, della cultura, delle istituzioni regionali, delle nostre associazioni, federazioni nazionali e internazionali, abbiamo avuto ministri, sottosegretari. Il saluto iniziale del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha davvero rivolto con il cuore a questa nostra Unione un grande augurio di buon lavoro e buon compleanno; il Presidente della Repubblica che in occasione del Centenario ha voluto riceverci e ci ha fatto il grande onore di accettare il nostro Premio Braille del Centenario e nel suo discorso ha voluto soprattutto ribadire il ruolo, l'importanza, la funzione e l'opera che l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti svolge.
Dobbiamo essere vicini a questa dirigenza, a questa Presidenza, a questa Unione e continuare a coltivare l'amore per questa associazione, l'amore che è la base per poter raggiungere risultati. Qualcuno dirà che i risultati si raggiungono con le strategie, con l'analisi scientifica della raccolta dei dati della realtà circostante e chi più ne ha più ne metta, ma io vi dico che prima di tutto ci vuole l'amore e l'amore, perdonatemi, non deve consentire che si oltrepassino i limiti della tutela e della decenza del buon nome e dell'onorabilità di questa associazione, possiamo criticare tutto, potete criticare negativamente questa o quell'azione di un dirigente, del Presidente nazionale, di chi vi pare, ma non possiamo dileggiare, disprezzare l'Unione, ma neanche i suoi dirigenti e vertici più alti, perché quando si dileggiano le persone che occupano quel tipo di posizione si dileggia l'Unione e l'Unione, come avete visto e come abbiamo potuti tutti constatare in queste giornate di Congresso, è all'attenzione, all'osservazione del mondo che ci circonda e abbiamo quini il dovere di tutelarla e di onorarla. Sapremo farlo anche dando a questa nostra associazione una Direzione autorevole, efficiente, efficace che deriva dall'impegno di questo Consiglio nazionale, impegno che tutti i consiglieri eletti e anche quelli non eletti, avete voluto concedermi all'inizio di questo nostro cammino, quando abbiamo costituito la lista e formalizzato le candidature, quell'impegno alla lealtà, alla disponibilità, al senso di responsabilità. Non sono tempi nei quali ciascuno di noi, anche dirigenti, è chiamato a dare sfoggio delle proprie dialettiche, delle proprie aspettative o delle proprie frustrazioni, a volte. Tutto questo lo dobbiamo superare, in un rapporto leale, corretto tra di noi, ma sono i tempi nei quali invece una Direzione nazionale, un Consiglio nazionale, si attendono da tutti noi operatività, fattività, senso dell'impegno. Questo ci attendiamo questo dobbiamo perseguire e su questa base cercheremo di proporre la Direzione migliore, la compagine migliore, ben sapendo che l'Unione è un organo complesso, dove non è il Presidente, non è la Direzione, non è il Consiglio nazionale a fare la differenza, è l'insieme del lavoro di tutti e prima di tutto a partire dal nostro territorio, dai presidenti regionali, dai presidenti sezionali che aspettano e hanno bisogno, necessità di strutture, strumenti che li aiutino a lavorare meglio sul territorio, risorse che permettano alle realtà territoriali non di sopravvivere, ma di vivere, operare, agire, di stare vicini ai soci. Saremo però selettivi in questo e saremo selettivi in relazione al fatto che le sezioni e i territori che dimostrano maggior attitudine al lavoro, all'impegno, alla promozione dell'attività dell'Unione avranno maggior rispetto e maggior considerazione in termini di risorse, ma del resto com'è stato già negli ultimi anni, però cercheremo di renderlo ancora più qualificato e selettivo e cercheremo di lavorare anche con il contributo più costante, più continuativo dei nostri presidenti regionali che non solo nel Consiglio nazionale rappresentano i territori di provenienza ma in generale rappresentano quella cerniera di collegamento tra la Presidenza nazionale, la Direzione nazionale, il Consiglio e i territori. Con i presidenti regionali dobbiamo aprire una stagione di dialogo continuo e di collaborazione che ci possa davvero rendere tutti partecipi dei grandi progetti che ci attendono e che l'Unione deve cominciare a portare avanti da oggi, sono elementi importanti che cercheremo di mettere poi concretamente insieme nel lavoro quotidiano. Già sento, ma come si è sempre sentito, qualcuno che comincia a dire la Puglia ha eletto due rappresentanti, la Calabria ha eletto un rappresentante, la Campania ne ha eletti tre. Signori consiglieri eletti, voi siete i rappresentanti del Congresso dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, non siete i rappresentanti dei vostri territori, i vostri territori sono rappresentati dai presidenti regionali dentro il Consiglio regionale. Signori consiglieri eletti, voi sarete invece la voce del Presidente nazionale, della Direzione nazionale nei territori, questo sì, perché voi non siete i rappresentanti dei territori a livello nazionale a Roma, voi siete i rappresentanti del Presidente nazionale sui territori, e questo è il passo importante che noi dobbiamo riuscire a fare. Qualcosa abbiamo già fatto nel Consiglio precedente, nel quinquennio precedente, ma dobbiamo saperci lavorare bene su questa tematica, su questa modalità nuova, altrimenti quel collegamento tra Presidenza, Direzione, Consiglio nazionale e territori si farebbe e si fa fatica a realizzarlo e poi tante volte succede o che qualche territorio se ne va troppo avanti, troppo per conto suo, o che rimane troppo isolato, o che rimane un po' troppo trascurato o si sente trascurato e questo non va bene. Anche perché se dovessimo ragionare in un altro modo allora ci sarebbe il problema di regioni che non ci sono, di quelli che non sono riusciti a rappresentarsi, ma non è di questo che stiamo parlando. Stiamo parlando invece di un mondo che dobbiamo vedere in maniera rovesciata. Abbiamo vissuto negli ultimi mesi una grande stagione, una stagione complicata, che ci ha arrecato ulteriori difficoltà per via della emergenza sanitaria che è cominciata a marzo e che in patica non si è mai conclusa anche se ci ha dato un po' di tregua. Eppure dentro questa emergenza e continuando a fare comunque il nostro dovere associativo, stare vicino ai soci e alle persone che rappresentiamo, abbiamo realizzato tutti gli impegni e gli adempimenti statutari così com'era previsto e l'abbiamo fatto con la convinzione e la volontà di tanti e di tutte le persone che io devo ringraziare profondamente, innanzi tutto tutti i presidenti e dirigenti sezionali, che hanno saputo organizzare le assemblee territoriali, che sono state il punto di partenza del rinnovo di tutti gli organi associativi. Poi i presidenti regionali. Tutto questo l'abbiamo fatto un po' correndo, ma nel rispetto di tutti i passaggi e di tutte le scadenze che dovevano portarci al Congresso nazionale. Anzi dopo aver insediato tutti i Consigli territoriali e regionali abbiamo tenuto ben 4 assemblee precongressuali e novità assoluta rispetto alle esperienze precedenti abbiamo tenuto 5 seminari tematici di avvicinamento al Congresso che sostanzialmente sono stati quei seminari che hanno portato dentro il Congresso direttamente nelle sezioni di lavoro e che ci hanno aiutato in maniera determinante a costruire i documenti e le risoluzioni sulle quali lavoreremo nel prossimo quinquennio e quei 5 seminari erano partecipati liberamente da chiunque avesse voluto partecipare. Forse c'è stato un momento, un briciolo, un frammento, nel quale potrebbe essere sembrato che ci sia stato scollamento, dissapore, all'interno di una dirigenza che andava a concludere il suo mandato. Vi assicuro che non è così, vi assicuro che ogni decisione e deliberazione, come ben sapete tutto è pubblico e trasparente, è stata sempre adottate con il pieno convincimento e la piena unanimità di tutti. Forse è insito in quello che si chiama l'anno congressuale, forse c'è stato magari un eccesso di parole, magari qualche atteggiamento e qualche espressione un po' sopra le righe che abbiamo saputo e voluto gestire e contenere nell'ambito della normalità. L'Unione ha le sue regole, i suoi statuti, le persone dell'Unione devono acquisire i propri comportamenti di correttezza e rispetto istituzionali. Questa correttezza e questo rispetto non sono mai venuti meno e le poche chiacchiere hanno lasciato il tempo che trovavano. Un unico solo episodio, brutto, inqualificabile, e voglio stigmatizzarlo ancora una volta, sul quale andremo a verificare, quello della circolazione di lettere anonime: questa cosa non si fa, non si può fare, non è degna, non è corretta e come hanno potuto vedere forse gli autori, che io ben conosco, i risultati sono stati esattamente l'opposto che queste piccole e limitate persone, parliamo di un paio, probabilmente non si aspettavano. Non è con questi mezzi che si promuovono le proprie idee, che si sviluppa la democrazia, che si portano avanti istanze nelle quali si crede legittimamente e che devono avere legittimamente cittadinanza, attenzione e spazio. Ma lo si fa alla luce del sole, parlandoci tutti insieme, come abbiamo sempre fatto e nella tradizione di questa Unione. Quindi non sono nemmeno corpi estranei, diciamo che proprio si parla di episodi che finiscono lì, che iscriviamo nel registro delle piccole miserie che ogni tanto accadono in quello che si chiama anno congressuale, in cui tutti noi a volte possiamo per l'eccessiva passione e a volte per altre ragioni molto meno nobili che non voglio stare a citare, possiamo parlare un po' troppo. Ma ora dobbiamo parlare soltanto di presente e futuro, tutta questa roba non ci interessa, non ci tocca e non lede minimamente il nostro modo di lavorare. Presente e futuro con le scadenze che dicevo, ma ci sono le scadenze esterne, abbiamo la legge di bilancio sulla quale dobbiamo impegnarci per mantenere le nostre risorse, abbiamo gli obiettivi sull'allargamento delle fasce alle quali è destinata la pensione di invalidità, abbiamo il recovery found, un grande obiettivo che come avete sentito trova e incontra l'attenzione del mondo politico e della realtà politica nella quale viviamo. Lo 0,1% di quella risorsa, stiamo parlando di 200 milioni di euro per abbattere le barriere alla mobilità, per introdurre la tecnologia per tutti, per dare risposte più dignitose e di cittadinanza alle persone con le disabilità plurime, per allargare il diritto di cittadinanza. I ciechi e gli ipovedenti vogliono andare a votare alle lezioni politiche e amministrative in maniera indipendente e poi tanti, tanti altri obiettivi che questo Congresso ha segnato, ha avviato, che sono scritti nei documenti e noi abbiamo il dovere di realizzare.
Ringrazio tutte le congressiste e i congressisti che hanno partecipato in maniera altissima, ieri, quando si è votato lo Statuto, non erano mai presenti meno di 210, 220 congressisti. Se volete possiamo confrontarli anche con i dati a verbale dei Congressi precedenti, siamo su quei livelli, se non addirittura superiori; spesso in aula nei Congressi precedenti erano presenti meno di 200 persone eppure c'erano più delegati di questo Congresso.
Devo ringraziare poi tutte le donne e gli uomini della lista e della squadra che ha voluto stringersi intorno a questo presidente.
Devo ringraziare le nostre strutture locali e regionali, che so che hanno dato appoggio sostegno e supporto nell'uso delle tecnologie per le persone che potevano avere più difficoltà in modo da poter consentire a tutti di partecipare a questo grande evento che è il Congresso nazionale, che ripeto è stato di svolta e ha segnato un'epoca.
Poi, le persone che hanno lavorato qui, tutti i componenti del seggio elettorale innanzi tutto che ha fatto un lavoro splendido e molto innovativo, perché ha lavorato con un seggio online, un seggio virtuale che poi si è trasformato nella sua parte finale in un vero e proprio seggio tradizionale con lo scrutinio, lo spoglio delle schede e la valutazione che spetta sempre al seggio e non al computer del valore di una scheda.
E poi tutte le persone di questa sede nazionale, intanto lasciatemi spendere una parola per il nostro direttore generale, Salvatore Romano, che dopo questo intervento gradirei che spendesse due parole perché a noi piace sentire la voce delle persone, adesso che siamo online ancora di più, che ha dedicato mesi a questo lavoro, tanti di voi lo sanno, perché questo lavoro è partito dalle assemblee sezionali e territoriali. Scherzosamente una volta gli avevo detto che gli avremmo regalato il modem d'argento. Ancora non ce l'abbiamo, ma prima o poi qualcosa ci inventeremo per ringraziare davvero Salvatore per questo lavoro immenso che ha fatto, di pazienza e di raccordo tra le competenze tecniche, i tecnici e le nostre persone, i nostri dirigenti.
E poi tutti i tecnici, Luca Pitotti, Daniele Manni, gli altri amici che si sono aggiunti negli ultimi giorni, Giovanni Cellucci, Luca Ciaffoni, Marco Mattioli; le nostre signore dell'ufficio stampa, Rita Zauri, Giada Voci, Anna Mandanici, le signore della segreteria Valeria Liberti, Tiziana Santoro, Rita Alfano, gli altri nostri valenti collaboratori, Erasmo Di Donato, Gaetano Aquilino, a quelli che non hanno mai fatto mancare la loro presenza preziosa non solo in un singolo specifico compito, ma dovunque fossero necessari, gli amici dell'amministrazione Fabio Serio, Nunzia di Lorenzo e gli altri colleghi che hanno lavorato da remoto. Il nostro segretario general che ci ha supportato tantissimo nel lavoro soprattutto con lo statuto e con tutto il Congresso, con la preparazione dei modelli, dei facsimili e la gestione di questa presidenza. La commissione di garanzia con l'avvocato Giovanni Carta e il dott. Rocco Di Leo e poi lo staff di questa presidenza del Congresso, Hubert Perfler, Renzo Minincleri, che hanno svolto la funzione di vicepresidenti, silenziosi, ma hanno custodito con la loro presenza qui tutto il nostro lavoro e la nostra Giulia Cannavale che ha presieduto egregiamente e brillantemente, con la pazienza di sopportare cambi di programma, nomi che cambiavano di posizione e che si aggiungevano.
Un grazie davvero a tutti quanti.

Intervento Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte
Gentile presidente Barbuto, in occasione dell'avvio dei lavori congressuali, desidero portare il mio saluto a lei, a tutto il corpo associativo dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, ai delegati che ci stanno ascoltando e stanno seguendo questo incontro in collegamento. Quest'anno celebrate i 100 anni di storia, un secolo di attività a servizio dei cittadini, di studio, anche di iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della disabilità visiva e soprattutto di difesa e promozione dei diritti delle persone cieche e ipovedenti. In questi 100 anni l'Uici è stata protagonista di battaglie storiche per il superamento dei pregiudizi sulla disabilità e per l'ottenimento anche di fondamentali conquiste giuridiche, culturali, sociali. Dall'obbligo scolastico al riconoscimento della pensione e dell'indennità, all'inserimento al lavoro dei centralinisti ciechi, fino alle attività più recenti volte a portare sul territorio la conoscenza e l'esperienza della vostra associazione. Vi siete impegnati allo stesso tempo nel modernizzare e rinnovare costantemente la vostra struttura per stare al passo con i tempi. Lungo questo secolo il mondo è stato stravolto ma l'Unione è rimasta fedele a se stessa. I valori che hanno ispirato il vostro fondatore Aurelio Nicolodi sono il faro che ancora oggi guida la vostra azione, emancipazione, integrazione, uguaglianza e inclusione. Purtroppo i lavori del vostro XXIV Congresso coincidono con un momento molto difficile per il nostro paese che insieme a tutta l'Europa, ma a tutto il mondo, sta affrontando una terribile pandemia. Proprio in queste ore abbiamo dovuto introdurre misure ancora più restrittive, stiamo facendo di tutto per arginare la diffusione del virus. Siamo consapevoli che sono proprio le persone più vulnerabili a soffrire e a risentire maggiormente di questa fase di emergenza. Come governo stiamo facendo il possibile per rispondere alle esigenze rappresentate dalle organizzazioni delle persone con disabilità. È mio personale impegno garantire che continui il rapporto e il dialogo in questi mesi avviato e che sia mantenuto quanto promesso, per assicurare in sicurezza una tutela effettiva alle diverse fragilità, per non isolare ulteriormente bambini, ragazzi, persone con disabilità e non lasciare sole le famiglie. Vi ringrazio sinceramente, perché la vostra associazione non si è mai tirata indietro di fronte a qualsiasi difficoltà. Avete continuato a svolgere anche in questi mesi critici un ruolo di fondamentale importanza per la tutela dei più fragili, mettendo a disposizione di tutti un secolo ormai di conoscenze, competenze, esperienze. Oggi la vostra attività continua ad essere più preziosa, il nostro paese sarà chiamato ad affrontare importanti trasformazioni e spesso, però, nei momenti di grandi cambiamenti, i più fragili sono anche coloro che sono più esposti alle incertezze. Ed è proprio per questo che sono sicuro il vostro impegno continuerà a rimanere provvidenziale e garantire i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie e non meno nel sostenere le stesse istituzioni e la promozione di quei fondamentali diritti. Ribadisco che una società che si definisce civile non lascia indietro nessuno, a maggior ragione i soggetti più fragili che abbiamo l'obbligo di tutelare, prima di chiunque altro, di fronte a una sfida così stringente, così mondiale, e faccio mia una riflessione del presidente Barbuto "in un mondo dove vivono bene le persone con disabilità vivono meglio tutti".
Grazie ancora per il vostro impegno, il lavoro che svolgete. A nome del governo confermo la grande stima nei vostri confronti e vi garantisco anche per il futuro la massima collaborazione. I miei migliori auguri e buon Congresso.

Intervento Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina
Buongiorno a voi tutti e grazie per avermi invitata a partecipare al vostro Congresso. Vi mando con piacere il mio messaggio, anche in ragione del fatto che quest'anno celebrate il vostro Centenario. Un secolo di lavoro prezioso, fondamentale, un lavoro che tutti voi portate avanti con grande impegno, cosa di cui vi ringrazio sentitamente. Questi momenti di confronto e partecipazione sono un'occasione importante di crescita per ognuno di noi, l'ascolto è un dono, bisogna ricordarlo sempre. Purtroppo l'emergenza sanitaria ci costringe alla distanza, quando in un'occasione come questa avremmo preferito poterci incontrare in presenza, ma la distanza fisica non si accompagna di certo a una distanza di intenti. Anzi, i vostri obiettivi restano i nostri obiettivi. Guardiamo al passato e costruiamo il futuro. Questo è lo slogan del vostro Congresso, parole che mi ricordano quella splendida canzone di Pierangelo Bertoli che parla di un guerriero che tiene un piede nel passato e uno sguardo dritto e aperto sul futuro. È così che dobbiamo prepararci per affrontare le cose che verranno, è con questa attitudine che dobbiamo prendere una posizione per i giorni che ci attendono. La vostra Unione, i vostri associati, le persone che partecipano alle vostre attività, voi tutti insieme ci insegnate quanto sia importante ed essenziale imparare a gettare basi solide per un futuro di equità, solidarietà e inclusione. In questi 100 anni siete riusciti a create una vera e propria rete di riferimento per il territorio, a livello provinciale, regionale e infine nazionale. Grazie al vostro operato si fanno passi importanti per l'inclusione, in ogni ambito della vita civile, anche nella scuola. Nessuno deve restare indietro, di questo principio avete fatto la vostra bandiera, è un obiettivo che condividiamo. Nella vostra organizzazione è previsto che le stesse persone con una disabilità visiva diventino a loro volta guide e riferimento per altre uomini e donne che soffrono la condizione di cecità o ipovisione. Questa è la più grande lezione che da voi possiamo apprendere, quella della solidarietà e dell'inclusione. Voglio fare i miei migliori auguri di buon lavoro a tutti voi e al nuovo presidente che sarà eletto, al quale verrà lasciata una magnifica eredità e che sono certa continuerà a operare in nome dei principi della vostra Unione e della vostra forza. Grazie.

Intervento della Ministra alle Pari Opportunità e alla Famiglia Elena Bonetti
Grazie non solo per l'invito a poter condividere con voi questo momento di straordinaria importanza, ma grazie perché avete rappresentato per tutto il Paese in questi 100 anni di storia, ma con ancora più forza e presenza in questi mesi difficili che abbiamo affrontato, un presidio di comunità capace di riconoscere la necessità che ciascuna donna, ciascun uomo, ciascuna bambina, ciascun bambino, possa avere una rete di relazioni capace non solo di ascoltarne i bisogni, ma capace di sostenere i sogni, desideri, le passioni che ciascuno ha e creare le condizioni perché queste ambizioni diventino progetto, diventino concretezza, diventino possibilità di vita. Noi sappiamo che abbiamo affrontato mesi difficilissimi, mesi di chiusura, mesi nei quali le famiglie si sono ritrovate da sole a gestire tante situazioni e sappiamo quanto, con particolare attenzione i bambini e le bambine abbiano avuto difficoltà per la chiusura della scuola, quanto ci è stato difficile sostenere la chiusura di tutti quei servizi, luoghi di educazione, riabilitazione, la possibilità di avere un sostegno di prossimità. Ecco, realtà come la vostra hanno fatto la differenza nello stare accanto a ciascuna vita e rispetto al dialogo istituzionale con noi. Io ho avuto più volte modo di interloquire, con uno sguardo che mi richiamasse sempre all'attenzione di proporre progetti di vincita, capaci di includere.
Ecco, il modello di vita a cui noi oggi dobbiamo rivolgerci è un modello di comunità che davvero sappia essere di tutti e per tutti, saper riconoscere che ci sono delle scelte concrete che possono andare ad aiutare situazioni di disagio, che possono essere disabilità di carattere sia fisico che mentale, quando le nostre scelte hanno a volte fatto fatica a riconoscere che c'era bisogno di sostenere ogni potenziale fragilità e trasformarla in ricchezza. Il coraggio che voi dimostrate con questa vostra presenza, un valore civico straordinario, ci dice che abbiamo davanti a noi la possibilità di costruire un futuro migliore.
In questo momento sono particolarmente attenta alla questione delle famiglie e dei minori; sappiamo che aver chiuso alcuni plessi scolastici creerà problemi, la didattica a distanza è un problema per i bambini ipovedenti, ciechi, per i giovani e le loro famiglie. È chiaro che c'è una necessità di strumentazione, di competenza anche da un punto di vista didattico e poi di strumentazione effettiva che possa aiutare questi ragazzi a vivere pienamente un diritto che deve essergli garantito. Sono contenta che nelle scelte che abbiamo fatto, il Ministro dell'istruzione abbia accolto le nostre sollecitazioni, quindi oggi le scuole possono organizzare nel caso di situazioni particolari, anche eventualmente la didattica in presenza laddove fosse ritenuta necessaria, per rispondere primariamente ai bisogni educativi delle bambine e dei bambini. C'è l'impegno di non tralasciare nessuno, il rischio grande che abbiamo è che si amplifichino delle disuguaglianze, laddove oggi invece siamo invitati, anzi più che invitati, chiamati, in modo responsabile a colmare questi potenziali divari. Questa è un'attenzione che come ministero sto ponendo nelle misure che abbiamo voluto questa estate mettere in campo da un punto di vista della riapertura dei luoghi della socialità, dell'educazione, della relazione, dei servizi educativi, con un'attenzione particolare a situazioni di disabilità.
Credo che però oggi ci sia un tema che vada rinnovato, noi porteremo avanti alcuni ulteriori interventi nell'ambito della cosiddetta povertà educativa, tema di carattere sociale, ma in generale l'attenzione oggi è rivolta a promuovere percorsi di sostegno alle famiglie, soprattutto nell'accompagnare le famiglie nel percorso educativo dei loro figli. E poi c'è ovviamente tutto un tema di pari opportunità rispetto all'inclusione sociale e lavorativa di tutti e anche su questo credo per esempio nella programmazione che stiamo facendo dello smartworking, dobbiamo avere una particolare attenzione a promuovere modelli di smartworking e quindi poi acquisizione di competenze adeguate e strumentazioni adeguate, che vada davvero a permettere a tutte le persone, anche le persone ipovedenti e le persone cieche, di poter esprimere al massimo le potenzialità personali, perché riconoscere la dignità a ciascuno di piena cittadinanza significa convocare ciascuno a mettersi in gioco per il bene della collettività. Noi riteniamo che il contributo di ciascuno sia imprescindibile per uno sviluppo reale e compiuto del nostro paese. Per fare questo però dobbiamo creare le condizioni perché ciascuno possa liberare all'interno di questa rete comunitaria le proprie ricchezze, le proprie potenzialità e mettersi al servizio di tutti e quindi credo che sia un approccio comunitario importante che possiamo oggi interpretare insieme. Quindi vi sono grata per il lavoro straordinario che state facendo.

Messaggio di saluto del Sottosegretario di Stato on. Andrea Martella
Desidero ringraziarvi per l'invito e rivolgo a tutti un caloroso saluto in occasione di questo evento, per voi così importante ed è davvero un peccato che non si possa svolgere in presenza. Purtroppo la pandemia in corso continua a condizionarci e in attesa dell'arma che ci farà vincere questa dura battaglia siamo costretti ad una strategia di difesa.
Sappiamo che è un virus subdolo ma dobbiamo essere resilienti.
E a tal proposito, voi siete un grandissimo modello di resilienza. Io credo davvero che nonostante gli ostacoli materiali e culturali che le persone non vedenti e ipovedenti incontrano ogni giorno nella loro esistenza quotidiana, il contributo che viene dalla loro, dalla vostra particolare sensibilità, sia prezioso per la crescita civile e sociale del nostro Paese.
Sappiamo che nel pieno di questa emergenza sanitaria c'è molto lavoro da fare. Ma sappiamo anche che l'Italia dispone di un quadro legislativo e di welfare molto attento. È vero, abbiamo criticità croniche che nella complessa situazione di questi mesi si sono accentuate, ma abbiamo anche la consapevolezza di avere un servizio sanitario pubblico che funziona e che è davvero universale, che non esclude nessuno in base alle condizioni sociali.
Non è inutile sottolinearlo, perché del valore del sostegno pubblico alla cura e al benessere delle persone dovremo ricordarci anche quando saremo finalmente usciti dalla pandemia. Una sanità che funziona, servizi che sono vicini ai cittadini, una scuola che include, sono tutte priorità che dobbiamo mettere al primo posto della nostra comune azione anche ad emergenza superata.
E allo stesso tempo è fondamentale anche il settore di cui mi occupo, quello dell'editoria e informazione. Anche e soprattutto in questa situazione straordinaria, infatti, abbiamo visto quanto sia importante avere un'informazione corretta e di qualità, capace di rivolgersi a tutti.
Dobbiamo allora fare in modo che quanto stabilito dalla nostra Costituzione in materia di libertà di stampa continui ad essere garantito, nell'interesse della qualità e della forza della nostra democrazia.
A questo proposito, voi avete importanti realtà editoriali, che svolgono un servizio preziosissimo.
Come sapete, il contributo previsto per queste realtà è rivolto ad imprese, enti e associazioni che svolgono un'attività destinata allo sviluppo e alla distribuzione di prodotti editoriali pubblicati con caratteri tipografici normali, braille, su nastro magnetico e su supporti informatici destinati ad utenti non vedenti e ipovedenti, nonché ad enti o istituzioni che operano per finalità a supporto del settore.
Lo stanziamento destinato a tali contributi all'interno del Fondo per il pluralismo è di 1 milione di euro. È uno stanziamento che considero molto importante e che per questo confermiamo.
Nell'apprestarmi a chiudere questo breve saluto vorrei dire, infine, che nell'ambito delle nuove tecnologie dobbiamo fare in modo che non si vengano a creare situazioni discriminanti, che accentuino diseguaglianze già esistenti che invece vanno contrastate e ridotte. Ad esempio, le nuove tecnologie sono utili per consentire ciò che si sta facendo oggi e cioè lo svolgimento di un congresso che altrimenti non sarebbe stato possibile.
Ma sappiamo bene che ci sono effetti collaterali che non vanno trascurati e a cui va posto rimedio, È allora doveroso che nell'ambito dell'uso del Recovery fund venga prestata grande attenzione anche alla disabilità e alle politiche di inclusione sociale. E soprattutto che non si trascuri un tema che assume una connotazione sociale molto significativa: quello della solitudine. Le persone non devono sentirsi sole. È uno dei rischi più grande che questa pandemia porta con sé. È una cosa che avrebbe costi sociali altissimi, che non possiamo permetterci.
La vostra testimonianza di resilienza e di solidarietà è quindi utile anche sotto questo aspetto e ne dobbiamo far tesoro.
Auguro pertanto a tutti voi buon proseguimento dei lavori e un grande in bocca al lupo per ogni cosa il futuro vi riserverà.



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